Previsioni campagna olearia 2020, primizie dagli oliveti e dai frantoi

previsioni campagna olearia 2020
Un calo produttivo evidente segna la campagna di raccolta al Sud, con risultati però molto variabili nelle diverse province; vi sono, tuttavia, le condizioni per ottenere un’elevata qualità degli oli. Aumenta la produzione nel Centro Italia

Siamo al dunque, cioè nel pieno della raccolta delle olive. Anche quest’anno si può parlare di un inizio precoce. Vari sono i motivi. Da un lato la raccolta anticipata è una tendenza che si è andata consolidando nell’ultimo decennio, principalmente per puntare alla massima qualità del prodotto e trova attualmente sempre maggiori seguaci. Già negli anni passati i frantoi hanno aperto ad inizio ottobre seguendo le richieste degli olivicoltori e così anche quest’anno.

In aggiunta nel 2020, prima la chiusura da pandemia, che ha aumentato il consueto clima di incertezza che aleggia in primavera sull’annata olivicola, poi a luglio le preoccupazioni legate alla comparsa della mosca, e adesso in autunno il timore di eventi climatici estremi hanno convinto molti olivicoltori ad anticipare l’epoca di raccolta un po’ in tutta Italia. Vediamo allora se questa scelta sia condivisibile e come si presenta la campagna olivicola in corso.

Al Centro Italia produzione elevata, qualità dell'olio ottima

In Italia centrale finalmente un’annata abbondante dopo alcune di vacche magre nell’ultimo quinquennio. La scarsa produzione del 2019 ha favorito una buona fioritura ed allegagione, ma nel mese di luglio è apparsa la mosca delle olive con infestazioni preoccupanti, che hanno richiesto dei trattamenti immediati in molte zone. Fortunatamente le alte temperature e il clima asciutto di agosto ed inizio settembre hanno fermato l’attacco in estate. Per quanto riguarda l’inoliazione, le piogge e le temperature fresche della fine di settembre e della prima metà di ottobre hanno rallentato l’accumulo di olio nell’oliva (ed anche la progressione dell’infestazione di mosca), per cui considerando strettamente la resa in olio non è né elevata, né siamo di fronte ad un’annata precoce, ma piuttosto in linea con annate medie. L’inoliazione ha comunque tratto vantaggio dalle giornate serene e notti fresche della seconda metà di ottobre, condizioni ideali per alte rese in olio. Le precipitazioni abbondanti hanno anche consentito ai frutti di recuperare il deficit di peso che avevano ad inizio settembre. Al momento in cui si scrive non sono segnalate perdite rilevanti per cascola precoce dei frutti, ma è riapparsa la mosca delle olive per via del caldo umido di fine ottobre-inizio novembre.

Per quanto riguarda la qualità degli oli è ancora troppo presto per fare valutazioni definitive. Gli assaggi della prima metà di ottobre mostrano dei prodotti interessanti, piuttosto equilibrati per essere così giovani. Fruttato, amaro e piccante sono ben presenti e lasciano intravedere prospettive interessanti per la qualità finale ma, come è logico aspettarsi, ancora non è raggiunta la piena espressione degli aromi e l’armonia tra le diverse componenti sensoriali. In ogni caso si tratta per lo più di oli ottenuti in purezza da varietà precoci come la Leccino o la Maurino, che iniziano presto il processo di maturazione. Gli oli prodotti nella seconda metà di ottobre appaiono già più equilibrati e ci sono tutte le premesse per un’annata memorabile dal punto di vista qualitativo. Tutto dipenderà dall’andamento delle temperature e delle precipitazioni nelle prossime settimane.

In Toscana si prevedono alte produzioni con qualche eccezione, come nella parte più meridionale delle province di Siena e Grosseto, ove la fioritura è stata piuttosto scarsa e la siccità estiva ha limitato la produzione. La raccolta, iniziata presto, ha subito qualche rallentamento a causa delle frequenti piogge. In Umbria abbondante la produzione della varietà Moraiolo, con l’eccezione delle zone più fredde ove la fioritura è stata limitata dalle basse temperature. Nel Lazio bene la Sabina e la provincia di Viterbo, male quella di Latina, patria della varietà Itrana, in annata di scarica. Nelle Marche quantità medio-bassa, ma ottime prospettive per la qualità degli oli, come nel resto del centro Italia.

Buona annata al Nord con qualche problema

In Italia settentrionale, nella zona dei laghi, la produzione è nettamente superiore a quella del 2019, annata peraltro di forte scarica. Fenomeni di cascola dei frutti sono stati notati in diversi comprensori e, sebbene la causa non sia accertata, si ipotizza che possano essere di natura parassitaria. La presenza della cimice asiatica e del lepidottero Euzophera pinguis è stata segnalata anche in questa stagione di crescita.

I frantoi hanno aperto ad inizio ottobre, ma la raccolta è stata rallentata dalle   precipitazioni di quel periodo, che hanno anche determinato basse rese in olio, come ci si poteva aspettare.

In Liguria la produzione appare molto buona per quantità e qualità della produzione. Le olive alla raccolta sono sane e le piogge di inizio autunno hanno fatto recuperare peso e quantità di olio. Nel ponente ligure dei danni alla produzione si sono avuti in seguito ai forti venti e piogge dei primi giorni di ottobre con cascole ingenti delle olive e perdite di prodotto anche del 20-30% per chi non aveva già steso le reti sotto gli alberi. Perdite di produzione da maltempo si sono avute anche negli oliveti del Levante ligure e dello Spezzino in cui non era stato effettuato il controllo della mosca.

Sud e isole: produzioni variabili, buona qualità

Nel meridione e nelle isole la situazione è meno favorevole che nel Centro-Nord. Non siamo di fronte ad un’annata abbondante, anzi in qualche caso decisamente scarsa, con una certa variabilità a seconda della zona e della varietà.

È il caso della Puglia, la regione che produce quasi la metà dell’olio italiano, ove la produzione è alta nel Foggiano, nel Brindisino e nel Salento. In quest’ultima area si comincia a vedere qualche timido segnale di ottimismo anche da nuovi impianti realizzati con varietà tolleranti alla Xylella, la Favolosa e la Leccino. Per quanto riguarda l’areale di Andria le produzioni della varietà Coratina sono scarse a causa del freddo del 2018 e dell’abbondante annata 2019. In provincia di Bari la situazione è migliore e varietà come la Cima di Bitonto e la stessa Coratina danno buone prospettive.

In Calabria la produzione varia molto a seconda della zona. Vi sono produzioni medio-alte nella Locride, nel versante Tirrenico Reggino e nel Vibonese. Invece nel Crotonese, Catanzarese (ambo i versanti) e Cosentino (ambo i versanti) la produzione è meno della metà del potenziale di quelle aree. Fortunatamente la qualità dell’olio appare buona in tutta la regione.

In Sicilia produzioni abbondanti nella parte occidentale dell’isola con rese in olio elevate già ad ottobre, mentre nella parte orientale ove regnano l’Ogliarola Messinese e la Tonda Iblea, la produzione è meno abbondante. In Sardegna frantoi aperti già ad inizio ottobre e buona produzione nel comprensorio di Dolianova.

In Campania produzione medio-bassa, ma buona la qualità del prodotto. Come già detto, sulle produzioni non elevate pesano la carica di frutti del 2019, le basse temperature in pre-fioritura e fioritura e la siccità estiva. In via indicativa la qualità dell’olio sembra ottima in tutti gli areali.

Valutazioni preliminari del 2020

Sono valutazioni preliminari, primizie dai campi che richiederanno conferma al termine della raccolta. Da questo rapido giro nei comprensori olivicoli italiani emergono delle buone prospettive per la produzione 2020.L’annata è ottima sotto tutti i punti di vista al centro-nord, che però pesa poco in termini quantitativi nazionali, medio-bassa, in qualche caso media nelle regioni del sud e delle isole.

In termini generali, le olive sono sane perché non vi sono stati grossi problemi di natura parassitaria nel 2020, sicuramente meglio che nel 2019. Anche dal punto di vista climatico, con l’abbassamento delle temperature e le piogge autunnali le olive hanno recuperato il ritardo nella crescita e sono maturate lentamente, cioè nelle migliori condizioni per un’eccellente qualità del prodotto. Le frequenti piogge della prima parte di ottobre hanno comportato dei disagi nella continuità delle operazioni di raccolta, soprattutto per l’ingresso delle macchine in terreni saturi, poi le cose sono migliorate.

In definitiva, il 2020, anno travagliato per tanti versi, si presenta sotto i migliori auspici per la filiera, ma è bene toccare ferro fino a che la raccolta non sia conclusa.

L’articolo è pubblicato su Olivo e Olio n. 6/2020

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Ringrazio i tanti colleghi e operatori che hanno fornito le informazioni dei diversi comprensori olivicoli.

Previsioni campagna olearia 2020, primizie dagli oliveti e dai frantoi - Ultima modifica: 2020-11-19T18:30:08+01:00 da Barbara Gamberini

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