Il grande impegno del Mipaaf e degli assessori regionali sui programmi operativi per le organizzazioni di produttori dell’olivicoltura aiuta il sistema olivicolo italiano a crescere e a non disperdere il duro lavoro di aggregazione degli agricoltori e valorizzazione delle produzioni italiane portato avanti negli ultimi vent’anni.
È quanto sostiene Coldiretti Puglia, insieme con Unaprol – Consorzio Olivicolo Italiano, in merito all’esito della Conferenza Stato-Regioni che ha deciso di adottare il 2022 come anno di riferimento per il calcolo delle risorse comunitarie assegnabili alle Op per il 2023, parametrate in base al fatturato delle stesse. Assumendo così una posizione diversa da quella presa da Alleanza Cooperative Agroalimentari, che sostiene la necessità di assumere il 2021 come anno di riferimento.
Coldiretti Puglia: “Vantaggioso il 2022 come anno di riferimento”
Per Coldiretti Puglia, la scelta del 2022 come anno di riferimento, anziché il 2021, consentirà di attribuire risorse comunitarie maggiori alle regioni in grado di produrre alti livelli di fatturato, come in primo luogo la Puglia, e darà la possibilità a molti territori, che nei prossimi anni inevitabilmente perderanno la disponibilità di risorse comunitarie, di guadagnare un anno in termini di programmazione di azioni, di attività e di riorganizzazione.
Coldiretti Puglia sottolinea che la decisione del Ministero e delle Regioni permetterà certamente di presentare programmi più adeguati alle reali condizioni delle realtà imprenditoriali locali e di impegnare tutte le risorse messe a disposizione per il settore.
Tempistica proposta dal Mipaaf in linea con esigenze Op
La tempistica proposta dal Ministero è perfettamente in linea con la possibilità da parte delle Op di programmare gli investimenti, mentre le amministrazioni avranno a disposizione il fatturato effettivo supportato da documentazione ufficiale in modo tale che l’assegnazione avvenga nella massima trasparenza possibile, conclude Coldiretti Puglia.
Per l’organizzazione sindacale agricola è positiva anche la scelta di introdurre i contratti negoziati che rispondono all’esigenza di comprendere nel calcolo delle risorse da distribuire anche la produzione di olio e di olive che deriva da contratti siglati direttamente dai propri soci.