Strumenti e strategie per il futuro dell’olivicoltura italiana

olivicoltura italiana
Il riutilizzo delle sanse per la produzione di biogas o di biometano è una delle scelte innovative possibili per i frantoiani per puntare a prospettive di reddito che non derivino solo dalla trasformazione
Le proposte emerse a Evoo Trends 2020 per un nuovo protagonismo degli olivicoltori e dei frantoiani italiani

Fondazione Evoo School Italia, Rete Italiana Frantoi, produzione di biogas o biometano per una gestione sostenibile delle sanse, credito a supporto del comparto. Sono alcune delle proposte per un nuovo protagonismo degli olivicoltori e dei frantoiani italiani emerse a Evoo Trends 2020 nel corso del webinar “Strumenti e strategie per il futuro dell’olivicoltura italiana: Unaprol al servizio degli olivicoltori e dei frantoiani”.

Fondazione Evoo School Italia, un progetto culturale

Nicola Di Noia, direttore di Unaprol

«Nella prospettiva di una crescita culturale complessiva degli attori della filiera olivicolo-olearia, dagli olivicoltori ai frantoiani fino ai consumatori – ha informato Nicola Di Noia, direttore generale di Unaprol, – si inserisce l’attività della Fondazione Evoo School Italia.

È uno strumento creato dalla Confederazione nazionale Coldiretti e dal Collegio nazionale degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati, col supporto operativo di Fondazione Campagna Amica e di Unaprol, per far progredire il comparto olivicolo-oleario attraverso un progetto culturale che coinvolga partner nazionali e internazionali, dagli imprenditori ai ricercatori fino alle istituzioni, con lo scopo di formare e qualificare i professionisti del settore, sostenere la conoscenza dell’olio extravergine d’oliva e della olivicoltura, supportare lo sviluppo della filiera.

Vogliamo andare oltre i panel test, pur mantenendone intatta l’importanza. Perciò la Fondazione è una scuola di assaggio ma anche di formazione, di supporto agli olivicoltori e ai frantoiani a diventare più capaci, disponibile alla collaborazione con le scuole tecniche agrarie, le Università e gli altri centri di ricerca, aperta non solo agli addetti ai lavori, ma a chiunque ci aiuterà a migliorare la qualità dei nostri oli e a diventare più professionali».

Rete Italiana Frantoi

La Rete Italiana Frantoi è una rete di aziende olivicole e frantoiane che punta, fra l’altro, a unire esperienze e competenze

La Rete Italiana Frantoi, invece, ha aggiunto Di Noia, è una realtà la cui nascita è stata favorita da Unaprol per creare comunicazione e confronto tra le imprese, nell’ottica di un aggiornamento costante per risultati sempre migliori.

«Non vogliamo creare una nuova associazione, bensì una vera e propria rete di aziende olivicole e frantoiane, un contratto di rete con obiettivi ben precisi:

  • mutualità mettendo a fattore comune know-how, esperienze e competenze;
  • risparmio, sottoscrivendo convenzioni con operatori di mercato per acquistare beni e servizi a condizioni di favore;
  • convenzioni con specialisti per assistere i frantoiani su servizi come l’etichettatura, la cui normativa è insidiosa e comporta responsabilità rilevanti;
  • aggiornamento dei “retisti” con l’invio di newsletter su questioni come normativa, sicurezza sul lavoro in tempo di Covid-19, gestione dei rifiuti, ecc.;
  • presentazione all’estero in maniera unitaria e attività di lobby per valorizzare l’olio extravergine di oliva;
  • organizzazione di corsi specialistici, insieme con la Fondazione Evoo School Italia, per innalzare la qualità dei processi produttivi;
  • reciproco supporto per partecipare a progetti comuni».

Gestione sostenibile delle sanse

Piero Gattoni
Piero Gattoni, presidente del Consorzio italiano biogas

I frantoiani devono passare, ha poi esortato Piero Gattoni, presidente del Consorzio italiano biogas, a una gestione sostenibile delle sanse.

«Per tanti anni le sanse, più o meno umide, hanno rappresentato per i frantoi un residuo di lavorazione difficile da gestire, invece da qualche tempo sono diventate una opportunità.

Attualmente gran parte delle sanse viene lavorata dai sansifici, ma i frantoiani le possono valorizzare, grazie alla digestione anaerobica, per ottenere non solo biogas, e quindi energia elettrica e termica, ma anche biometano, un carburante al 100% italiano, nonché un digestato ottimo come fertilizzante organico.

Il Consorzio italiano biogas è costituito dai primi utilizzatori di questa tecnologia in Italia per valorizzare gli effluenti zootecnici e può mettere a disposizione della filiera olivicolo-olearia le proprie conoscenze e competenze».

Credito a supporto del comparto olivicolo-oleario

Roberto Moncalvo
Roberto Moncalvo, presidente di AgriCorporateFinance

Nuovi strumenti di credito a supporto del comparto olivicolo-oleario sono stati presentati da Roberto Moncalvo, presidente di AgriCorporateFinance, una rete di società specializzate nell’ambito della mediazione creditizia, della intermediazione finanziaria e della consulenza assicurativa a favore del settore agricolo, agroalimentare e agroindustriale.

«Offriamo garanzie a supporto del comparto olivicolo-oleario i cui destinatari sono organizzazioni di produttori e loro associazioni, cooperative, frantoi e produttori singoli.

Il finanziamento ammesso è il supporto del circolante (ad esempio scorte di materie prime e prodotti finiti, anticipi commerciali e anticipi ai soci conferenti) e ha durata massima di 12 mesi. L’importo massimo della garanzia diretta Ismea è l’80% del finanziamento e fino a 1 milione di euro per le micro e le piccole imprese e a 2 milioni di euro per le medie imprese. Beneficiari dei finanziamenti sono imprese sane e solvibili “non in difficoltà”».

Nuovo protagonismo dei frantoiani

Quelle proposte durante l’incontro, ha concluso Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia, nonché olivicoltore e frantoiano, sono idee per un nuovo protagonismo dei frantoiani italiani, circa 6.000, buona parte dei quali anche confezionatori.

Savino Muraglia Coldiretti Puglia
Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia

«I frantoiani devono imparare a riconoscersi per quello che sono, fulcro del territorio agricolo in cui operano, per mirare a prospettive di reddito che non derivino solo dalla trasformazione.

Alcuni frantoiani hanno già idee vincenti:

  • accoglienza in oleificio,
  • esperienza degustativa,
  • adozione di un olivo,
  • visita in aziende olivicole,
  • riutilizzo delle sanse e così via.

Ebbene, noi vogliamo unire e replicare queste idee di successo. I frantoiani devono imparare a integrare il core business con altre attività, dando ulteriore visibilità alla propria azienda.

Oggi la metà dei turisti è mossa da interessi enogastronomici. Perché non motivarli e guidarli a un turismo legato anche alla conoscenza e al consumo dell’olio extravergine di oliva e del “mondo” che gira intorno a esso? Quelle idee innovative sono ormai scelte obbligatorie per i frantoiani, altrimenti rimarranno relegati a un ruolo di meri trasformatori».

Strumenti e strategie per il futuro dell’olivicoltura italiana - Ultima modifica: 2020-09-28T15:33:20+02:00 da Barbara Gamberini

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