Coldiretti Puglia: la criminalità imperversa nelle campagne pugliesi

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Il taglio di 103 giovani olivi in agro di Foggia è solo l’ultimo atto compiuto da criminali che agiscono e colpiscono indisturbati nelle aree rurali

103 giovani olivi sono stati tagliati in un’azienda olivicola a Foggia. Un atto vile, commenta il presidente di Coldiretti Puglia Savino Muraglia, «che dimostra quanto la criminalità colpisca indisturbata le aree rurali, depredando e danneggiando senza pietà il frutto del lavoro degli agricoltori, alla mercé di bande criminali che saccheggiano e azzerano in pochi minuti campi e produzioni». Questo, denuncia Coldiretti Puglia, è l’ennesimo episodio di criminalità in agricoltura registrato in provincia di Foggia. E si aggiunge ai ripetuti furti di olive nelle province di Barletta-Andria-Trani, Bari, Lecce, Foggia e Taranto (dove bande organizzate rubano, in pochi minuti, fino a 30 kg di olive battendo gli alberi con bastoni in ferro e alluminio, danneggiando anche le piante), ai numerosi furti di mezzi agricoli, prodotti e cavi e ai danneggiamenti vari nelle campagne, per una perdita complessiva per gli agricoltori stimata in circa 300 milioni di euro all’anno.

Coldiretti Puglia denuncia micro e macro criminalità

Savino Muraglia
Savino Muraglia

Il fenomeno della micro e macro criminalità nelle aree rurali pugliesi è divenuto pressante e pericoloso per la stessa incolumità degli agricoltori, sottolinea Muraglia. «In questo clima di strisciante diffusione dell’illegalità e di pericolosa incertezza, le aziende agricole sono ancora più penalizzate sul fronte della competitività. Perciò Coldiretti Puglia torna a chiedere l’intervento dell’Esercito e l’attivazione di una cabina di regia tra il ministero delle Politiche agricole e il ministero dell’Interno, affinché ci sia un coordinamento sulle attività delle forze dell’ordine, in particolare nelle zone più a rischio individuate nelle province di Bari, BAT e Foggia».

Attività criminose legate alla “stagionalità” delle produzioni

olivi tagliatiOrmai nelle campagne pugliesi le attività criminose sono legate alla “stagionalità” delle produzioni, evidenzia Muraglia. «Squadre ben organizzate tagliano i ceppi dell’uva da vino a marzo/aprile, rubano le ciliegie a maggio, l’uva da tavola da agosto ad ottobre, le mandorle a settembre, le olive da ottobre a dicembre, gli ortaggi tutto l’anno, ma preferiscono i carciofi brindisini e gli asparagi foggiani, dimostrando che alla base dei furti ci sono specifiche richieste di prodotti redditizi perché molto apprezzati dai mercati. Infine sradicano e portano via gli olivi monumentali perché qualcuno evidentemente li ricerca. I furti sono praticamente quotidiani tanto da aver spinto alcuni agricoltori ad organizzarsi con ronde notturne e diurne. Non possiamo permetterci che continui ad essere messa a repentaglio l’incolumità dei produttori agricoli».

Mercato parallelo dell’olio di oliva

Tagliati 103 uliviMuraglia richiama l’attenzione, «come più volte ribadito dall’Osservatorio sulla criminalità in agricoltura e agroalimentare della Coldiretti, anche sul mercato parallelo di prodotti agricoli provenienti da migliaia di chilometri di distanza, a partire dall’olio di oliva, spesso sofisticato e spacciato per prodotto di qualità con il marchio made in Puglia. Questa frode danneggia non solo il consumatore, ma anche i produttori di olio di oliva autenticamente pugliese. Sensibilizzare gli agricoltori sull’importanza di denunciare è l’obiettivo di Coldiretti Puglia, per analizzare dove si registrano in più larga misura i fenomeni criminosi, quando avvengono i furti, quali sono mezzi e prodotti maggiormente appetibili e come è strutturata la “filiera” della ricettazione per economizzare le attività di polizia, non lasciando isolate le vittime e rassicurandole circa l’anonimato della denuncia. Non deve più accadere che qualcuno possa permettersi di tagliare e distruggere impunemente olivi come è accaduto a Foggia».

Coldiretti Puglia: la criminalità imperversa nelle campagne pugliesi - Ultima modifica: 2021-11-24T11:16:32+01:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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