Nonostante le condizioni meteorologiche particolari di fine primavera in molte regioni italiane, caratterizzate da precipitazioni frequenti e temperature più basse delle medie stagionali, avessero suscitato preoccupazioni tra gli olivicoltori riguardo alla fioritura e alla allegagione dell’olivo, in molti comprensori olivicoli i produttori rimangono ottimisti.
La situazione è estremamente diversificata:
- in gran parte delle aree produttive le piogge primaverili, pur non annullando la siccità dei mesi precedenti, hanno avuto un impatto positivo,
- mentre in altre zone, in cui i temporali sono stati particolarmente intensi e accompagnati da grandinate, la produzione sarà notevolmente ridotta come, ad esempio, in Basilicata dove, secondo quanto riportato dall’associazione Oprol, la perdita di produzione a causa degli eventi meteorologici avversi potrebbe aggirarsi intorno al 40%.
- In altri casi, repentini sbalzi di temperatura o frequenti precipitazioni nella fase di fioritura hanno ostacolato una regolare allegagione delle piante, con differenze nello stesso appezzamento tra varietà con fenologia tendenzialmente precoce e varietà tardive a partire dal risveglio vegetativo.
L’andamento meteorologico primaverile, nonché quello estivo, anch’esso caratterizzato da eventi di precipitazione intervallati da periodi con elevate temperature, hanno favorito, o per lo meno non hanno impedito, lo sviluppo delle popolazioni di mosca dell’olivo (Bactrocera oleae), che, all’avvicinarsi dell’autunno, sono in grado di infestare una elevata percentuale delle drupe in accrescimento. In particolare, nelle aree dove scarsa è risultata l’allegagione, il ridotto numero di frutti sulle piante è immediatamente preda delle femmine di mosca che in questi casi depongono anche più di un uovo sulla stessa oliva (foto in apertura).
Nelle aree di maggiore suscettibilità al fitofago ed in particolare sulle varietà che ingrossano presto i propri frutti, all’inizio del mese di settembre si assiste già alla fase di puntura e deposizione delle uova degli adulti della terza generazione di mosca.
Precedentemente questo temibile insetto ha già compiuto una generazione nel mese di luglio ed una nel mese di agosto senza una interruzione per diapausa estiva nonostante gli elevati valori termici diurni con punte fino a 40 °C. Questo andamento è probabilmente stato favorito dal verificarsi di abbassamenti termici in corrispondenza degli eventi di precipitazione, nonché dai livelli di elevata umidità relativa nel microclima a livello della chioma delle piante.
L’umidità, infatti, da una parte favorisce la dinamicità dell’insetto che non si disidrata quando è in attività, dall’altra, tramite l’evaporazione, riduce i picchi di temperatura in prossimità della vegetazione.
Azioni in pre-raccolta contro la mosca
L’oliveto a partire da settembre è comunque esposto, in tutte le regioni olivicole italiane, agli attacchi della mosca dell’olivo. Per organizzare correttamente la difesa dalle infestazioni di mosca nel periodo di maggiore rischio è, come sempre, necessario partire dal controllo delle catture di adulti nelle trappole installate già dal primo volo in campo (mese di luglio) e monitorate con frequenza settimanale. Le trappole più impiegate possono essere cromotropiche (catturano sia maschi sia femmine), eventualmente innescate con attrattivi alimentari, oppure a feromoni (catturano solo maschi).
Gli adulti volano quasi tutto l’anno, ma negli impianti con cultivar da olio l’infestazione sui frutti inizia in genere a partire da luglio (fase di ingrossamento dei frutti) per poi rallentare con l’innalzamento delle temperature in piena estate.
Da fine estate ed in autunno l’attacco ai frutti aumenta (foto 2) fino all’arrivo dei primi freddi. Nella maggior parte dei casi poi l’insetto sverna come pupa nel terreno. Qualora si utilizzino di trappole per il monitoraggio dei voli purtroppo il numero di adulti catturati non costituisce una informazione sufficiente per definire le strategie di difesa più idonee: occorre sempre verificare i livelli di infestazione nei frutti per una corretta gestione fitoiatrica dell’oliveto.
È infatti necessario effettuare settimanalmente un campione di 100 olive per ettaro raccolte a caso (una oliva per pianta oppure 10 olive da 10 piante) e ricercare, con l’aiuto di uno stereomiscroscopio (o di una lente contafili) e di un bisturi, la presenza di uova e larve all’interno dei frutti (foto 3).
Particolare attenzione va posta nei confronti delle uova e delle larve giovani di I e II età che costituiscono la cosiddetta infestazione attiva. La soglia di intervento varia a seconda della strategia di difesa scelta: infatti i due principali metodi di controllo della mosca si basano su criteri di intervento differenti.
Lotta larvicida
La lotta larvicida si realizza con interventi mirati alla devitalizzazione delle larve nei primi stadi di vita all’interno delle drupe. Ciò consente di prendere in considerazione un valore soglia elevato in genere pari al 2-5% di infestazione attiva. Gli interventi si eseguono irrorando la vegetazione con prodotti fitosanitari ad attività citotropica-translaminare, cioè capaci di penetrare nel frutto e diffondersi nella polpa, raggiungendo l’insetto bersaglio, svolgendo la loro azione insetticida per contatto e ingestione.
Lotta adulticida
La lotta adulticida ha lo scopo di ridurre il livello della popolazione di mosca prima che le femmine abbiano deposto le uova. Pertanto, è opportuno intervenire all’inizio della fase di ovideposizione, quando l’infestazione attiva non supera l’1-2% del campione esaminato.
Il metodo prevede trattamenti su una porzione limitata della chioma, preferibilmente quella esposta a sud, con una soluzione costituita da esche attrattive mescolate con prodotti fitosanitari ad attività insetticida. Diversi sono i prodotti attualmente autorizzati per il controllo della mosca dell’olivo con metodo adulticida da distribuire solo su porzioni ridotte di chioma con volumi compresi tra 5 e 15 litri per ettaro, massimo 30 l/ha.
I prodotti a base di spinosad, costituiti da una miscela già pronta di esca attrattiva e sostanza attiva insetticida, sono ammessi in regime di agricoltura biologica. Interventi con finalità adulticida si possono realizzare nelle aziende che agiscono in regime di agricoltura biologica anche impiegando come insetticidi prodotti a base di piretro naturale o contenenti il fungo entomopatogeno Beauveria bassiana. I formulati contenenti acetamiprid devono essere miscelati con un’esca proteica al momento della preparazione della soluzione da distribuire.
Nel 2023 è stato autorizzato un prodotto fitosanitario a base di cyantraniliprole che viene commercializzato in combipack con un’esca proteica. Il vantaggio di questa tecnica consiste in una sensibile riduzione della quantità di prodotto insetticida distribuito.
Piogge intense (>20 mm), cadute nei primi giorni successivi al trattamento adulticida, ne diminuiscono notevolmente l’efficacia e ciò rende necessaria la ripetizione dell’intervento.
Altre metodologie di controllo della mosca si possono realizzare sfruttando l’attività indiretta dei sali di rame normalmente impiegati contro i patogeni dell’olivo o attuando la cattura massale attraverso l’installazione (a partire da fine giugno) di un adeguato numero di trappole contenenti attrattivi alimentari associati ad un prodotto insetticida di contatto (metodo attract and kill).
Nella tabella 1 sono riportate, a titolo esemplificativo, le indicazioni e le limitazioni per il controllo della mosca diramate dalla Regione Toscana; si rimanda, per altri areali, alle disposizioni delle Regioni di appartenenza nonché ai notiziari fitosanitari, validi strumenti di supporto alle decisioni fitoiatriche gestiti dai servizi di sviluppo delle Regioni o da associazioni olivicole.
Diagnosi precoce per l’occhio di pavone
Il metodo, da impiegare nei periodi in cui i sintomi sulle foglie sono meno evidenti, consiste nell’immergere un campione di 200 foglie/ettaro prelevate a caso in una soluzione al 5% di idrossido di sodio o di potassio (NaOH o KOH) a 55-60 °C per circa 2-4 minuti.
Le foglie attaccate mostreranno dei tipici aloni nerastri.
- Per la preparazione della soluzione, impiegando ad esempio 1 litro di acqua, occorrono circa 50gr di soda caustica (idrossido di sodio 99%). La soda caustica può essere reperita in ferramenta o in negozi specializzati (attenzione manipolare il prodotto seguendo le istruzioni della confezione e utilizzando gli adeguati dispositivi di protezione);
- Sciogliere la soda caustica nell’acqua riscaldando lentamente la soluzione fino a 55-60 °C;
- Immergere le foglie nella soluzione per 2-4 minuti;
- Calcolare la percentuale delle foglie con aloni nerastri.
Occhio di pavone, diagnosi e trattamenti
Per quanto riguarda l’attività dei patogeni da tenere presente che Venturia oleaginea, agente dell’occhio di pavone, in questo periodo può colonizzare l’apparato fogliare in maniera asintomatica. Nel mese di settembre i propaguli del fungo, differenziatisi su foglie già colpite dalla malattia, vengono dispersi attraverso la pioggia sulla vegetazione sana e possono dare origine a nuovi processi infettivi che si manifesteranno solamente ad autunno inoltrato oppure nel corso della primavera successiva con le tipiche macchie concentriche e tondeggianti di colore grigio e alone giallastro (foto 4).
Per evidenziare la presenza del patogeno è opportuno prelevare un campione di 200 foglie per ettaro scelte a caso a sottoporre al test della diagnosi precoce più volte descritto in questa rubrica. I trattamenti fitosanitari nei confronti dell’occhio di pavone sono consigliati al superamento della soglia di intervento del 30-40 % di foglie infette; valori soglia inferiori possono essere presi in considerazione in caso di varietà notoriamente suscettibili alla malattia, soprattutto se associate a giacitura ed esposizione dell’oliveto che favoriscono lo sviluppo del patogeno (es. oliveti di fondo valle nei quali l’umidità relativa rimane a lungo elevata).
Nel periodo autunnale si consiglia di intervenire con prodotti a base di sali di rame, mentre formulati contenenti il principio attivo dodina o fungicidi ad attività curativa (tabella 1) andrebbero usati quando i livelli di infezione sono molto elevati.
Gli interventi contro l’occhio di pavone sono efficaci anche contro gli attacchi di cercosporiosi, visibili già in piena estate con ingiallimenti fogliari, sono causati da Mycocentrospora cladosporioides. Nei comprensori olivicoli a maggior incidenza della malattia è infatti consigliabile effettuare un secondo intervento con prodotti a base di sali di rame per contenere la malattia, dopo quello già consigliato nel periodo estivo.
In ogni caso è sempre raccomandato programmare gli interventi fitoiatrici valutando attentamente gli intervalli di sicurezza dei prodotti impiegati. Se la situazione lo consente è consigliabile rinviare gli interventi contro i patogeni dopo la raccolta.
L’articolo è stato pubblicato sulla rivista Olivo e Olio n. 5/2023
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