Gli oliveti superintensivi o ad altissima densità rappresentano una via potenzialmente percorribile per il rinnovamento dell’olivicoltura italiana soprattutto in alcuni contesti pedo-climatici. Questi modelli di impianto si basano su sistemi di allevamento a controspalliera con distanze di piantagione di circa 4 m tra le file (distanza minima per assicurare il passaggio delle macchine operatrici) e distanze variabili tra 1 e 2 m tra le piante sulla fila. Questo permette di raggiungere densità di impianto che possono arrivare fino alle 2500 piante ad ettaro, sebbene la maggior parte degli impianti non si discosti molto dalle 1600 piante ad ettaro. Caratteristica degli oliveti superintensivi è la possibilità di una meccanizzazione integrale delle operazioni, inclusi la raccolta. (…)
Per ottenere e mantenere livelli produttivi soddisfacenti bisogna comunque specificare che tali impianti necessitano della precisa applicazione di tutte le tecniche colturali a partire dall’irrigazione e concimazione fino alla gestione della chioma. Su quest’ultima il dibattito è ancora acceso: se da un lato il sistema viene indicato come adatto all’applicazione della sola potatura meccanica, l’esperienza su impianti adulti indica che interventi di potatura manuale sono necessari per correggere alcune deformazioni della chioma e per ringiovanirne in particolare la parte interna. (…)
Attualmente le tecniche di potatura applicabili sugli impianti superintensivi possono essere riassunte in tre gruppi:meccanica integrale, meccanica con interventi di potatura agevolata, potatura selettiva agevolata.
Potatura meccanica integrale
La tecnica di potatura meccanica integrale prevede l’applicazione di cimature meccaniche (topping), eseguite principalmente in estate per limitare il riscoppio vegetativo, e da potature eseguite sulle pareti verticali della chioma, eseguite a turni, in modo da consentire la crescita di branchette fruttifere nell’intervallo di tempo tra i vari interventi L’operazione viene eseguita tramite potatrici a dischi portate lateralmente o frontalmente alla trattrice. La forza di questa tecnica risiede nella rapidità di esecuzione e nel basso costo (nelle nostre prove abbiamo misurato una tempistica di esecuzione intorno alle 3-6 ore ad ettaro). D’altro canto la sola applicazione della potatura meccanica può portare a deformazioni della chioma che, a causa della ripetuta formazione di rami vigorosi nella parte apicale, tende ad assumere un profilo riconducibile a quello di un fungo con relativi effetti negativi a carico della parte di chioma sottostante…
L’articolo completo è pubblicato su Olivo e Olio n. 2/2018
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