«Un frantoio che chiude non riapre mai più. Per questo serve un impegno risoluto per salvare la filiera dell’olio extravergine di oliva, sostenendo i frantoi salentini in grave crisi di liquidità e accompagnandoli nel percorso di rottamazione parziale o totale degli impianti. Nel Piano anti Xylella del Ministro Centinaio, approvato il 13 febbraio scorso in Conferenza Stato-Regioni, è stato dato spazio al sostegno dell’ammodernamento degli impianti di molitura e a supporto della rottamazione parziale o totale degli impianti, per le aziende che vogliono dismettere o riconvertire l’attività, come richiesto da Unaprol e Coldiretti al tavolo con il Ministro Centinaio», ha esordito il vicepresidente nazionale di Coldiretti, David Granieri, in audizione in Commissione Agricoltura del Senatore sul Decreto Emergenze. «Vanno al contempo intensificate le maglie dei controlli e che olio con acidità ad 1 grado non venga spacciato per extravergine – ha aggiunto il presidente Granieri – perché sarebbe un ulteriore danno per il settore dell’olio extravergine di oliva pugliese, per la più grande industria green del Sud Italia».
«La metà dei frantoi pugliesi operano nell’area salentina tra le province di Lecce, Brindisi e Taranto – ha aggiunto il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia – e non hanno mai avuto bisogno di assistenzialismo. Vivono una condizione apocalittica, basta farsi un giro in Salento, hanno assoluta necessità di una moratoria sui mutui, per garantirne la sopravvivenza, sono necessarie misure ad hoc che prevedano integrazioni al reddito per 5 anni per le aziende di trasformazione che dimostrino di restare attive e produttive e interventi economici a supporto della rottamazione parziale e totale degli impianti, per i frantoi che vogliono dismettere o riconvertire l’attività. La rigenerazione del settore dell’olio extravergine salentino passa dai reimpianti che gli olivicoltori vogliono immediatamente attivare e dai frantoi che devono molire».
Sono 491 i frantoi operanti nel Salento, di cui 251 in provincia di Lecce, 143 a Brindisi e 97 a Taranto e qualunque misura si andrà a definire per sostenere le realtà della provincia di Lecce, dove lo scenario è apocalittico e i frantoi non hanno più olive da molire, potrà essere replicato e messo a patrimonio comune anche delle realtà operanti nelle altre province pugliesi, dove la malattia sta mietendo vittime.
«Xylella viene ancora definita calamità a sproposito. Per l’impatto catastrofico e perché non è un evento limitato nel tempo come ogni altra avversità atmosferica, ma è cronico, non può seguire il normale iter e va inserito in un provvedimento legislativo. Dall’Assessorato regionale all’Agricoltura non è arrivata la pronta segnalazione al Ministro la necessità di inserire la richiesta di calamità in deroga in un provvedimento legislativo, in caso contrario non sarebbe possibile accedere al Fondo di Solidarietà Nazionale», ha insistito il presidente Muraglia.
«Per la gravità della situazione e il tempo perduto, è importante l’impegno diretto del Governo che ha garantito 300 milioni di euro di risorse aggiuntive, oltre ai 100 milioni già stanziati con la Delibera CIPE, che è necessario ora arrivino realmente agli agricoltori, ai frantoiani e ai vivaisti – ha detto il presidente Muraglia – oltre ad attuare una reale e concreta semplificazione del mercato del lavoro, oltre a parametrare l’intervento dedicato alla copertura dei costi sostenuti dalle imprese olivicole per gli interessi sui mutui bancari in misura proporzionale all’effettivo costo, non assegnando un identico ammontare che sminuisce di fatto l’efficacia della misura».
La malattia ha minato profondamente l’intero tessuto produttivo olivicolo e oleario del Salento – denuncia Coldiretti Puglia – con una perdita progressiva della Produzione Lorda Vendibile dai 50 milioni di euro della campagna 2016-2017 ai 300 milioni di euro della campagna 2018-2019.
I frantoi cooperativi, aziendali e industriali, hanno registrato un calo significativo del quantitativo di olive molite del 50% nella campagna 2016- 2017, del 75% nella campagna 2017-2018 e del 90% nella campagna 2018-2019, con l’equivalente crollo del fatturato e la riduzione del personale impiegato del 90%, oltre al danno stimato per difetto al patrimonio olivetato di 1,2 miliardi di euro.