«Riteniamo indispensabile un intervento dell’amministrazione regionale per permettere alle strutture di trasformazione di poter sopportare il costo finanziario di uno stoccaggio più lungo, che consenta di evitare fenomeni speculativi di cui conosciamo bene la gestione». È il presidente di Confagricoltura Bari-Bat, Michele Lacenere, a chiedere l’intervento della Regione Puglia per porre un argine alla speculazione che sta causando un calo continuo dei prezzi al produttore sia delle olive sia dell’olio extravergine di oliva. «È facile sfruttare le necessità di aziende che vengono da anni di crisi produttiva e hanno sopportato costi di produzione da capogiro, per imporre prezzi che non stanno né in cielo né in terra e non rispecchiano certamente il valore del prodotto e nemmeno le effettive dinamiche di un libero mercato. Parliamo da anni, ormai, di valorizzazione del prodotto, ma queste speculazioni non fanno altro che spingere le olive su un mercato nazionale che poco ha a che fare con l’olio di Puglia».
Confagricoltura Bari-Bat:
crisi di mercato dei prodotti olivicoli
La campagna di raccolta olivicola si è aperta con una crisi di mercato riguardante sia le olive sia l’olio extravergine di oliva che, per Lacenere, non trova ragionevole riscontro nella realtà produttiva olearia italiana.
«La stagione produttiva non è stata delle più felici. In primavera in alcune zone un calo termico importante ha compromesso, sia pur parzialmente, l’allegagione. In seguito una siccità con pochi precedenti ha costretto gli olivicoltori che disponevano di risorse irrigue a un pesante ricorso all’irrigazione con dispendio di risorse energetiche e, soprattutto, finanziarie; d’altra parte la produttività degli oliveti in asciutto, che non hanno beneficiato di irrigazione di soccorso, è stata notevolmente compromessa».
Campagna 2021/2022: calo produzione oltre il 30%
L’inclemenza climatica, aggiunge il presidente di Confagricoltura di Bari-Bat, «ha, di fatto, ridotto gli areali pienamente produttivi, come da fonte Ismea, ad appena una parte di Puglia, Calabria e Sicilia. Peraltro queste ultime due regioni sono state interessate da fenomeni meteorici particolarmente violenti proprio nel periodo di raccolta. Inoltre le regioni del Centro-Nord interessate all’olivicoltura presentano un importante calo produttivo. Nell’insieme, tenendo conto dell’azzeramento dell’olivicoltura salentina a causa del problema Xylella, si è avuto un calo complessivo della produzione olivicola nazionale di oltre il 30% rispetto alle medie degli ultimi anni».
La vera causa dei prezzi bassi è la speculazione
Eppure, nota Lacenere, «nonostante i problemi dell’attuale campagna e malgrado si giunga da quella 2020/2021 non proprio felice, il tracollo del prezzo dell’olio extravergine di oliva nel suo complesso è stato velocissimo, seguito a ruota dal crollo del prezzo delle olive. Il prezzo dell’olio extravergine di oliva ha raggiunto quotazioni di 3,00-3,50 euro/kg già pochi giorni dopo l’apertura dei frantoi, mentre il prezzo delle olive va dai 35 ai 45 euro/q. Tutto troppo rapido per non pensare a processi speculativi, avviati dal potente cartello che tiene saldamente le redini del mercato dell’olio e, calibrando attentamente gli acquisti, è in grado di mandare in affanno finanziario, ed economico, l’intera filiera».