Con la riforma della Pac, KO dell’olivicoltura

Luca Lazzàro
Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Puglia
Per Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Puglia: «Nella nostra regione la riforma della Pac mette a rischio 90mila posti di lavoro nel comparto olivicolo. La sua impostazione è da rigettare completamente»

È fondamentale modificare l’attuale schema di riforma della Politica agricola comune (Pac) per attenuare l’impatto sull’olivicoltura. È quanto ha dichiarato il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro in occasione del convegno sulla riforma della Pac post 2020 che l’organizzazione agricola ha tenuto ad Andria.

Lazzàro: «Per l’agricoltura italiana 15% in meno di trasferimenti»

Per il presidente di Confagricoltura Puglia «la nuova Pac prevede per l’agricoltura italiana una riduzione totale di trasferimenti che ammonta, fino al 2027, a 6,2 miliardi di euro, il 15% in meno sul periodo precedente 2014-2020. È una riduzione che ricadrebbe su tutte le regioni. In particolare in Puglia sarebbero a serio rischio non solo le aziende ma anche una parte dei 900mila posti di lavoro del settore agroalimentare. Per la Puglia diventerà impossibile sostenere le prossime sfide produttive e commerciali, se la Pac invece di investire sulla nostra agricoltura disinveste, taglia. E tra queste sfide c’è far uscire il Salento dal dramma economico provocato dalla Xylella. Per poter essere competitivo il settore agroalimentare pugliese ha bisogno di risorse economiche per incentivare lavoro e sviluppo tecnologico. Se venissero meno delle risorse, molte aziende sarebbero costrette a chiudere o ridurre fortemente il personale impiegato».

«La riforma Pac penalizza l'olivicoltura»

La Puglia, ha rilevato Lazzàro, è la regione nella quale si assume più manodopera agricola, l’8,22% del totale di tutta l’Italia. «Il settore agroalimentare impiega in Puglia oltre 882.000 lavoratori agricoli e, al suo interno, l’olivicoltura occupa 90.000 lavoratori a tempo pieno. Sono numeri importanti, che diventano ancora più rilevanti se si paragonano all’industria: il comparto dell’auto in tutta Italia ne occupa appena un quinto, circa 165.000 lavoratori. La riforma della Pac, così come è strutturata, va a penalizzare le aziende più competitive, che, anche in olivicoltura, hanno fatto investimenti e danno più lavoro. Questo è inaccettabile e abbiamo chiesto all’assessore all’Agricoltura Donato Pentassuglia, al Tavolo regionale per la nuova Pac, di rigettare in toto questa impostazione».

«Ecco come modificare e migliorare la riforma Pac»

Perciò, ha sostenuto Lazzàro, «riguardo alla riforma della Pac occorre: lavorare con la Commissione europea all’eliminazione della convergenza e del pagamento redistributivo per le aziende a prevalenza olivicole; programmare con il Mipaaf l’introduzione di ecoschemi olivicoli che premino il comparto; riequilibrare la ripartizione degli aiuti accoppiati nei pagamenti diretti a favore dell’olivicoltura».

Con la riforma della Pac, KO dell’olivicoltura - Ultima modifica: 2021-11-23T11:08:31+01:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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