Confagricoltura: frena la produzione italiana di olio d’oliva

confagricoltura olio di oliva
Walter Placida, presidente della Federazione olivicola nazionale di Confagricoltura
Per Walter Placida, presidente della Federazione olivicola nazionale di Confagricoltura, per il secondo anno di seguito produzione di olio d’oliva bassa in Italia, che scivola dopo la Grecia

È ancora presto per avere un’idea, sia pur approssimativa, di come andrà l’annata olivicola 2021-2022, per quanto la siccità primaverile ed estiva, accompagnata da temperature molto elevate e da ondate di calore certamente non potrà favorire ottime rese in campo, in assenza di irrigazione di soccorso. È però acclarato, dichiara Walter Placida, presidente della Federazione olivicola nazionale di Confagricoltura (Federazione nazionale di prodotto), che l’annata 2020-2021 è stata la seconda consecutiva di “bassa” per la produzione nazionale di olio d’oliva, uno dei fiori all’occhiello del made in Italy.

Il forte calo, secondo i dati ultimi diffusi dal Coi (Consiglio oleicolo internazionale), non è tuttavia esclusivamente italiano, perché hanno perso terreno anche il Portogallo (-28,8%) e la Grecia (meno 1,8%). La Spagna, invece, ha continuato a rafforzare la propria leadership segnando, in controtendenza agli altri Paesi mediterranei, una crescita del 24,4%.

Confagricoltura: «Sempre meno olio d’oliva in Italia»

«La forte riduzione della nostra produzione è ormai diventata endemica. Occorre risolverla presto con un approccio pragmatico e fattivo. Siamo diventati il terzo Paese produttore dopo Spagna e Grecia, rimanendo primi importatori e consumatori.

La nostra olivicoltura è un patrimonio inimitabile che vive difficoltà strutturali e commerciali nonostante la qualità dei prodotti. Siamo primi al mondo per biodiversità, con oltre 500 cultivar che danno vita a oli con profili aromatici unici nel panorama mondiale, senza contare la cultura, la qualità delle produzioni, la salvaguardia ambientale e paesaggistica, lo sviluppo e la ricerca tecnologica».

Placida: «Urgente un Piano olivicolo nazionale»

È necessario, conclude Placida, un Piano olivicolo nazionale che consenta di impiantare nuovi oliveti e recuperare quelli abbandonati. «Serve garantire, su tutto il territorio nazionale, valore al lavoro dei nostri agricoltori, riconoscendo un giusto sostegno alla filiera agricola impegnata nella produzione di olio extravergine di oliva di qualità e assicurando un prezzo equo, adeguato e remunerativo.

La discussione in ambito Coi per la modifica dei parametri qualitativi con la riduzione dei parametri di acidità, infine, potrebbe comportare la rimozione dal mercato di una fetta consistente pari al 50% della produzione italiana di extravergine. Ma non solo. Se non si valorizza l’esito del Panel test, si corre il rischio di escludere dalla gamma degli extravergini oli con caratteristiche organolettiche ottime e continuare ad ammettere oli stranieri sensorialmente discutibili».

Confagricoltura: frena la produzione italiana di olio d’oliva - Ultima modifica: 2021-07-08T09:00:06+02:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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