L’assemblea dell'associazione nazionale “Città dell’Olio”, rete alla quale aderiscono oltre 400 Comuni ed enti a vocazione olivicola, ha approvato a Roma la “Carta degli impegni per la sostenibilità e benessere”, a fronte della cui sottoscrizione verrà rilasciata la certificazione "Marchio Città dell’Olio", con la possibilità di poterlo declinare sul territorio di propria competenza.
Destinatari frantoi, ristoranti, musei, oleoteche, tour operator
La Carta prevede che il Marchio possa essere concesso, in base a disciplinari specifici, agli operatori economici locali quali aziende olivicole, frantoi, ristoranti, musei, oleoteche, agenzie di viaggio e tour operator che ne vorranno condividere valori e principi ma che soprattutto si impegnano a realizzare azioni concrete volte alla valorizzazione della cultura olivicola e del prodotto olio EVO nella sua dimensione sociale, economica, ambientale, turistica e territoriale in un’ottica di sostenibilità.
Puntare su qualità e sviluppo della civiltà olivicola
La creazione del Marchio Città dell’Olio - è stato spiegato - punta aumentare il livello qualitativo dell’offerta produttiva e turistica olivicola degli operatori economici aderenti nei vari territori, in un’ottica di salvaguardia del valore bio-culturale dell’olivicoltura e a sostenere lo sviluppo di una imprenditoria locale impegnata a produrre beni e servizi legati alla cultura e civiltà olivicola, in armonia con le risorse del territorio salvaguardando gli specifici valori espressi dalle identità storiche locali.
Un'offerta integrata tra olio evo, cultura e turismo
Con la Carta e il relativo Marchio, dunque, l'associazione intende - si legge in una nota - valorizzare le identità locali e le produzioni tipiche locali legate alla produzione dell’olio extra-vergine di oliva, e la relativa offerta culturale, produttiva e turistica; contribuire alla valorizzazione della qualità del prodotto olivicolo italiano e delle cultivar locali con particolare riferimento alle produzioni a marchio D.O.P. e I.G.P., quali espressioni del territorio e delle sue comunità e promuovere lo sviluppo di un’offerta integrata tra olio evo, cultura e turismo.
L’oleoturismo diventa così “turismo di comunità”
«Per le Città dell’Olio si tratta di una grande opportunità di qualificazione il proprio territorio e la propria offerta oleoturistica», sottolinea il presidente delle Città dell'Olio Michele Sommessa. «I tempi sono maturi per fare un salto in avanti e trasformare il turismo dell’olio in una esperienza di comunità che coinvolge non solo la filiera della produzione ma anche quella della ristorazione e dell’accoglienza. L’oleoturismo diventa così “turismo di comunità”, un’occasione per dare “valore” all’olio EVO e più redditività agli olivicoltori».