Gli uliveti ben condotti, con chiome arieggiate da potature razionali e con concimazioni bilanciate, difficilmente sono soggetti a forti attacchi dei funghi che si rendono responsabili di due tipiche malattie fogliari dell’olivo: l’occhio di pavone (Spilocaea oleagina) e la cercosporiosi (Mycocentrospora cladosporioides).
A volte, però, interventi errati o annate particolarmente favorevoli allo sviluppo degli agenti di queste due malattie possono portare a forti infezioni che defogliano le piante, stressandole ed esponendole ad altre problematiche fitosanitarie, come gli attacchi massicci di scolitidi.
L’occhio di pavone
In questo periodo, negli oliveti che a primavera presentavano sintomi di occhio di pavone, è possibile valutare se intervenire contro quest’avversità con prodotti a base di rame, prima di essere troppo vicini alla raccolta. L’eventuale necessità di controllare la mosca delle olive nello stesso periodo potrebbe consentire di fare un unico trattamento abbinando all’insetticida il prodotto fungicida.
In questa fase le infezioni fogliari di Spilocaea non sono facilmente visibili a occhio nudo, perché il fungo non ha ancora differenziato le strutture di moltiplicazione responsabili della comparsa delle tipiche macchie concentriche a “occhio di pavone” che nella stagione autunnale diffonderanno i suoi conidi. Sulle foglie apparentemente integre, comunque, le infezioni latenti di Spilocaea possono essere precocemente rilevate mediante immersione in una soluzione acquosa di soda caustica al 5%, alla temperatura di 50-60 °C per 2-3 minuti.
La soda penetra più facilmente nella foglia dove la cuticola è stata danneggiata dalla Spilocaea e aggredisce i tessuti fogliari inscurendoli. In tal modo è facile evidenziare le tipiche zonature concentriche ad “occhio di pavone” che risultano più scure rispetto alle parti sane della foglia. A seconda del grado di infezioni fogliari si dovrà decidere se intervenire subito o dopo la raccolta eseguendo un trattamento con prodotti a base di rame.
Cercospora dell’olivo e piombatura
Il trattamento rameico avrà effetto anche contro eventuali infezioni di cercospora (Mycocentrospora cladosporioides), responsabile della “piombatura” dell’olivo, i cui sintomi sono meno evidenti dell’occhio di pavone.
Il fungo penetra attraverso gli stomi o microlesioni e si diffonde nel mesofillo nell’intero spessore della foglia. In fase avanzata di infezione compaiono, sulla pagina superiore, aree clorotico-giallastre, che possono interessare settori marginali o apicali della foglia che poi necrotizzano.
Sulla pagina inferiore si osservano i sintomi che caratterizzano la piombatura: la superfice assume tonalità di colore grigio plumbea, a causa delle ife conidiofore che escono dagli stomi e che possono essere osservate con una buona lente di ingrandimento.
La cercospora si conserva differenziando piccoli sclerozi o come micelio attivo sulle foglie cadute o pendenti e si avvantaggia di condizioni di elevata umidità relativa. Nei casi più gravi l’infezione di cercospora può interessare i rametti, i piccioli fogliari e anche le drupe.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita