Dalla mannaia di Trump si salvano 443 milioni di euro di esportazioni annuali di olio d’oliva negli Stati Uniti. È quanto emerge da un’elaborazione di Unaprol, l’Unione nazionale dei produttori olivicoli, su dati Istat in relazione ai nuovi dazi al 25% che gli Usa vogliono invece applicare sui tesori agroalimentari made in Italy come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Pecorino e altri prodotti lattiero caseari, insieme a salumi, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori. Insieme all’olio d’oliva, per una quantità di oltre 101 milioni di litri all’anno, sono salvi anche altri elementi base della dieta mediterranea come le conserve di pomodoro, la pasta e il vino.
Dazi Usa, mercato cruciale per l’olio italiano
«I dazi sulle esportazioni negli Stati Uniti avrebbero rappresentato un colpo mortale visto che quel mercato assorbe quasi un terzo della nostra produzione che quest’anno prevede un aumento dell’80% con oltre 315 milioni di chili dopo il crollo storico registrato lo scorso anno» spiega David Granieri, Presidente nazionale di Unaprol e produttore olivicolo del Lazio. Rispetto allo scorso anno – sottolinea Unaprol – la produzione torna a crescere al Centro Sud dover si concentra gran parte del raccolto nazionale mentre è in discesa al Nord.
La filiera produttiva nazionale coinvolge oltre 400 mila aziende agricole specializzate in Italia e può contare sul maggior numero di olio extravergine a denominazione in Europa (43 Dop e 4 Igp) con un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà di olive. Proprio negli Stati Uniti sono in corso iniziative di promozione dell’olio d’oliva italiano per sostenere e far conoscere agli americani il valore e la qualità del vero made in Italy.
Importante sostenere le imprese colpite dai dazi
«La scure di Trump ha colpito prodotti che insieme all’olio rappresentano la grande varietà e ricchezza del made in Italy negli Usa per questo – conclude Granieri – è importante intervenire subito con risorse adeguate per sostenere le imprese colpite dai dazi ed evitare la perdita di competitività sul mercato americano a vantaggio dei Paesi concorrenti aprendo la trattativa a livello comunitario e nazionale attivando al più presto forme di sostegno ai settori più colpiti che stanno pagando ingiustamente la disputa sugli aiuti a Airbus e Boeing che ha originato la guerra commerciale».