Allarme frantoi, mai vista un’annata così difficile!

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Frantoio Pellegrino, ad Andria
Allarme frantoi, mai vista un’annata così difficile! Forte aumento dei costi, in particolare dell’energia elettrica, e scarsità di prodotto. Si annuncia critica la stagione della molitura delle olive

Nelle regioni olivicole italiane la campagna olearia, con la molitura delle olive, è iniziata da pochi giorni o sta per partire. Come si sono preparati i frantoi?

Nel Salento, per l’assenza di prodotto a causa dell’epidemia di Xylella fastidiosa, molti frantoiani hanno venduto i macchinari e chiuso da tempo. Anche altrove alcuni frantoi, soprattutto i più piccoli, non apriranno per l’insostenibilità degli effetti della crisi energetica, cioè per l’aumento eccessivo del costo della bolletta dell’energia elettrica (come è noto, le macchine per la molitura sono elettriche e fortemente consumatrici di energia elettrica). Altri frantoi si sono aggregati per aumentare l’attività e ridurre il peso dei costi per unità di prodotto.

Ma dovunque è allarme per i frantoi, poiché la stagione della molitura si annuncia critica, sia per il forte aumento dei costi, e non solo dell’energia elettrica, sia per la scarsa disponibilità di olive, poiché il 2022 è un anno di scarica e, al di là di questo, la siccità primaverile-estiva ha pesato prima sull’allegagione e dopo sulla quantità di olive sugli alberi.

Allarme frantoi, in primo luogo in Puglia

In Puglia, secondo quanto riferisce Coldiretti regionale, «i costi per produrre l’olio extra vergine d’oliva sono quintuplicati a causa dell’esplosione delle bollette e dei rincari di materie prime, etichette e vetro, che mettono in ginocchio i frantoi. Aumenti che pesano ancora di più in un anno profondamente segnato dai cambiamenti climatici che hanno inciso sulla produzione olivicola dimezzandola».

Ad Andria, al centro della provincia di Barletta-Andria-Trani, un territorio dove si concentra circa il 7% della produzione olivicola nazionale, nessuno dei frantoi ha chiuso. Quelli operativi sono 14. Ma i problemi non mancano.

Per Elia Pellegrino, frantoiano andriese e presidente all’Associazione italiana frantoiani oleari (Aifo), «quest’anno il prezzo dell’olio extravergine di oliva all’ingrosso dovrà essere almeno di 6 euro al chilo, visto che in questo territorio si produce tanto olio e lo si vende fondamentalmente in autobotte e cisterna. Se non riusciamo a raggiungere questo prezzo, l’annata sarà deficitaria per noi e per tutti gli altri anelli della filiera olivicolo-olearia. Solo così potremo pagare un prezzo più alto per quintale di olive e remunerare anche gli olivicoltori e, nello stesso tempo, aumentare, come è necessario, la molenda, cioè il prezzo da chiedere a chi voglia molire olive per ricavarne olio. Altrimenti la conseguenza sarà la quasi certa perdita delle quote di mercato sugli scaffali della grande distribuzione a vantaggio di oli di provenienza estera, da paesi nei quali non si sono concretizzati aumenti di costi pari a quelli registrati in Italia perché gli interventi governativi li hanno tamponati in tempo».

Liguria

Ad Albenga (Savona), in Liguria, i frantoi sono in allarme per le bollette altissime e rischiano di rimanere fermi. Secondo i frantoiani albenganesi la produzione sarebbe insostenibile, perciò hanno chiesto l’aiuto urgente del governo nazionale per salvare le loro aziende. Le olive raccolte sono di buona qualità ma la mancanza d’acqua e le fitopatologie hanno provocato, a luglio e agosto, la cascola di frutti sani e ridotto le quantità. In particolare nel Levante ligure, così come a Massa Carrara e nel Grossetano, la cecidomia delle foglie dell’olivo ha causato la riduzione della capacità fotosintetica e il calo della produzione.

Nel corso di un’assemblea di frantoiani spezzini associati a Confartigianato è emerso che questi vorrebbero venire incontro ai clienti olivicoltori mantenendo invariati i prezzi di molenda dell’anno scorso, ma necessariamente dovranno calcolare una maggiorazione compensativa che tenga conto degli aumenti del costo dell’energia e delle altre bollette. «Non si può lavorare in perdita – hanno detto i frantoiani, – tuttavia vogliamo fare di tutto per salvaguardare il rapporto con gli olivicoltori del nostro territorio, che sta ottenendo buoni risultati produttivi».

Abruzzo

In Abruzzo, fra bollette alle stelle e crollo della produzione olivicola, diversi frantoi hanno deciso di non aprire. Per alcuni frantoiani, fra rincari delle bollette e dei mezzi tecnici necessari, non sarebbe conveniente avviare l’attività neanche con una raccolta eccezionale, figuriamoci quest’anno che la produzione è scarsa e di qualità certamente non delle migliori. Per chi vorrà molire le olive sarà impossibile una molenda sotto 20 euro al quintale e l’olio extra vergine d’oliva non si riuscirà a vendere a meno di 12 euro al litro, quindi con forte aggravio dei costi per olivicoltori e consumatori!

Molise

Anche in Molise, con l’esplosione dei costi, quasi un frantoiano su 10 lavora in perdita ed è a rischio di chiusura, secondo Coldiretti Molise. Certo è, per chi lavorerà, che l’aumento del prezzo dell’energia elettrica farà schizzare la molenda a 14 a 20-22 euro al quintale.

Per Luigi Tulipano, titolare dell’omonimo oleificio di Guglionesi (Campobasso), «si prospetta una pessima annata, per la scarsa disponibilità di olive, la loro bassa qualità e l’aumento dei costi dell’energia elettrica, delle lattine, di tutto. Anche la molenda aumenterà da 14 ad almeno 20 euro al quintale. Il prezzo dell’olio sta salendo, in questi tempi di inflazione peserà di più sui consumatori. Non ricordo un’annata così difficile!».

Sicilia

In alcune province della Sicilia, come Catania e Siracusa, si prevede un calo della produzione di almeno il 30%. In provincia di Agrigento gli olivicoltori hanno sospeso la raccolta delle olive chiedendo ai frantoiani un prezzo, per la vendita del loro olio in frantoio, maggiore dei 6 euro/l proposti dai frantoiani e chiedendo almeno 7,5 euro/l.

Anche in Spagna grosse difficoltà per il settore oleario

Anche in Spagna il settore oleario, e in particolare i frantoi, sono in allarme per il caro energia. L’aumento del costo, non solo dell’energia elettrica, ma anche di combustibili (gasolio), vetro, lattine, fertilizzanti agrofarmaci, trasporti, ecc., e il crollo della produzione di olive causato dalla siccità stanno causando grossi danni economici e sociali per la campagna olearia 2022-2023.


Leggi anche: Prime stime sull’annata olivicola-olearia 2022 con un occhio ai mercati

Allarme frantoi, mai vista un’annata così difficile! - Ultima modifica: 2022-10-26T09:01:14+02:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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