Sono state frequenti negli ultimi anni, in vari areali olivicoli soprattutto nell’Italia centrale e settentrionale, le segnalazioni di attacchi rilevanti di cecidomia delle foglie dell’olivo (Dasineura oleae). L’insetto è un dittero (famiglia Cecidomyiidae) conosciuto da tempo per la sua diffusione in ambiente mediterraneo (la prima descrizione della specie è di Bernardo Angelini nel 1831), ma non annoverato tra le avversità primarie dell’olivo fino ai recenti focolai, talora anche gravi seppur localizzati, rilevati in Toscana (province di Grosseto e Massa Carrara), Liguria (La Spezia), Emilia-Romagna, Marche (provincia di Pesaro) e Veneto (Colli Euganei).
Danni all’olivo
Dopo la deposizione delle uova, di colore arancione, visibili sulle foglie e sui giovani apici in accrescimento, le larve schiuse penetrano nei tessuti e inducono l’anomala crescita dei tessuti vegetali e la formazione della galla, in cui compiranno tutto lo sviluppo fino allo stadio adulto. La deformazione delle foglie e dei germogli determina una riduzione della capacità fotosintetica, di traslocazione dei fotosintetati e, di conseguenza, un calo della produzione. La cecidomia delle foglie può svolgere il suo ciclo vitale solo sull’olivo e normalmente compie una generazione l’anno svernando come larva di seconda età; tuttavia, alcuni recenti osservazioni hanno evidenziato che in alcuni areali costieri può svolgere fino a due generazioni l’anno.
Nemici naturali
Essendo un fitofago presente da tempo negli areali olivicoli, esistono molti parassitoidi che ne limitano naturalmente lo sviluppo. I principali nemici naturali della cecidomia fogliare dell'olivo sono insetti parassitoidi appartenenti all'ordine degli Imenotteri. In un recente studio e monitoraggio delle popolazioni di D. oleae compiuto in Toscana (Tondi e Petacchi, 2019), sono stati identificati in particolare due Imenotteri Calcidoidei (Mesopolobus aspilus e Mesopolobus mediterraneus) e due Platigastridi (Platygaster demades e Platygaster oleae), la cui attività di parassitizzazione delle larve appare determinante per il contenimento naturale del fitofago.
Come curare la cecidomia? Strategie di controllo
Essendo quella della cecidomia fogliare una problematica emersa solo negli ultimi anni e solo in alcuni areali, le strategie per il suo controllo non sono ancora assodate, come del resto non sono ancora state chiarite le cause dei focolai osservati e alcune criticità legate alla bioecologia dell’insetto. In particolare, non sono ancora stabilite univoche soglie di intervento, alla cui definizione dovrebbe concorrere anche la valutazione dei fattori di contenimento della popolazione di D. oleae ed in particolare della percentuale di larve parassitizzate da parte degli imenotteri parassitoidi presenti nell’oliveto (Picchi et al. 2021).
Interventi in lotta integrata e biologica
L’unico principio attivo disponibile per il controllo di D. oleae è l’acetamiprid, con cui si può effettuare un trattamento mirato a controllare le larve che al momento della schiusura delle uova penetrano all’interno dei tessuti della pianta. Per questa avversità è consentita una sola applicazione all’anno, ma si ricorda che per il principio attivo acetamiprid, registrato anche per mosca dell’olivo, tignola e sputacchina (quest’ultima nelle aree dove si effettua il controllo contro il vettore di X. fastidiosa) sono consentiti un massimo di due trattamenti/anno indipendentemente dall’avversità secondo le linee guida per la lotta integrata.
L’eventuale trattamento, da valutare nel caso si siano verificati forti attacchi nell’anno precedente, va eseguito in prossimità dell’inizio delle ovideposizioni, indicativamente tra la fine di aprile e l’inizio di maggio. Un attento monitoraggio dell’oliveto per individuare le ovideposizioni e valutarne l’entità è, allo scopo, cruciale, ed altrettanto è l’attenzione alle indicazioni dei notiziari agrometeorologici diramati dai servizi fitosanitari di competenza.
In biologico, il caolino è al momento l’unico mezzo consigliato per prevenire l’infestazione; agisce come deterrente, ostacolando la penetrazione delle larve nelle foglie. Pertanto, la sua applicazione deve precedere la comparsa delle larve. L’efficacia del trattamento è però fortemente limitata:
- dalle precipitazioni che dilavano il prodotto e che nel periodo interessato dall’ovideposizione sono generalmente frequenti e possono determinare la necessità di una ulteriore applicazione;
- dalla difficoltà di mantenere una copertura continua della chioma nel momento di rapido accrescimento dei germogli e di emissione di nuove foglie.
Tondini, E., e Petacchi, R. (2019). First observations on the parasitoids complex and on the biology of Dasineura oleae during an outbreak in Tuscany, Italy. Bulletin of Insectology, 72(1), 93-102.
Picchi, M.S., Tondini, E., Albertarelli, N. et al. Following the pest outbreak: preliminary findings on the landscape effect on Dasineura oleae and its parasitoids in central Italy. Phytoparasitica (2021).