La lotta all’insetto vettore della Xylella fastidiosa, la “sputacchina”, per arrestare l’avanzata del pericoloso batterio è indispensabile. Ma, per scongiurare il fallimento di tale misura, occorre prevedere, soprattutto nelle zone infette dove le aziende sono già state fortemente danneggiate, il rimborso per i costi da sostenere per le pratiche di prevenzione fitosanitaria obbligatoria, prima che partano multe comminate dai Carabinieri forestali.
Un gruppo di lavoro scientifico anti Xylella
È quanto afferma un documento elaborato da un gruppo di lavoro anti Xylella costituito da Coldiretti Puglia, Pier Federico La Notte (Cnr Bari), Marcello Mastrorilli e Francesca Modugno (Crea Bari), Vincenzo Fucilli (Università di Bari) e Luigi Catalano (Civi Italia) e presentato nel corso di un incontro, tenuto presso l’assessorato regionale all’Agricoltura, sulla lotta al vettore. "Agli agricoltori - afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia - viene imposto un obbligo che è a tutti gli effetti un servizio pubblico di tutela e protezione del resto del territorio italiano ed europeo da un pericolosissimo agente da quarantena. Così come gli enti pubblici beneficiano di finanziamenti per l’attività obbligatoria, anche e soprattutto gli imprenditori agricoli hanno bisogno di rimborsi per sostenere le pratiche di prevenzione fitosanitaria".
Xylella, rivedere la demarcazione delle aree
Riguardo le nuove regole per la delimitazione (5+5 km) introdotte dal nuovo regolamento comunitario, il gruppo di lavoro scientifico ha chiesto di rivedere la demarcazione proposta sulla base delle risultanze dell’ultimo monitoraggio effettuato.
In particolare “limitatamente alla provincia di Taranto sul fronte Jonico dell’epidemia – si legge nel documento del gruppo di lavoro – si potrebbe arretrare l’attuale limite delle zone cuscinetto e contenimento riportando quest’ultima a ridosso dei focolai più a ovest; tutto ciò con numerosi vantaggi in termini di efficacia del prossimo monitoraggio, efficienza nell’uso delle risorse per la sorveglianza, minore impatto ad esempio su attività vivaistiche ricadenti in zone a tutti gli effetti non ancora interessate dalla comparsa di focolai d’infezione”.
Lotta obbligatoria a stadi giovanili
vettori su colture in atto
Inoltre il gruppo scientifico chiede di chiarire una volta per tutte come ci si debba comportare per la lotta obbligatoria agli stadi giovanili dei vettori nel caso di colture in atto come ad esempio cereali, proteoleaginose, prati/pascoli, foraggere, colture da sovescio e orticole, alcune delle quali fortemente attrattive per le sputacchine.
"Nel periodo considerato 10 aprile-10 maggio, le colture annuali in atto interessano infatti una parte rilevante del territorio regionale, dal Nord Barese fino al Foggiano, dove da ormai due anni la sputacchina appare verso metà maggio. Chi ha fatto arature precoci si trova a non aver risolto nulla. Sarebbe opportuno stabilire una rete di monitoraggio regionale che dia l’avvio per le operazioni di aratura nei diversi ambienti.
Questo controllo potrebbe essere eseguito dalle stesse squadre dell’Agenzia regionale per le attività irrigue e forestali (Arif) – propone il gruppo scientifico – impiegate nel controllo/prelievo dei campioni dalle piante, una volta definiti i punti di monitoraggio”.
Un adeguato piano di comunicazione/informazione
Sarebbe inoltre utile impegnarsi, chiede il documento del gruppo di lavoro, “per ottenere la registrazione o l’estensione in etichetta per altre colture e/o per Philaenus spumarius di ulteriori prodotti convenzionali e biologici per il controllo della sputacchina, in modo da avere strumenti per intervenire in modo legale in ulteriori eventuali situazioni di criticità.
È infine necessario e urgente un adeguato piano di comunicazione/informazione da attivare a partire da fine marzo fino a tutto aprile con messaggi chiari, semplici, immediati e univoci in un piano articolato e capillare che impieghi strumenti efficaci, dai più innovativi (mailing list o sms, social media, web) ai più convenzionali (televisioni, radio, giornali) e semplici (affissioni presso cooperative, farmacie agricole, consorzi, associazioni agricole, ecc.; volantinaggi, cartellonistica stradale, pubblicità fonica veicolare), tutti adattati al territorio e al target di soggetti da raggiungere”.