Prima della fase fenologica di indurimento nocciolo andrà valutato se si rende necessario un trattamento contro la generazione carpofaga della tignola dell'olivo (Prays oleae) le cui larve possono essere colpite mentre sono ancora nella polpa e prima che raggiungano il seme.
Per definire l’opportunità dell’intervento e per il suo corretto posizionamento, saranno utili le trappole a feromoni installate a inizio giugno che consentono di individuare con precisione il picco del volo degli adulti che daranno vita alla generazione carpofaga, responsabile della cascola delle drupe infestate.
Le soglie per i trattamenti
Spesso il trattamento insetticida è economicamente conveniente. Infatti, considerando l’abbondantissima cascola fisiologica dell’olivo, intervenire contro la tignola può essere antieconomico, soprattutto in oliveti in annata “di carica”.
È raccomandabile, pertanto, un campionamento delle olivine per valutare l’entità dell’infestazione. Soglie prudenziali sono del 10-15% di infestazione per le cultivar da olio e del 2-3% per le cultivar da mensa.
Il trattamento andrà effettuato alla fine del picco di volo, prima dell’indurimento del nocciolo, ricorrendo agli esteri fosforici (fosmet o dimetoato), al neonicotinoide acetamiprid o allo spinetoram, preferendo i più citotropici registrati sulla coltura, in grado di raggiungere le larve già penetrate nella polpa.
Il problema della mosca
Si ricorda che il dimetoato potrà essere usato solo quest’anno perché l’Unione europea ha votato la revoca del suo uso su tutte le colture a causa delle criticità tossicologiche e ambientali emerse in fase di valutazione del celebre insetticida.
L’eliminazione del dimetoato non è un grande problema per il controllo della tignola ma aprirà una nuova criticità per il controllo del fitofago chiave di questa coltura: la mosca delle olive (Bactrocera oleae) contro la quale il dimetoato è largamente utilizzato per la sua efficacia, i costi contenuti e la sua forte idrofilia che assicura un olio praticamente privo di residui.
Un’alternativa chimica al dimetoato, fino allo scorso anno, era costituita da una particolare formulazione del neonicotinoide imidacloprid, da quest’anno impiegabile esclusivamente per coltura in serra.
Oltre alle soluzioni biologiche (sistemi attract and kill) resteranno, allo stato attuale, due soli prodotti chimici ammessi contro la bactrocera: il fosmet (estere fosforico) e l’acetamiprid (neonicotinoide).
I danni causati dal punteruolo
Dove negli scorsi anni si sono registrati danni gravi provocati dal punteruolo (Coenorrhinus cribripennis), si dovrà verificare l’eventuale presenza degli adulti sulle piante o dei sintomi indotti dalla loro attività di alimentazione, che sono più facili da individuare rispetto all’osservazione diretta degli insetti: i germogli e le giovani foglie attaccati si presentano deformati mentre le olivine “ferite” dal rostro degli insetti mostrano aree necrotiche e tendono a cascolare.
Il trattamento prima dell’indurimento del nocciolo contro la tignola è generalmente sufficiente a limitare efficacemente anche il punteruolo.
Articolo pubblicato sulla rubrica L'occhio del Fitopatologo di Terra e Vita