In Italia la mosca delle olive è il parassita più importante dell’olivo

mosca olive
Danni da mosca delle olive su drupe
Lo è in tutte le regioni olivicole, come è emerso dal Bilancio fitosanitario dell’olivo per il biennio 2024-2025 organizzato dall’Aipp a Rende (Cs)

Per le regioni olivicole italiane la mosca delle olive (Bactrocera oleae) è sicuramente l’insetto chiave e il parassita più importante (anche in Puglia, dove tuttavia il batterio Xylella fastidiosa subsp. pauca ha causato una grave ed eccezionale epidemia con forti effetti distruttivi). Non è tuttavia l’unico fitofago che attacca l’olivo in Puglia (e altrove) e non è l’unico problema per la sua difesa, come ha dettagliatamente evidenziato Piero Sumerano di Arif Puglia presentando la situazione fitosanitaria dell’olivicoltura pugliese negli ultimi due anni. Lo ha fatto in occasione del Bilancio fitosanitario dell’olivo per il biennio 2024-2025 organizzato dall’Associazione italiana per la protezione delle piante (Aipp), in collaborazione con il Crea e l’Arsac Calabria, a Rende (Cs), nell’ambito della V edizione dei Bilanci fitosanitari delle colture agrarie.

Il bilancio fitosanitario dell’olivo in Puglia

Crittogame

Occhio di pavone (Spilocaea oleaginea)

  • 2024: Infezioni limitate, occasionali e soprattutto autunnali.
  • 2025: Leggermente più presente rispetto al 2024.

Limitato a cultivar sensibili e in oliveti fitti con microclimi più umidi. Sono efficaci rame e Bacillus subtilis.

Cercosporiosi (Pseudocercospora cladosporioides)

  • 2024: Diffuse infezioni.
  • 2025: Diffuse infezioni.

Avversità poco considerata nei piani di difesa aziendali nonostante provochi significative filloptosi soprattutto nella tarda primavera.

Lebbra o antracnosi (Colletotrichum gloeosporioides, C. acutatum)

  • 2024: Patologia diffusa soprattutto nella parte meridionale della Puglia e in oliveti poco trattati. Poco presente nel 2024 con infezioni nel tardo autunno per cause climatiche.
  • 2025: Infezioni più severe del 2024 per le abbondanti e continue piogge e le temperature ottimali in autunno.

Nei piani di difesa i due trattamenti con trifloxystrobin e tebuconazole entro la prefioritura e con pyraclostrobin entro luglio assicurano una buona protezione.

Verticilliosi (Verticillium spp.)

  • 2024: Occasionalmente presente.
  • 2025: Occasionalmente presente con maggiore incidenza nel nord della regione su nuovi impianti.

Patogeno presente nelle aree con impianti consociati a orticole o su oliveti giovani impiantati in terreni infetti.

Carie

  • 2024: Occasionalmente su olivi secolari.
  • 2025: Occasionalmente su olivi secolari.

Rogna (Pseudomonas savastanoi)

  • 2024: Presente in maniera ubiquitaria. Nessun danno di particolare rilievo.
  • 2025: Presente in maniera ubiquitaria. Nessun danno di particolare rilievo.

Sintomi maggiormente presenti nelle zone collinari su cultivar suscettibili e a seguito di eventi traumatici che creano vie di ingresso (grandine, gelo e raccolta con abbacchiatori).

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Fitofagi

Mosca delle olive (Bactrocera oleae)

  • 2024: Infestazioni tardive con interventi autorizzati oltre soglia da fine ottobre.
  • 2025: Prime infestazioni a metà luglio ma entro soglia di danno; il più delle volte punture di saggio. Infestazioni più gravi da fine settembre con interventi autorizzati oltre soglia. Da fine estate condizioni ottimali di temperatura e umidità per lo sviluppo delle popolazioni.

Il 2025 è stato un'annata “pandacia”.

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Tignola (Prays oleae)

  • 2024: Catture abbondanti. Infestazioni oltre la soglia.
  • 2025: Catture meno significative del 2024.

Trattamenti indispensabili per cultivar a drupa grossa, spesso abbinati agli interventi contro la sputacchina quale vettore di X. fastidiosa.

Margaronia (Palpita unionalis o P. vitrealis)

  • 2024: Pressione molto significativa. Continue generazioni anche accavallate fino a novembre inoltrato. Danni anche sulle drupe in accrescimento.
  • 2025: Infestazioni molto meno importanti del 2024, ma comunque presenti.

Parassita problematico su giovani impianti e innesti. Su impianti produttivi potati provoca accecamento delle gemme apicali con stimolazione della vegetazione avventizia e di conseguenza scarsa produzione.

Cecidomia (Dasineura oleae)

  • 2024: Quasi assente.
  • 2025: Due focolai con danni ingentissimi.

Bivoltina nei focolai controllati.

Liotripide (Liothrips oleae)

  • 2024: Nella norma.
  • 2025: Generalizzate e significative manifestazioni sintomatologiche.

In alcune zone danni anche sulle drupe con notevoli pullulazioni.

Rinchite (Rhodocyrtus (= Coenorrhynchus) cribripennis)

  • 2024: Infeudato da qualche anno in molte aree, danni poco apprezzabili tranne in alcune situazioni circoscritte.
  • 2025: Meno presente rispetto al 2024.

Dove è presente provoca azzeramento della produzione. Gli interventi chimici sono poco risolutivi. È sensibile al caolino come repellente ma si sposta negli oliveti confinanti, con maggiore incidenza dei danni.

Cocciniglia mezzo grano di pepe (Saissetia oleae)

  • 2024: Quasi del tutto assente da diversi anni.
  • 2025: Quasi del tutto assente da diversi anni.

Eventuali individui riscontrati risultano parassitizzati da Scutellista cyanea.

Cicala (Tibicen haematodes)

  • 2024: Spesso dannosa su impianti giovani in allevamento.
  • 2025: Spesso dannosa su impianti giovani in allevamento, soprattutto nel Salento dove la presenza dei nuovi impianti è più significativa.

Riscontrati danni anche su piante relativamente grandi a livello delle branche o del fusto con corteccia liscia.

Eriofidi (Aceria oleae)

  • 2024: Occasionalmente presenti su nuovi impianti non a livelli di dannosità.
  • 2025: Occasionalmente presenti su nuovi impianti non a livelli di dannosità.

Probabilmente arrivati con materiale vivaistico.

Sputacchine (Philaenus spumarius, P. italosignus, Neophilaenus campestris)

  • 2024: Ubiquitarie, non parassiti, ma vettori.
  • 2025: Ubiquitarie, non parassiti, ma vettori.

Moscerino suggiscorza (Resseliella oleisuga)

  • 2024: Presente.
  • 2025: Presente.

Da tenere sotto osservazione per i danni che può provocare agli innesti.

Leggi anche: Resseliella oleisuga, il moscerino suggiscorza

Rodilegno giallo (Zeuzera pyrina)

  • 2024: Scarsamente presente.
  • 2025: Scarsamente presente.

Hylesinus oleiperda, Phloeotribus scarabaeoides, Euphyllura olivina

  • 2024: Presenza non dannosa.
  • 2025: Presenza non dannosa, più attiva rispetto al 2024.

Oziorrinco (Otiorhynchus cribricollis)

  • 2024: Presenza diffusa.
  • 2025: Presenza diffusa.

Particolarmente dannoso in impianti giovani e in vivaio. Sistemi di controllo fisico funzionano, ma problematici per le alte temperature su piante piccole. Non sono registrati formulati chimici.

Parlatoria (Parlatoria oleae)

  • 2024: Limitatamente presente.
  • 2025: Limitatamente presente.

Facilmente riscontrabile su varietà a drupa grossa come Picholine, Carolea, Cima di Melfi e Peranzana, ma non a livello di danno.

Cimicetta (Calocoris trivalis)

  • 2024: Presenza diffusa.
  • 2025: Presenza diffusa.

È poco considerata, probabilmente perché non è un parassita specifico dell’olivo. La presenza di diversi adulti su piante in fase di mignolatura e prefioritura provoca la caduta sia delle mignole sia dei bocci fiorali.

«Come si può osservare – ha concluso Sumerano – l’olivo presenta numerosi parassiti che richiedono un elevato numero di interventi. Ma esistono pochi principi attivi autorizzati sull’olivo e con limitazioni sul numero massimo di interventi in etichetta».

La situazione della mosca delle olive in Italia

Come anticipato, la mosca delle olive è il problema fitosanitario più presente e dannoso in tutte le regioni olivicole italiane. Perciò Veronica Vizzarri, ricercatrice del Crea Olivicoltura, Frutticoltura, Agrumicoltura, ha voluto tracciare un quadro completo della sua situazione in Italia.

«Nelle regioni settentrionali l’inverno mite favorisce la sopravvivenza delle forme svernanti e l’assenza di picchi termici estivi consente alla mosca di mantenere una presenza costante. La campagna olivicola 2025 nel Centro-Nord Italia si è distinta per una pressione eccezionalmente elevata, con livelli di infestazione che, in molte aziende, hanno superato il 50-60% delle drupe. I principi attivi disponibili si sono dimostrati efficaci dal punto di vista entomologico, ma vulnerabili alle variabilità climatiche, richiedendo frequenti ripetizioni e una gestione più adattativa. L’entità dei danni osservati nella campagna olivicola 2025 non può essere attribuita alla mancanza di principi attivi o alla loro scarsa efficacia, bensì alla loro limitata persistenza in un contesto meteorologico instabile e alla difficoltà di mantenere una copertura protettiva efficace e continua. Invece nelle regioni meridionali la mosca delle olive subisce un arresto in piena estate dovuto alle temperature sopra i 35 °C, ma da settembre-ottobre, con le prime piogge e l’abbassarsi delle temperature, si ha una ripresa dell’attività di ovideposizione del dittero con infestazione attiva elevata».

In Italia la mosca delle olive è il parassita più importante dell’olivo - Ultima modifica: 2025-11-28T09:30:32+01:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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