Mosca delle olive, il metodo “push-pull”

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Prime esperienze e risultati ottenuti dall’uso combinato di prodotti repellenti e formulati o dispositivi del tipo attract and kill

L’olivicoltore nel controllo di Bactrocera oleae, (Rossi) o mosca delle olive, viste anche le recenti norme che limitano l’utilizzo dei prodotti ad azione larvicida, necessita sempre più di avere a disposizione tecniche che basano la loro efficacia sul prevenire l’attacco e l’infestazione del fitofago alle olive. In tale contesto attualmente, in olivicoltura biologica e integrata, vengono utilizzati, come rimedi, prodotti ammessi e sperimentati che si caratterizzano per ridurre l’aggressione della mosca alle olive allontanandola dalla superficie trattata (repellenti-antideponenti) oppure attirandola e uccidendola (attract and kill o mass trapping).

Fig. 1 - Principali dispositivi attract and kill attualmente utilizzabili in olivicoltura biologica e integrata (da sinistra a destra: EcoTrap, Dakofaka, FlyPack).

Recentemente, in Regione Toscana, tutti questi prodotti e dispositivi-trappole sono stati descritti, dagli esperti di settore, in un documento tecnico messo a disposizione di tutti gli operatori di settore. In entrambi i casi (repellenti-antideponenti e attract and kill) si cerca di ridurre al minimo l’attacco alla produzione causato dall’ovideposizione delle femmine della mosca delle olive. Quindi, ad oggi, si punta soprattutto sui formulati piuttosto che sulle strategie. Queste ultime solitamente, sono più complesse da applicare e richiedono sperimentazione di lungo periodo. In ogni modo, la crescente richiesta da parte degli olivicoltori di alternative al mezzo chimico di sintesi impone l’individuazione di nuove strade da percorrere nel controllo delle infestazioni della mosca delle olive e il metodo push-pull potrebbe rappresentare una di queste (Delrio et al., 2010). (…)

Il metodo push-pull nella difesa integrata

La tecnica si basa sulla possibilità di utilizzare semiochimici intra e interspecifici per condizionare il comportamento degli insetti negli agroecosistemi. Il push-pull, in sintesi, ipotizza di movimentare la popolazione di insetti fitofagi allontanandola (push) da un’area coltivata, che vogliamo difendere dal danno, e attirandola (pull) in un’area dove si cerca di sopprimerla.

La possibilità di utilizzare questa tecnica è stata per prima ipotizzata nel 1987 (Pyke et al.) per controllare Heliothis spp nella coltivazione del cotone. In questo caso gli Autori hanno testato l’efficacia dell’uso combinato di prodotti vegetali, in particolare estratti di Azadirachta indica (detto anche albero di Neem) e di trappole. Successivamente (Khan et al., 2008) la solita strategia è stata utilizzata nel controllo della falena (stemborers) del mais e in questo caso, l’approccio è stato di tipo agroecologico e ha visto l’utilizzo combinato di una pianta (Desmodium repels) in grado di repellere la falena e di un’altra pianta che la attira (Pennisetum purpureum o erba Napier).

Più recentemente la tecnologia del push-pull è stata testata nell’ambito di sistemi colturali cerealicoli gestiti con approccio di chimica ecologica che ha affrontato, contemporaneamente, sia il controllo di fitofagi come pure delle piante infestanti (Khan et al.,2016).

Metodo Push-pull per il controllo di Bactrocera oleae

L’ipotesi di lavoro per l’applicazione del push-pull per il controllo di Bactrocera oleae non prevede l’utilizzo esclusivo di semiochimici, bensì l’impiego simultaneo, ma in superfici diverse, di:

  • a) prodotti commerciali ad azione repellente e
  • b) prodotti o dispositivi commerciali ad azione attract and kill.

Con i primi l’obiettivo è di tenere il più possibile protetto l’oliveto dall’attacco della mosca delle olive e con i secondi quello di attirare e uccidere la popolazione di mosche che, a giugno-luglio, sta cercando di rientrare nell’oliveto. .

Il metodo push-pull prevede 2 possibili strategie a seconda della conformazione della superficie olivata da trattare.

  1. strategia A: si tratta di individuare una superficie a fianco dell’oliveto coltivato, preferibilmente caratterizzata da oliveto abbandonato, dove viene eseguito il trattamento attract and kill.
  2. strategia B: la superficie in cui viene attuata la tecnica pull viene individuata nel perimetro della superficie olivata coltivata. In entrambi i casi i prodotti da utilizzare sono quelli attualmente disponibili in commercio e autorizzati contro la mosca delle olive (tab. 2).
Tab. 2 - Prodotti e dispositivi attualmente disponibili e già testati utilizzabili nel metodo push-pull
Push Pull
Caolino Dispositivi FlyPack
Sali di rame Dispositivi EcoTrap e Dakofaka
Altri formulati consentiti come repellenti-antideponenti (zeoliti, bentonite) Spintor Fly

La strategia prevede anche una ulteriore opzione la cui applicabilità verrà valutata nel 2021-2022. Si tratta, in questo caso, di intervenire anche sulla generazione primaverile di B.oleae con la strategia attract and kill e successivamente, a giugno-luglio con il metodo push-pull (fig. 3).

Questa eventualità non crea modifiche sui formulati utilizzati e sulle quantità d’uso, ma solo sulle epoche di intervento. In questo caso si cerca di ridurre la popolazione adulta di mosca delle olive a partire dalla generazione primaverile (prima annuale completa), originata dalla sopravvivenza invernale e successivo sfarfallamento delle pupe presenti nel terreno.

In tutti i casi sopra descritti, tenuto conto che si tratta di una strategia che mira alla prevenzione del danno, è fondamentale eseguire attività di monitoraggio nelle superfici olivate interessate, soprattutto nei periodi dell’anno per i quali è previsto l’inizio dell’attività del fitofago.

Le prime prove sull’applicazione del metodo push-pull, nel 2021, verranno eseguite dalla Scuola Sant’Anna sia nell’ambito del progetto FAR Maremma OSARE, come pure in collaborazione con Terre dell’Etruria partner del progetto “Olio Toscano per davvero - Residuo zero” di cui è capofila Olivicoltori Toscani Associati (OTA).

Push-pull: aspetti e problematiche

La strategia push-pull per il controllo della mosca delle olive, mostra alcune problematiche da affrontare e risolvere. Di seguito vengono elencate le principali:

  • dimensione ottimale dell’area da trattare con formulati attract and kill (pull) per poter compensare l’efficacia del repellente (push) sulla superficie da salvaguardare;
  • modalità di utilizzo dei dispositivi attract and kill (quantità ed epoche di intervento);
  • mantenimento dell’efficacia della strategia nel lungo periodo (da luglio a ottobre);
  • evitare di aumentare eccessivamente i costi di intervento dovuto all’uso combinato di 2 prodotti.

È evidente che ciascuno degli aspetti sopra elencati pone domande ad oggi irrisolte e meritevoli di essere affrontate a livello sperimentale prima di essere proposte al mondo della produzione.

Il futuro è nella ricerca sui semiochimici?

I ricercatori concordano sul fatto che la migliore applicazione della tecnica push-pull è quella che si basa sulle conoscenze delle strategie di comunicazione intra e interspecifica del fitofago (semiochimici) per utilizzarle ai fini dell’Integrated Pest Management. E anche la mosca delle olive non sfugge a questa regola.

Occorre però dire che nonostante B.oleae, da questo punto di vista, sia già stata molto studiata, mancano ancora molte conoscenze per poter pensare di applicare strategie di difesa a partire dai semiochimici. Pertanto occorre sicuramente che, alla pari delle prove di campo, la ricerca continui ad occuparsi dei meccanismi di interazione insetto-ambiente e insetto-pianta per individuare eventuali altre strategie e formulati da utilizzare rispetto a quelli ad oggi in uso.

L’articolo completo è pubblicato su  Olivo e Olio n. 4/2021

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Mosca delle olive, il metodo “push-pull” - Ultima modifica: 2021-07-14T14:00:01+02:00 da Barbara Gamberini

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