Obiettivo di una buona concimazione azotata e di un ottimale apporto di elementi minerali all’olivo, è quello di mantenere/incrementare la produttività della pianta, senza però interferire con l’equilibrio tra accrescimento della chioma e produzione, evitando quindi gli eccessi che possono sbilanciare la pianta verso un eccesso vegetativo e, tra l’altro l’innescarsi di insidiosi problemi di alternanza produttiva.
Gli studi sull’utilizzo dell’azoto nella concimazione dell’olivo sono abbondanti e prevalentemente concentrati sugli effetti sull’accrescimento e sulla produzione; poche sono invece le informazioni su come lo stato nutrizionale dell’albero influenzi la sua suscettibilità alle infezioni fungine e gli attacchi parassitari.
Su questo specifico aspetto si sono concentrati i ricercatori portoghesi che hanno recentemente pubblicato le osservazioni relative all’effetto dell’azoto sulla suscettibilità dell’olivo agli attacchi di mosca e alle infezioni di occhio di pavone e antracnosi (o lebbra).
Lo studio è stato condotto su oliveti maturi, non irrigati, delle varietà portoghesi Cobrançosa (piante di 18 anni) e Madural (50 anni); due cultivar importanti per la produzione portoghese e in particolare per la denominazione protetta “Azeite de Trás-os-Montes”.
Sulla cultivar Cobrançosa la sperimentazione ha previsto l’applicazione, per due anni (2017 e 2018), di 4 dosi di azoto (0 kg/ha, 20 kg/ha, 40 kg/ha e 120 kg/ha; sulla seconda cultivar sono state utilizzati solo i trattamenti di 0, 40 e 120 kg/ha.
Le osservazioni sull’infestazione da mosca delle olive sono state effettuate in entrambi glia anni attraverso un campionamento alla raccolta. Per il campionamento della mosca, oltre al conteggio delle olive con fori di uscita, i frutti sono stati sezionati ed esaminati per la presenza dei diversi stadi di sviluppo della mosca.
Meno azoto, maggiore incidenza della mosca
Mentre non si sono osservati effetti chiari per quanto riguarda l’effetto delle concimazioni azotate sull’occhio di pavone e sulla lebbra, lo studio di Rodrigues et al. Ha raggiunto alcuni interessanti risultati per quanto riguarda la mosca dell’olivo.
Infatti, al netto della variabilità tra le due annate, il primo evidente risultato ottenuto dai ricercatori portoghesi è che, sulla cv. Cobrançosa, al trattamento di controllo (0 kg/ha) e alla dose più elevata di azoto 120 kg/ha sono corrisposte l’incidenza più alta e più bassa registrate. Per la cv. Madural, la cui suscettibilità all’infestazione è stata sempre maggiore rispetto all’altra cultivar, l’incidenza ridotta in corrispondenza della maggiore dose di azoto è stato osservato solo nel 2018 (nessuna differenza osservata invece nel 2017).
Uno dei risultati registrati dai ricercatori portoghesi, è stato un netto effetto della concimazione azotata sul grado di maturazione delle olive osservato alla raccolta, minore nel caso della concimazione elevata (120 k/ha) rispetto al controllo, e sintomatico di un ritardo nel processo di accrescimento e maturazione dei frutti. Ipoteticamente, secondo gli autori, la maggiore superficie traspirante data dal maggiore accrescimento della chioma nei trattamenti con più alta dose di azoto (120 kg N/ha), avrebbe esposto le piante a un maggiore stress idrico estivo, causando il rallentamento della maturazione.
Proprio la maturazione più tardiva sarebbe anche alla base della ridotta suscettibilità alla mosca: per i ricercatori portoghesi, infatti, con il ritardo di maturazione dei frutti si otterrebbe una de-sincronizzazione tra la curva di maturazione delle drupe ed i picchi di volo dell’insetto, sottointendendo una minore attrattività dei frutti più piccoli e meno maturi verso le femmine in ovodeposizione.
Bibliografia
Rodrigues, M. Â. et al., 2019. The effect of nitrogen fertilization on the incidence of olive fruit fly, olive leaf spot and olive anthracnose in two olive cultivars grown in rainfed conditions. Scientia Horticulturae, 256: 108658.