La produzione vivaistica olivicola riveste oggi un ruolo strategico all’interno della filiera olivicola- olearia. Collocandosi a monte del processo di produzione, influenza le scelte e le prestazioni economiche di tutto il settore produttivo.
Lo sviluppo delle tecniche di propagazione, l’identificazione e l’idonea conservazione degli stock genetici, e l’uso di nuove tecnologie sono la chiave per fornire produzioni di qualità per lo sviluppo di un’olivicoltura moderna, sostenibile e redditizia. La conoscenza degli aspetti fondamentali del comparto, dalla produzione alle superfici investite e al numero di aziende, sino alla programmazione della propagazione, è fortemente limitata dalla scarsità di informazioni riportate dalle fonti statistiche ufficiali. La produzione mondiale annua è stimata pari a 43,5 milioni di piante: l’84% della produzione (36,54 milioni di piante) è prodotto nelle Regioni del Mediterraneo (Spagna, Italia, Grecia, Turchia, Tunisia), mentre la rimanente parte (circa 7 milioni di piante) è prodotta in altri Paesi olivicoli. (…)
Qualificazione delle piante
Nel mondo olivicolo si è assistito in questi ultimi anni, anche a causa delle preoccupanti diffusioni di patogeni da quarantena come la Xylella, alla crescente richiesta di materiale certificato. Testimonianza di ciò è l’incremento del numero delle piante certificate rilasciate dai vivai olivicoli che aderiscono alla certificazione volontaria. Il sistema è ben collaudato in Toscana Puglia, mentre poco rappresentato in Calabria e Sicilia, solo per citare le principali regioni di interesse per il vivaismo. Infatti, è possibile stimare che la produzione di piante di olivo certificate sia pari a circa 500 mila piante (Virus esenti), a cui si aggiungono circa 100.000 piante propagate in vitro e prodotte prevalentemente in Emilia- Romagna. La certificazione ha due obiettivi: proteggere i diritti degli utenti finali (olivicoltori) nell’acquisto di un prodotto di qualità superiore e permettere ai vivaisti di proteggersi dalla concorrenza sleale accreditando la loro produzione. Il processo di certificazione prevede sia la rispondenza genetica sia lo stato fitosanitario del materiale propagato. (…)
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