Fitofagi minori e lebbra dell’olivo, possibili danni nell’oliveto

fifogi minori olivo
1 - Infestazione di cotonello dell’olivo.
l monitoraggio e le strategie di controllo per quelle avversità che producono danni alla nuova vegetazione e alle infiorescenze

A partire dal mese di maggio l’olivo compie varie fasi fenologiche comprese tra la fine della mignolatura e la fioritura con fiori aperti e ben evidenti. L’attiva circolazione di linfa nei giovani tessuti che costituiscono la nuova vegetazione dell’anno è molto appetita da insetti ad apparato boccale pungente succhiante appartenenti all’ordine dei rincoti.

Cotonello dell’olivo

Sulle infiorescenze e sui germogli, in questo periodo, sono visibili gli attacchi di cotonello dell’olivo (Euphyllura olivina). L’insetto è una psilla di colore giallo verdastro di piccole dimensioni (da 1,5 a 3 mm) che sverna come adulto riparandosi nelle gemme o alla base dei piccioli fogliari; con l’innalzamento delle temperature in primavera riprende l’attività e le femmine dopo l’accoppiamento depongono le uova che vengono infisse nei germogli o nei racemi fiorali. Ciascuna femmina depone circa 100-200 uova e le forme giovanili che nascono vivono in forma gregaria e si ricoprono in poco tempo di secrezioni cerose che rapidamente assumono l’aspetto di ammassi biancastri e appiccicosi al tatto la cui funzione prevalente è quella protettiva nei confronti delle neanidi della specie (foto 1, in apertura dell’articolo).

La prima generazione si completa in circa un mese e insieme alla seconda, provocando il deperimento e disseccamento dei germogli e delle infiorescenze, l’aborto dei fiori e l’avvizzimento dei frutticini, rappresenta la fase più pericolosa dello sviluppo del fitomizo, sia per i danni diretti sia per quelli indiretti causati dalle fumaggini che si sviluppano a seguito dell’emissione di melata da parte delle neanidi. Le successive generazioni (ne può compiere 5 o 6) provocano danni meno evidenti e gravi. Le alte temperature e pratiche agronomiche quali potature che arieggiano la chioma sono sufficienti a limitare l’effetto delle infestazioni primaverili di cotonello con il prezioso contributo dei numerosi predatori naturali presenti nell’oliveto che ne limitano l’eccessivo sviluppo. Nei casi più gravi può essere necessario intervenire contro gli stadi giovanili utilizzando prodotti fitosanitari a base di oli minerali bianchi, con aggiunta di bagnanti che vanno irrorati ad alta pressione.

Cocciniglia mezzo grano di pepe, si interviene in estate

Sempre nel mese di maggio è possibile osservare lo sviluppo altri fitomizi, le cui pullulazioni sono spesso contrastate dalla presenza di predatori e parassitoidi naturalmente presenti nell’oliveto. Così le diverse specie di cocciniglie che infestano le coltivazioni di olivo possono essere limitate nel loro sviluppo dall’azione di specie antagoniste.

La cocciniglia mezzo grano di pepe (Saissetia oleae), che rappresenta il fitomizo più importante sia per diffusione sia per la gravità degli attacchi, sverna come neanide di 2a o 3a età: dal mese di marzo tali forme giovanili entrano in attività, migrando dalla pagina inferiore delle foglie verso i rametti (foto 2).

2 - Neanidi di cocciniglia mezzo grano di pepe.

Nel mese di maggio sono nel pieno dell’attività trofica e si avviano verso la fase di maturazione. La necessità o meno di un intervento fitoiatrico dipende dall’entità dell’infestazioni che deve essere valutata con un adeguato campionamento della vegetazione ad inizio primavera. Dopo aver individuato a caso il 5% delle piante, si prelevano da ciascuna 4 rametti in corrispondenza dei quattro punti cardinali suddividendoli in segmenti di 10 cm di lunghezza; su ciascuna unità si controlla la presenza di neanidi vive. La soglia è rappresentata dal valore medio di 1 neanide per cm di rametto oppure di 2-5 neanidi per foglia. Qualora la valutazione fitosanitaria non sia stata effettuata in marzo-aprile, va eseguita tempestivamente all’inizio del mese di maggio e comunque prima della comparsa degli adulti (femmine in fase di deposizione di colore marrone).

Nel caso la soglia venga superata si ricorre alla lotta chimica, ma il trattamento insetticida non va eseguito nell’immediato: è molto importante posticipare l’intervento contro la cocciniglia mezzo grano di pepe in estate (luglio-agosto), in corrispondenza della schiusura delle uova dell’unica generazione annuale dell’insetto, che rappresenta il periodo di massima vulnerabilità della specie. Errori nella pianificazione degli interventi fitoiatrici possono, di contro, favorire lo sviluppo di questo fitofago. Ad esempio la distribuzione di insetticidi in periodi in cui interferiscono con l’attività di insetti predatori e/o parassitoidi della cocciniglia possono inavvertitamente determinare lo sviluppo di elevate infestazioni sulla vegetazione (v. le indicazioni riportate nella tabella).

Trappole a feromoni per monitorare la tignola

Nel mese di giugno hanno inizio i voli degli adulti della generazione carpofaga di tignola dell’olivo (Prays oleae), una farfalla di piccole dimensioni (13-15 mm di apertura alare), che può essere monitorata installando in campo apposite trappole a colla innescate con feromone sessuale. Dopo l’accoppiamento la femmina è in grado di deporre le uova nella zona peduncolare quando le olivine raggiungono dimensioni adeguate (foto 3). Le larve penetrano all’interno delle olive non appena sgusciate e si sviluppano all’interno del frutto con gallerie larvali che si approfondiscono nella polpa e poi nel nocciolo, prima della fase di indurimento dei tessuti dello stesso. A maturità le larve di tignola fuoriescono dalle olive in prossimità della zona di penetrazione e quindi provocando spesso una debilitazione dei tessuti della zona peduncolare che a sua volta è alla base del fenomeno della cascola dei frutti attaccati.

3 - Uovo deposto da tignola dell’olivo.

Oltre che verificare l’andamento dei voli degli adulti, controllando periodicamente le trappole, è opportuno eseguire campionamenti periodici dei frutti per valutare l’entità delle infestazioni. Nelle diverse regioni italiane le soglie di intervento, proposte su varietà da olio, oscillano tra il 7% e il 15% di olive attaccate. L’impiego di insetticidi va limitato ai casi di superamento della soglia. Negli oliveti a conduzione biologica sono sconsigliati interventi fitoiatrici in questa fase in quanto i prodotti a base di Bacillus thuringiensis non verrebbero ingeriti dalle larve che penetrano troppo rapidamente all’interno delle drupe (v. le indicazioni riportate nella tabella).

Lebbra dell’olivo, sintomi anche sulla chioma

Nel caso di presenza di antracnosi o lebbra dell’olivo nel mese di giugno sono visibili i sintomi a carico della vegetazione costituiti da uniformi decolorazioni fogliari più o meno intense a seconda del grado di infezione. Nelle situazioni più gravi si possono inoltre avere forti defogliazioni. Il patogeno può inoltre provocare avvizzimenti e disseccamenti dei rami, ma questi sintomi sono destinati a rendersi evidenti solo nei mesi più caldi, in genere a partire da luglio. Anche i frutti possono essere colpiti ma le manifestazioni più evidenti, i tipici marciumi, si osservano solo poco prima dell’invaiatura (foto 4). L’avversità è presente in maniera endemica in alcuni comprensori produttivi calabresi e pugliesi, sporadicamente in Sardegna, Sicilia ed altre regioni.

4 - Gravi sintomi provocati da lebbra dell’olivo su un frutto all’inizio della fase di maturazione.

La malattia è causata da Colletotrichum gloeosporioides e C. acutatum. Nelle aree olivicole italiane caratterizzate da manifestazioni epidemiche alcuni esperti riportano come prevalente la presenza di Colletotrichum clavatum. Le infezioni primarie si verificano sin dalla primavera a carico della giovane vegetazione, delle infiorescenze e dei frutti appena allegati, ma rimangono asintomatiche e latenti fino a fine estate per poi riprendere il loro sviluppo in autunno con sintomi questa volta evidenti sui frutti colpiti. A partire dall’invaiatura sulle drupe sintomatiche si sviluppano i classici acervuli, corpi fruttiferi del fungo contenenti i conidi che possono essere dispersi dalle piogge causando successivi cicli di infezione secondaria che provocano danni alla produzione elevati, a volte gravissimi, soprattutto con condizioni climatiche caratterizzate da temperature miti ed umidità elevata. Negli areali olivicoli in cui la malattia ha sviluppi di tipo epidemico per una corretta gestione fitosanitaria della malattia si consigliano da 2 a 3-4 interventi fitoiatrici nei casi, rispettivamente, di lieve o grave entità dell’infezione.

Nella tabella sono riportati i prodotti consigliati per il controllo della lebbra e la relativa epoca di utilizzo. Va ricordato inoltre che alcuni fattori agronomici possono contribuire allo sviluppo delle infezioni di lebbra, il più significativo dei quali è rappresentato dall’elevata fittezza della vegetazione, determinata da un sesto di impianto troppo stretto o da operazioni di potatura non corrette che favoriscono la persistenza di condizioni di elevata umidità e bagnatura sia sulle foglie sia sulle drupe.

Strategie di difesa fitosanitaria ammesse dal disciplinare di lotta integrata della Regione Calabria (2022)
Avversità Criteri d'intervento Indicazioni
e sostanze attive
Tignola dell’olivo
(Prays oleae)
Soglia di intervento (solo per la generazione carpofaga)
- Per le olive da olio: 10 - 15% di uova e/o di larvette in fase di penetrazione nei frutticini;
- Per le olive da tavola: 5-7 %.
Interventi chimici (solo per la generazione carpofaga)
Intervenire quasi alla fine della curva di volo determinata con le trappole innescate con feromone e comunque prima dell’indurimento del nocciolo al superamento della soglia di intervento.
Gli interventi chimici sono giustificati solo per le varietà a drupa grossa e per la sola generazione carpofaga per un massimo di 1 intervento.
Bacillus thuringiensis
Fosmet (max 2 interventi/anno indipendentemente dall’avversità)
Spinetoran (max 1 intervento/anno)
Acetamiprid
Cocciniglia mezzo grano di pepe
(Saissetia oleae)
Soglia di intervento
5 - 10 neanidi vive per foglia (nel periodo estivo).
Interventi agronomici
- Potatura con asportazione delle parti più infestate e bruciatura delle stesse;
- Limitare le concimazioni azotate;
- Favorire l’insolazione all’interno della chioma con la potatura.
Interventi chimici
Vanno effettuati al superamento della soglia e nel momento di massima schiusura delle uova e fuoriuscita delle neanidi (orientativamente da luglio a agosto).
Olio minerale
Fosmet (max 2 interventi/anno indipendentemente dall’avversità; acidificare l’acqua)
Lebbra o Antracnosi
(Colletotrichum spp.)
Interventi agronomici
- Effettuare operazioni di rimonda e di arieggiamento della chioma;
- Anticipare la raccolta.
Interventi chimici
Con infezioni medio alte nell'annata precedente, effettuare un intervento prima della fioritura per devitalizzare i conidi presenti sulle olive residue. Nel corso dell'annata vegetativa, gli interventi devono essere programmati dal periodo post allegagione, in relazione al verificarsi di condizioni favorevoli allo sviluppo delle infezioni.
Risultano validi i trattamenti effettuati contro l’occhio di pavone.

Prodotti rameici* Pyraclostrobin
(max 1 intervento all’anno dall’allegagione entro fine luglio)
Trifloxystrobin + Tebuconazole
(max 1 intervento/anno da ripresa vegetativa a pre-fioritura)

*Prodotti rameici : 28 kg/ha in 7 anni. Si raccomanda di non superare il quantitativo medio di 4 kg di rame per ettaro all’anno

 


L’articolo è pubblicato su Olivo e Olio n. 3/2022

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Fitofagi minori e lebbra dell’olivo, possibili danni nell’oliveto - Ultima modifica: 2022-05-05T16:30:58+02:00 da K4

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