In queste settimane l’Italia sta decidendo in che maniera applicare la riforma della PAC per il quinquennio 2023-2027. Le novità sono molteplici e si può senz’altro parlare di una chiara discontinuità rispetto alla situazione di oggi, per effetto della crescente sensibilità ambientale da parte delle istituzioni comunitarie e nazionali e per la volontà politica a rendere più equa la distribuzione del sostegno pubblico a favore degli agricoltori.
L’attuale regime dei pagamenti diretti
L’anno 2022 è l’ultimo per il quale si applica il regime dei pagamenti diretti in vigore in Italia a partire dal 2015 che per l’olio d’oliva prevede un pagamento disaccoppiato (ex integrazione olio), articolato in una componente di base e una riservata al greening e un sostegno accoppiato, composto da tre distinte misure:
- un premio agli oliveti limitato a sole due regioni, ovvero Puglia e Calabria,
- un contributo agli oliveti in pendenza di Puglia, Calabria e Liguria
- e, infine, un contributo per gli oli DOP e IGP prodotti sull’intero territorio nazionale.
C’è in aggiunta una quarta componente costituita dal supplemento riservato ai giovani agricoltori con età inferiore a 40 anni che si siano insediati da meno di 5 anni. Tale forma di sostegno è intercettata da un numero limitato di beneficiari.
Contributi ad ettaro più alti in Puglia e Calabria
L’importo dei pagamenti diretti per ettaro di oliveto risulta piuttosto differente in Italia. Ci sono due regioni (Puglia e Calabria) che beneficiano di contributi più elevati, in genere superiori a 500 euro per ettaro e talvolta anche al di sopra della soglia dei 1.000 euro. In tutte le altre regioni i contributi per ettaro sono generalmente inferiori e indicativamente si attestano dai 200 ai 400 euro per ogni ettaro.
La differenza deriva dalla diversa entità dei premi che sono stati corrisposti agli olivicoltori italiani nel corso del quadriennio storico di riferimento per il calcolo dei titoli disaccoppiati che va dal 1999 al 2002. I produttori che in quel periodo hanno incassato, in virtù dei cosiddetti “modelli F”, contributi più elevati, continuano ancora oggi a beneficiare dell’effetto di trascinamento di tale favorevole situazione, in quanto la componente disaccoppiata dei pagamenti diretti di oggi risulta ancora parzialmente dipendente dai premi intercettati nel menzionato periodo storico di riferimento.
In aggiunta ai pagamenti diretti del primo pilastro della PAC, attualmente gli olivicoltori possono contare su una serie di misure programmate nell’ambito della politica di sviluppo rurale (Psr) e sulle ricadute delle politiche di mercato attuate dalle organizzazioni di produttori (OP ed AOP) e dagli organismi interprofessionali.
Cosa cambierà nella nuova Pac 2023-27? Come si trasformano le integrazioni per l’olio?
Ad oggi risultano acquisite le seguenti indicazioni:
- per quanto riguarda il regime ecologico è stata concepita una pratica specifica per le colture arboree che prevede l’inerbimento tra i filari degli alberi. Inoltre, le aziende olivicole possono contare pure su una seconda pratica, la cui impostazione è al momento ignota. In generale, per quanto riguarda il funzionamento del regime ecologico, l’Italia si starebbe orientando su 5 eco-schemi, a favore dei quali verrebbe destinata una percentuale di risorse inferiore rispetto a quella standard del 25%. Tale manovra, verrebbe compensata con un trasferimento di fondi dal primo al secondo pilastro da destinare al potenziamento dell’agricoltura biologica, sfruttando, in tal modo la flessibilità concessa dal regolamento di base dell’Unione europea;
- in relazione al sostegno accoppiato è in via di conferma la misura a favore del settore olivicolo, con una nuova impostazione, i cui elementi salienti risultano ad oggi ignoti, perché oggetto di confronto sui tavoli politici nazionali;
- in relazione al pagamento redistributivo le scelte si stanno orientando verso l’erogazione di un contributo supplementare a favore dei primi 10-20 ettari di ciascuna azienda agricola;
- per quanto riguarda il supplemento per i giovani agricoltori sembra confermata l’impostazione valida fino al 2022, con un aiuto uniforme per ettaro, riconosciuto per tutti gli ettari a disposizione del beneficiario, oppure limitata ad una data soglia dimensionale (si parla di 90 ettari).
Gli aggiornamenti e ulteriori approfondimenti li puoi trovare
su Olivo e Olio n. 1/2022
Leggi anche: Interventi per la filiera olivicola-olearia nella Pac 2023-2027