Olivicoltura a basso impatto, l’esperienza della Masseria Biologica

masseria biologica
Con una conduzione che si ispira ai fondamenti della permacoltura, nell’azienda messinese guidata da Filippo Paterniti si coltivano olivi di una varietà rara in consociazione agli agrumi

La “Masseria Biologica” della Società Agricola Paterniti si trova a Capo d’Orlando, in provincia di Messina, poco lontano dalla costa alle pendici dei monti Nebrodi. È qui che Filippo Paterniti, produce agrumi e un olio da una particolare cultivar che si trova solo in questa area dell’Isola, attraverso metodi colturali biologici all’insegna del rispetto delle risorse naturali.

Frutti della varieta Verdello.

La produzione olivicola si fonda su una varietà minore locale. «La Verdello – illustra Paterniti - è una varietà negletta, quasi abbondonata per via della sua bassa resa, ma tipica di questa fascia pedemontana. Ha una maturazione tardiva e il colore dei frutti, anche in invaiatura, tende a non diventare molto scuro; una caratteristica che è richiamata anche dal suo nome. L’olio che se ne ottiene tende ad avere un buon sapore fruttato, con sentori che vanno dall’aggrumato al pomodoro ma anche con note aromatiche fresche ed erbacee».

L’olivo, gli agrumi

In un territorio tradizionalmente vocato all’agrumicoltura, Paterniti, avvocato con la passione per la terra, ha ripreso in mano l’azienda di famiglia e avviato un percorso di valorizzazione della propria produzione olearia: «L’azienda è stata fondata da un mio trisavolo, trisavolo a metà del 1800, che l’aveva dedicata alla coltivazione del gelso. Nell’evoluzione aziendale c’è stato il passaggio agli agrumi e poi l’impianto di filari di olivi, inizialmente utilizzato come frangivento a protezione degli alberi di limone e arance. Ancora oggi, pratichiamo la consociazione tra queste due colture, valorizzando la multifunzionalità dell’olivicoltura».

Filippo Paterniti
Filippo Paterniti.

Ed è in effetti un legame molto stretto quello tra gli agrumi e gli olivi, perlopiù piante secolari, sviluppate in altezza, che sembrano proteggere gli alberi di arancio e limone adiacenti. «Tendenzialmente ogni 4-5 file di agrumi e si trovano 1-2 file di piante di olivo; la superficie totale è di circa 8 ha, di cui 6 di agrumeto e la restante parte coperta da 600 olivi, disposti secondo impianti misti a controsesto e a frangivento. Si tratta di un sistema marginale, estensivo, ma è un assetto che si adatta alle nostre esigenze e al modo di gestire l’azienda che abbiamo scelto e che vogliamo mantenere».

Olivicoltura biologica e permacoltura

L’azienda ha optato per una radicale scelta di agricoltura all’insegna della sostenibilità ambientale, a partire dalla certificazione biologica. «Un approccio adottato già 30 anni fa, e che negli anni ha portato un evidente riscontro sia nella produzione sia nell’equilibrio raggiunto in termini di situazione fitosanitaria, che ci ha permesso di eliminare del tutto il ricorso ai trattamenti di difesa. Essendo molto vicini alla costa siamo soggetti ad una pressione talvolta elevata della mosca, ma è una condizione con cui riusciamo a convivere: la Verdello è una varietà poco recettiva per la mosca, perché ha un’oliva dura e piccola, e raccogliamo molto precocemente. Facciamo una concimazione organica con letame e letame pellettato. Il nostro obiettivo è quello di coltivare con il minore impatto possibile sul suolo e sull'ambiente. Ci ispiriamo ai principi della permacoltura, concentrandoci sulla cura della terra, senza tralasciare la cura delle persone e la condivisione delle risorse. E combiniamo questi obiettivi con una particolare attenzione alla qualità dei nostri prodotti».

Sulla qualità il primo mezzo che l’azienda mette in pratica è quello di identificare il momento migliore per raccogliere, come spiega il proprietario: «La raccolta precoce abbassa molto l'acidità e allunga la conservazione dell’olio; per questo noi raccogliamo all’inizio dell'invaiatura. La lavorazione delle olive, che avviene ogni sera, per evitare fermentazioni e conservare sapore fruttato fresco, è affidata ad un frantoio di fiducia. Non filtriamo perché vogliamo che l’olio mantenga, il più possibile, le caratteristiche sensoria del frutto da cui è originato».

Marketing e comunicazione, nuove sfide per l’azienda

L’olio monovarietale di Verdello della Masseria Biologica raggiunge il mercato secondo diversi canali, come illustra Paterniti: «Abbiamo una piccola quota di vendita diretta e di mercato locale, ma per la maggior parte vendiamo ai gruppi di acquisto solidale (gas). Abbiamo fatto anche piccole vendite all’estero, in Paesi del Nord-Europa. Stiamo esplorando, di questo si occupa soprattutto mio figlio, la possibilità di captare il settore della ristorazione e canali di distribuzione più consolidati.

Il marketing dei nostri prodotti e della nostra azienda – conclude Paterniti - è un aspetto su cui stiamo lavorando e vorremmo investire, ad esempio con l’allestimento di un sito web aziendale e la cura della comunicazione per far conoscere non solo il nostro olio, ma anche la filosofia con cui conduciamo la nostra azienda e coltiviamo i nostri alberi. In questo senso, oltre ai canali online, personalmente mi attrae anche la possibilità di sfruttare le opportunità del turismo locale per creare delle vere e proprie esperienze di conoscenza del territorio e di assaggio dei prodotti della nostra terra».


Le foto sono di Barbara Gamberini

Olivicoltura a basso impatto, l’esperienza della Masseria Biologica - Ultima modifica: 2023-11-29T10:23:53+01:00 da Barbara Gamberini

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