Filiera olivicolo-olearia, ecco i nodi da sciogliere per Fioq

filiera olivicola olearia italiana
Riccardo Guglielmi, olivicoltore e frantoiano di Andria e presidente della Fioq
Giacenze, bando Mipaaf per olio a indigenti, pegno rotativo, prezzi, decontribuzione: queste le attuali priorità secondo Riccardo Guglielmi, presidente dell’associazione nazionale Frantoiani italiani olio di qualità

La campagna olivicola è alle porte. Un’altra annata complicata, come ormai si è abituati in Puglia e nelle altre regioni olivicole italiane. Tanti ormai sono i nodi che non riescono a essere sciolti e che rendono il lavoro di raccolta e trasformazione complesso e ricco di insidie.

Quali siano tali nodi li spiega Riccardo Guglielmi, olivicoltore e frantoiano di Andria, nonché presidente dell’associazione nazionale Frantoiani italiani olio di qualità (Fioq).

Le giacenze e il bando Mipaaf per olio evo a indigenti

«Partiamo da un dato oggettivo: le giacenze. Sappiamo tutti che lo stock di giacenze si avvicina al 50% in più rispetto alla passata stagione olivicola, 43% se vogliamo essere precisi. Da mesi la Fioq sta interloquendo col Mipaaf per rendere più efficaci gli strumenti a supporto delle filiere agroalimentari.

Attendiamo con fiducia il già annunciato secondo bando di Agea per la fornitura di olio extravergine di oliva 100% italiano per un importo pari a 20 milioni di euro a valere sul fondo emergenze alimentari. Ci auspichiamo che il format del bando sia stato modificato con l’introduzione di due paletti importantissimi: qualità certificata e origine controllata».

In una lettera Guglielmi ha chiesto al ministro Teresa Bellanova «di non ripetere gli errori compiuti con l’aggiudicazione dell’appalto specifico per la fornitura di olio extravergine di oliva, emanato con gara n. 2600452 da Agea. C’è stato un prezzo di aggiudicazione che, addirittura, si è rivelato inferiore alle indiscrezioni che parlavano di 2,50 euro: 2,28 euro per un litro di olio extravergine di oliva è, per noi, un prezzo pericoloso. Pericoloso perché prezzi così possono destabilizzare il mercato innescando effetti perversi che possono compromettere l’intera campagna olivicola.

Noi frantoiani, che da sempre teniamo il polso della situazione essendo il trait d’union naturale fra mondo produttivo e settore commerciale, abbiamo il sentore che tanti avvoltoi sono pronti a cannibalizzare la parte sana della filiera, quella che produce e trasforma il prodotto.

È importante che si pensi anche a una divisione in lotti delle forniture per gli indigenti, dividendo le produzioni di olio secondo i diversi regimi e marchi di qualità come Dop, Igp, Bio, ecc.

Questo accorgimento sarebbe importantissimo perché stock troppo grandi finirebbero per mettere fuori dai giochi una parte importante del mondo produttivo della filiera olivicola, agevolando chi si dedica prettamente all’intermediazione e alla compravendita».

Il pegno rotativo

Un altro importante strumento al centro del dibattito di questi giorni, evidenzia Guglielmi, è il pegno rotativo. «Si tratta di una novità introdotta dal Decreto Cura Italia, sancita nel testo ratificato lo scorso 23 luglio ed entrata in vigore all’inizio di settembre. È uno strumento di finanziamento innovativo e funzionale che consente di impegnare prodotti agroalimentari Dop e Igp in “pegno rotativo”, cioè di utilizzare alimenti di comprovato valore (prodotti a marchi di qualità) come pegno da garantire in cambio di prestiti.

Tutto va bene, se utilizzato nel modo giusto al fine di dare ristoro agli operatori della filiera. Con il surplus di giacenze di olio che si avvicina al +50% rispetto allo stesso periodo del 2019 bisogna utilizzare forme innovative per soccorrere le filiere in difficoltà, come quella olivicola. Filiere che continuano a investire e a lavorare per innalzare il livello qualitativo delle produzioni.

È importante, però, che questi strumenti siano davvero funzionali a dare ristoro agli operatori realmente facenti parti della filiera e quindi dediti alla produzione e alla trasformazione. In caso contrario non solo si fa propaganda, ma si continua ad agevolare soggetti che si dedicano solo alla speculazione, facendo guadagni sulla pelle di chi realmente porta avanti il settore agricolo italiano».

Scongiurare il crollo dei prezzi dell’olio

Con gli stock appena menzionati, sottolinea Guglielmi, è quindi fondamentale monitorare le dinamiche di mercato già nel breve periodo, perché gli scenari che si profilano non sono pericolosi, sono pericolosissimi.

«Non permetteremo, come Fioq, che accada ciò che è già accaduto in Spagna nel recentissimo passato, l’olivicoltura italiana non si può permettere un passo falso di tale portata. Quindi ci si deve muovere in maniera organizzata e sinergica per scongiurare un crollo dei prezzi che metterebbe a rischio anche le operazioni di raccolta. Con prezzi che non coprono neanche le spese in tanti valuteranno azioni estreme, lo dico da imprenditore.

Nei giorni scorsi sono intervenuto pubblicamente per rispondere alle dichiarazioni di Monini che parlava della qualità come leva strategica per valorizzare l’olio extravergine di oliva italiano. Fa piacere che finalmente anche realtà multinazionali pensino alla qualità del prodotto come leva per sostenere e rilanciare il comparto.

Finalmente si raccolgono le istanze del ramo produttivo della filiera, ma preciso e ribadisco un punto chiave del discorso: bisogna riequilibrare le posizioni economiche degli attori coinvolti nella filiera olivicola, dando ristoro ai produttori che sposano la logica della qualità. Bisogna garantire un surplus economico a tutti quegli imprenditori che negli ultimi anni hanno solo investito di tasca propria e che molto spesso sono stati danneggiati e alle volte beffeggiati da un mercato troppo spesso in mano a intermediari e speculatori.

Ben vengano le aperture di una parte del mondo dell’agroindustria, ma alle parole seguano i fatti. Un fatto tangibile e oggettivo potrebbe essere una quotazione in linea con i discorsi che esplicitavamo prima: si parli di qualità, ma si parli anche di prezzi coerenti con la qualità che si cerca e alle volte si pretende, oserei dire. Il banco di prova lo avremo con la campagna ormai alle porte. Sarà lo spartiacque che divide i proclami sterili e gli spot mediatici dai fatti».

Decontribuzione, ma non per la filiera olivicolo-olearia!

Parlando di spot, Guglielmi si riferisce «anche ad azioni come quella sulla decontribuzione posta in essere dal Governo nazionale con la firma del ministro Teresa Bellanova sul decreto con cui scatterà l’esonero contributivo per i primi sei mesi del 2020 alle filiere agroalimentari.

Un provvedimento che interessa le filiere agrituristiche, apistiche, cerealicole, florovivaistiche, vitivinicole, nonché quelle dell’allevamento, dell’ippicoltura, della pesca e dell’acquacoltura. Restano fuori filiere come quelle olivicola e ortofrutticola, una scelta che crea forti disparità nel comparto agroalimentare, il quale deve essere oggetto di azioni sistemi e non di interventi settoriali. Spero che il ministero si ravveda ed estenda l’efficacia del provvedimento anche alla filiera olivicola.

Di spot l’agroalimentare non ne ha bisogno. Ha bisogno di una politica seria che supporti un settore economico trainante per la nostra nazione».

Risarcimento ai frantoiani per le gelate dell’inverno 2018

Guglielmi interviene, infine, su una questione che interessa in modo particolare i frantoiani. «Si tratta dell’annuncio dell’intesa tra Ministero dello Sviluppo economico, Ministero delle Politiche agricole e Ministero dell’Economia e delle Finanze, che conclude liter di approvazione del decreto attuativo che stanzia le somme di ristoro ai frantoiani pugliesi che hanno subito danni dalle gelate avutesi dal 26 febbraio al 1° marzo 2018.

Sono stati stanziati 8 milioni di euro come contributo in conto capitale a favore dei frantoi oleari, comprese le cooperative di trasformazione nel comparto oleario, che hanno subito una diminuzione del fatturato a causa di quell’ondata di eccezionali eventi atmosferici che condannò la successiva stagione olivicola.

È sicuramente una buona notizia, condivido l’azione di supporto messa in atto, ma attendo di conoscere i criteri di ripartizione delle somme stanziate: mi aspetto che il ristoro venga dato agli operatori di quelle zone dove effettivamente c’è stata la gelata e si è arrivati a lavorare solo al massimo il 40% del prodotto, mentre ci sono frantoi che non hanno neanche aperto. Come Fioq presteremo molta attenzione anche a tale questione».

Filiera olivicolo-olearia, ecco i nodi da sciogliere per Fioq - Ultima modifica: 2020-09-22T11:34:14+02:00 da Barbara Gamberini

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome