
Tra gli operatori del settore olivicolo si sente spesso parlare dell’utilizzo del boro in concimazione fogliare, come una vera e propria “manna dal cielo” capace di risolvere i problemi di allegagione e produzione, ma è davvero così?
È fondamentale premettere che antesi, fecondazione e allegagione sono fasi che non si manifestano contemporaneamente né sulla stessa pianta, né sullo stesso ramo e nemmeno nella stessa infiorescenza.
Appare necessario fare un po’ di chiarezza cercando di analizzare organicamente le tematiche più importanti riguardarti il boro in relazione alle attività alle quali contribuisce a livello metabolico.
Boro: ruolo del ph del suolo e concimazioni fogliari
Dovrebbe essere ormai consolidato e condiviso da tutti gli operatori il fatto che l’assorbimento degli elementi nutritivi da parte delle piante avviene principalmente per via radicale. Per questo motivo, risulta imprescindibile programmare attentamente la concimazione al suolo, integrata da un monitoraggio periodico delle condizioni nutrizionali e chimico-fisiche del terreno e dell’acqua irrigua, attraverso analisi specifiche che consentano di individuare eventuali variazioni nel breve e nel lungo periodo.
In alcune circostanze specifiche, tuttavia, se la concimazione tradizionale non permette di raggiungere gli obiettivi prefissati, si può ricorrere a interventi di integrazione mediante concimazioni fogliari. A tale proposito è fondamentale interrogarsi sul perché gli interventi di concimazione al suolo non abbiano fornito i risultati previsti. Occorre dunque riflettere criticamente se tutte le variabili coinvolte siano state correttamente valutate e interpretate.
Tra i micronutrienti fondamentali, il boro (B) gioca un ruolo chiave nella formazione e stabilità delle pareti cellulari, oltre ad essere determinante nei processi fisiologici che regolano la fioritura e l’allegagione. Più precisamente, il boro interviene attivamente
- nel metabolismo dei carboidrati,
- nella sintesi dei flavonoidi, delle basi pirimidiniche (DNA e RNA)
- e nel trasporto degli zuccheri attraverso il floema.
Carenza di boro nell’olivo
La carenza di boro nelle piante comporta generalmente sintomi evidenti quali riduzione della fioritura, scarsa allegagione dei frutti e forte cascola estiva dei frutticini appena formati.
- Nei casi più gravi, la pianta reagisce sviluppando succhioni in eccesso e producendo germogli con internodi ravvicinati e foglie tipicamente disposte “a rosetta”.
- Nel periodo estivo, invece, la carenza si manifesta attraverso una tipica clorosi fogliare apicale, inizialmente caratterizzata da ingiallimenti che evolvono rapidamente in necrosi e successiva caduta fogliare. In queste condizioni le foglie mostrano concentrazioni di calcio ridotte, evidenziando così l’esistenza di un chiaro rapporto metabolico tra boro e calcio. Anche sulle drupe si osservano danni evidenti, quali il disseccamento della porzione apicale del mesocarpo.

Disponibilità del boro per via radicale
La disponibilità del boro per via radicale è strettamente correlata al pH del suolo, parametro che ne influenza direttamente la forma chimica e quindi la biodisponibilità.
- Nei terreni con pH acido (inferiore a 5,5) il boro è molto solubile e facilmente soggetto a dilavamento, in particolare in suoli sabbiosi.
- Al contrario, in terreni alcalini (pH superiore a 7,5) il boro tende a trasformarsi in forme ioniche (anioni borati B(OH)4 -) che interagiscono con calcio e ossidi di ferro, diventando meno disponibili per le radici.
Va inoltre sottolineato che in suoli alcalini molto ricchi di calcio (Ca), oltre ai problemi già citati, può verificarsi la precipitazione del boro sotto forma di borato di calcio insolubile e quindi indisponibile per l’apparato radicale dell’olivo.
Strategia di gestione nutrizionale
Alla luce di queste informazioni, diventa evidente che una corretta strategia di gestione nutrizionale non può prescindere dalla valutazione accurata del tipo di suolo e dalla puntuale verifica dei livelli effettivi di disponibilità degli elementi nutritivi mediante analisi periodiche. Soltanto così sarà possibile ottimizzare l’efficacia degli interventi di concimazione, sia radicale che fogliare, ed evitare errori agronomici che possono pregiudicare la produttività e la qualità delle produzioni agricole.

L’assorbimento fogliare è davvero così efficiente?
In linea generale, possiamo affermare che le piante assorbono i concimi fogliari prevalentemente in modo passivo, attraverso la cuticola e l’epidermide delle foglie. Ciò implica che le piante non sono in grado di controllare attivamente l’assorbimento degli elementi nutritivi per via fogliare, diversamente da quanto accade nell’assorbimento radicale. La fisiologia dell’olivo, così come quella delle piante orticole (colture per le quali generalmente si presta maggiore attenzione alle variabili climatiche), è fortemente condizionata dal contesto ambientale e microclimatico in cui si trova.
Numerosi sono infatti i fattori che possono influenzare l’assorbimento fogliare degli elementi nutritivi. La loro efficacia dipende principalmente
- dalle condizioni microclimatiche (temperatura e umidità relativa),
- dalla tipologia e dalla formulazione del prodotto impiegato,
- dal suo dosaggio e dallo stato fisiologico della pianta stessa, inclusa
- la fase di sviluppo dei fiori,
- lo stato delle foglie,
- le eventuali potature precedenti
- e la condizione fitosanitaria generale.
Come incide la termo-pluviometria
L’assorbimento fogliare degli elementi nutritivi richiede particolare attenzione nei confronti della termo-pluviometria. In generale, esso aumenta proporzionalmente all’umidità dell’aria, che favorisce il turgore delle cellule epidermiche e quindi migliora la permeabilità della cuticola.
Al contrario, quando l’umidità è troppo bassa, la soluzione nutritiva nebulizzata tende ad asciugarsi rapidamente sulla superficie fogliare, rischiando una cristallizzazione precoce degli elementi prima che questi possano essere assorbiti dalla pianta. D’altro canto, un’asciugatura troppo lenta aumenta il rischio di ustioni fogliari e di danni diretti ai tessuti vegetali.
Quando effettuare l’applicazione fogliare del boro
Considerando nello specifico l’applicazione fogliare del boro, il trattamento va preferibilmente effettuato in fase di pre-fioritura. In questo periodo, tuttavia, le condizioni climatiche in numerosi areali olivicoli della nostra penisola presentano frequentemente temperature superiori ai 25 °C e valori di umidità relativa piuttosto bassi. In tali situazioni, è consigliabile intervenire nelle prime ore del mattino o durante le ore serali, momenti in cui le condizioni ambientali permettono una migliore efficienza di assorbimento. Infatti, in condizioni ottimali, l’assorbimento fogliare del boro da parte dell’olivo risulta estremamente rapido nelle prime ore dopo l’esecuzione del trattamento, per poi continuare con minore intensità nelle ore successive.
Elemento nutritivo essenziale
Ricapitolando, il boro è un elemento nutritivo essenziale, da cui la pianta non può prescindere. Esso partecipa, da solo o in associazione con altri elementi, a diverse funzioni chiave:
- Struttura della parete cellulare: insieme al calcio (Ca2+), il boro contribuisce all’ispessimento e al consolidamento delle pareti cellulari.
- Trasporto floematico: favorisce il movimento e la distribuzione equilibrata dei nutrienti attraverso il floema, garantendo un migliore bilanciamento tra organi vegetativi e riserve nutritive.
- Integrità delle membrane cellulari: influenza positivamente la permeabilità delle membrane, regolando l’assorbimento di altri elementi nutritivi e supportando l’attività di numerosi enzimi coinvolti nel trasporto ionico.
- Metabolismo dei carboidrati: una carenza di boro altera il metabolismo glucidico, con conseguenti ripercussioni anche sulla sintesi lipidica.
- Processi riproduttivi: il boro è fondamentale per la formazione e la vitalità degli organi fiorali, intervenendo in fasi cruciali quali induzione a fiore, germinabilità del polline, allegagione e crescita del tubetto pollinico. Inoltre, livelli elevati di callosio possono indurre reazioni simili a quelle causate da infezioni batteriche, stimolando la sintesi di fitoalessine e causando disturbi nell’allegagione stessa.

Qual è il momento migliore per trattare?
Le concimazioni fogliari a base di boro devono essere effettuate durante le prime fasi di formazione delle mignole (indicativamente tra fine aprile e inizio maggio) e ripetute a distanza di 15-20 giorni. È importante, tuttavia, sospendere i trattamenti nel momento di piena fioritura per evitare eventuali interferenze e danni. Dopo l’allegagione, è possibile effettuare un’ulteriore concimazione fogliare, eventualmente abbinabile, per praticità, a un intervento fitosanitario.
È confermato, dunque, che trattamenti fogliari con boro eseguiti nei periodi indicati (ma a volte anche in tardo autunno) influenzano positivamente la schiusura delle gemme e la qualità della fioritura, riducendo significativamente l’incidenza dell’aborto ovarico e migliorando la vitalità e la germinabilità del polline.
Conclusioni
È importante sottolineare, per evitare conclusioni affrettate o semplificazioni eccessive, che l’impiego del boro tramite concimazioni fogliari risulta realmente vantaggioso soltanto quando esiste una comprovata carenza di questo elemento nutritivo, confermata da analisi fogliari e possibilmente integrate anche da verifiche del suolo e dell’acqua d’irrigazione.
L’intervento con applicazioni fogliari a base di boro rappresenta (mantenendo invariate le altre condizioni) certamente una soluzione efficace e tempestiva, grazie alla capacità delle foglie di assorbire rapidamente macro e microelementi, garantendo in tempi brevi il ripristino delle condizioni ottimali per il metabolismo vegetale. Tuttavia, tale intervento non va considerato come unico e risolutivo e soprattutto non deve essere visto come la panacea per la risoluzione del problema, bensì deve essere inserito all’interno di una strategia nutrizionale equilibrata e integrata, che parta necessariamente dalla corretta gestione della fertilità del suolo e della risorsa idrica.
In conclusione, è importante sottolineare come solo una corretta e complessiva strategia comprendente concimazione al suolo e interventi mirati per via fogliare, gestione del suolo, corretto impiego della risorsa idrica, quando disponibile, risulti essenziale per garantire livelli produttivi ottimali e costanti nel tempo. È cruciale, infatti, basarsi su attività ben programmate e ponderate.
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