Xylella, dal progetto ResiXO speranze per l’olivicoltura nel Salento

xylella progetto resixo
Piante moltiplicate di semenzali spontanei di olivo, pronte per l’avvio dei saggi di patogenicità per Xylella fastidiosa in condizioni controllate (Progetto ResiXO)
Giovanni Melcarne, agronomo, olivicoltore e frantoiano leccese, sta lavorando con il Cnr-Ipsp di Bari per aumentare la disponibilità di germoplasma con caratteri di resistenza al batterio

Aumentare la disponibilità di germoplasma con caratteri di resistenza al batterio Xylella fastidiosa subsp. pauca ST53. È questo l’obiettivo del progetto ResiXO per dare prospettive di rinascita all’olivicoltura del Salento distrutta dalla Xylella. Lo ha riferito Giovanni Melcarne, agronomo, olivicoltore e frantoiano leccese da anni impegnato nella ricerca di soluzioni al problema Xylella, in occasione del 33° Forum di Medicina vegetale organizzato a Bari dall’Associazione regionale pugliese tecnici e ricercatori in agricoltura (Arptra).

Reimpianti con Leccino e Fs-17: pochissimi e fatti male

Giovanni Melcarne
Giovanni Melcarne

Per la rinascita dell’olivicoltura salentina, secondo Melcarne, «gli strumenti attuali sono i reimpianti con le uniche varietà riconosciute resistenti al batterio, Leccino e Fs-17. Invece le prospettive future sono i semenzali spontanei resistenti a Xylella selezionati nell’area gravemente interessata dall’epidemia, quindi sotto alta pressione di inoculo.

Al momento i reimpianti sono pochissimi, appena 1.000-1.500 ettari sugli 85.000 ettari distrutti dalla Xylella solo in provincia di Lecce. Inoltre, non vengono realizzati bene, si sente la mancanza di tecnici esperti di reimpianti.

E poi le uniche due varietà oggi note come resistenti al batterio, Leccino e Fs-17, non sono sufficienti per garantire un futuro olivicolo-oleario nel Salento».

Progetto ResiXO per rinascita Salento dopo Xylella

Alla rinascita dell’olivicoltura salentina, ha comunicato Melcarne, sta contribuendo il progetto quinquennale di ricerca ResiXO, finanziato dalla Regione Puglia e avviato nel 2018 con il Cnr-Istituto per la protezione sostenibile delle piante di Bari.

«ResiXO si basa su due assi principali:

  1. la ricerca di piante spontanee resistenti al batterio
  2. e la valutazione della possibilità di salvare gli olivi monumentali con innesti.

Per il primo asse stiamo cercando, con l’aiuto di agricoltori locali, semenzali spontanei che sembrino resistenti al batterio. Su quelli che ci appaiono più interessanti stiamo valutando le rese e i profili degli acidi grassi e stiamo eseguendo i test di patogenicità per Xylella.

Per il secondo asse la sperimentazione in corso d’opera è molto complessa, l’esito degli innesti dipende da numerosi fattori; ma è importante per cercare di salvare le piante della Piana degli olivi monumentali».

Un piano di miglioramento genetico con Cnr-Ipsp

incroci controllati
Incroci controllati oggetto di studio del piano di miglioramento genetico avviato da Melcarne con il Cnr-Ipsp di Bari

Sempre con l’obiettivo di aumentare la disponibilità di germoplasma con caratteri di resistenza Melcarne ha avviato da tre anni, al di fuori del progetto ResiXO, ma sempre con il Cnr-Ipsp un piano di miglioramento genetico.

«Stiamo valutando circa 3.000 genotipi ottenuti da incrocio fra un genotipo ancora sconosciuto e una cultivar resistente, Leccino o Fs-17, per cercare di trasferire nella progenie stessa i caratteri di resistenza che oggi stanno facendo reggere le due suddette cultivar. Alcuni di tali incroci sono già in produzione, tanto che abbiamo ottenuto dati produttivi, organolettici e persino riguardanti il profilo degli acidi grassi, con sorprese molto interessanti».

Leggi l’articolo completo su Olivo e Olio n. 2/2022

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Xylella, dal progetto ResiXO speranze per l’olivicoltura nel Salento - Ultima modifica: 2022-01-12T09:22:41+01:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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