Nella presente annata olivicolo-olearia la qualità dell’olio extravergine di oliva prodotto nella Piana di Sibari (o Sibaritide) è molto elevata, eppure la scarsa resa delle olive in olio, i forti aumenti dei costi e il basso prezzo di acquisto stanno determinando per i produttori ingenti mancati guadagni. La denuncia della Coldiretti di Rossano Calabro (Cosenza) mette in luce la difficile situazione che sta attraversando l'olivicoltura in un territorio, il Rossanese, che comprende 2.899 ha dedicati alla coltura dell’olivo, cioè la superficie olivicola più ampia (38%) fra i Comuni dell’intera Piana di Sibari.
Olivicoltura Piana di Sibari, le difficoltà sono tante
La campagna di raccolta e molitura delle olive ancora non è chiusa, a causa di un mese e mezzo di ritardo nella loro maturazione, quindi sicuramente terminerà verso la metà di febbraio, informa Antonino Fonsi, presidente di zona Coldiretti Rossano. «In tutta la Piana, non solo a Rossano, oltre agli effetti di tale ritardo i produttori di olio extravergine di oliva stanno sopportando un forte aumento dei costi delle materie prime, come gasolio, energia elettrica e plastiche. Ci sono difficoltà anche per reperire gli operai, poiché nello stesso periodo della raccolta, quest’anno, delle olive si effettua pure quella delle clementine. Infine, sempre per gli operai, si sta sopportando anche il costo dei temponi per accertarne l’eventuale positività al Covid-19».
Prezzi fermi a quelli di 20 anni fa
L’olio extravergine di oliva dell’attuale campagna, aggiunge Fonsi, «è di alta qualità, con acidità bassissima, ma purtroppo il suo prezzo è ancora fermo a 4,20 euro/litro, che è lo stesso prezzo di 20 anni fa! Speriamo vivamente che il prezzo salga, per chiudere il bilancio aziendale in positivo. Altrimenti, se rimarrà ancorati ai 4,20 euro/litro, i produttori saranno in netta perdita».