Olivicoltura, ancora indietro nell’agricoltura di precisione

olivicoltura di precisione
Il comparto olivicolo sconta, anche per l’Agricoltura 4.0, un ritardo storico nell’aggiornamento tecnologico complessivo. Ma intanto qualcosa si muove, soprattutto a livello di progetti di ricerca. Samanta Zelasco, ricercatrice del Crea-Ofa sede di Rende, ha illustrato l’attuale livello di sviluppo in un webinar organizzato nell’ambito del progetto Triecol

L’olivicoltura italiana è ancora indietro rispetto ad altri comparti agricoli nell’adozione delle tecnologie dell’agricoltura di precisione. È un ritardo comprensibile, visto che sconta un ritardo storico nell’aggiornamento tecnologico complessivo. Tuttavia sta compiendo alcuni passi in avanti, anche sulla strada dell’Agricoltura 4.0. È quanto ha affermato Samanta Zelasco, ricercatrice del Crea-Ofa sede di Rende (Cosenza), illustrando l’attuale livello di sviluppo dell’agricoltura di precisione nel comparto olivicolo in occasione del webinar “Le innovazioni tecnologiche per la gestione di precisione dell’olivicoltura” organizzato nell’ambito del progetto Triecol.

Olivicoltura in ritardo nell’agricoltura di precisione

olivicolturaIl comparto olivicolo, ha introdotto Zelasco, «è stato per decenni la cenerentola dell’arboricoltura sotto il profilo dell’aggiornamento tecnologico, come ha affermato il professor Tiziano Caruso, direttore del Dipartimento di Scienze agrarie e forestali dell’Università di Palermo. Ma oggi, rileva Caruso, grazie soprattutto all’attività di alcuni giovani ricercatori, sta risalendo la china, anche con la sperimentazione e l’adozione di tecnologie proprie dell’agricoltura di precisione. Finora le tecnologie di agricoltura di precisione sono state adottate soprattutto nei sistemi colturali erbacei (cerealicoltura) e in viticoltura, ma adesso anche l’olivicoltura si sta affacciando all’innovazione tecnologica dell’Agricoltura 4.0. Per il momento, però, più che nell’organizzazione e nella gestione di aziende olivicole, nella realizzazione di progetti di ricerca».

Progetto Olivemap

olivemapSono infatti in attuazione tantissimi progetti di ricerca che utilizzano le tecnologie alla base dell’agricoltura di precisione, ha puntualizzato Zelasco, presentando alcuni di questi progetti particolarmente significativi e rilevanti anche per le loro applicazioni pratiche.

«Ad esempio il progetto Olivemap “Mappatura dei fabbisogni di investimento e monitoraggio dell’olivicoltura italiana”, finanziato dal Mipaaf nell’ambito del Piano olivicolo nazionale, il cui obiettivo è sviluppare e utilizzare metodologie innovative basate sul telerilevamento per la mappatura delle superfici olivetate su tre regioni: Puglia, Calabria e Sicilia. Il progetto ha ottenuto i seguenti risultati: informazioni attendibili sulla distribuzione ed estensione geografica delle superfici olivetate nelle tre regioni, integrazione spaziale con altri database geografici, mappatura multitemporale. L’importanza di disporre di informazioni geograficamente esplicite come quelle fornite dal progetto Olivemap risiede principalmente nella possibilità di intersecarle con altri strati informativi, quali ad esempio il database Sigrian che riporta i dati infrastrutturali e gestionali relativi al sistema irriguo nazionale, così da definire interventi agronomici idonei a una razionale e sostenibile intensificazione dell’olivicoltura. Una particolare applicazione del progetto Olivemap, attraverso la mappatura dinamica o multitemporale del territorio interessato, è stato il monitoraggio dell’avanzamento della Xylella fastidiosa dal sud al nord della Puglia».

Progetto XylMap

Altro progetto, ha proseguito Zelasco, è XylMap “Identificazione delle dinamiche di diffusione di Codiro dopo l’analisi dei meccanismi di progressione e sviluppo di strumenti e metodi avanzati di monitoraggio e mappatura”, finanziato dalla Regione Puglia.
«Suoi obiettivi sono stati:

  1. xylmapdefinizione di indicatori dell’evoluzione dell’infezione da X. fastidiosa nella pianta che ne consentano una evoluzione precoce, anche in assenza di specifica sintomatologia, con sistemi di monitoraggio remoti e/o prossimali e non invasivi;
  2. messa a punto di tecniche e metodologie ottimizzate (anche dal punto di vista economico) di rilevazione, analisi e gestione dei dati, sia specifici (relativi alle piante e alla loro patologia) sia di contesto (relativi al territorio e all’ambiente), con implementazione di un Decisional Support System (DSS) integrato in un ambiente WebGis di gestione, analisi, condivisione e trasferimento dei dati».

Progetto Redox

redoxAltro progetto è Redox (Remote early detection of Xylella), finanziato con un Pon-Mise.

«Il progetto mira a sviluppare capacità di riconoscimento precoce della malattia su larga scala, prima che la stessa sia visibile all’uomo, attraverso l’osservazione della risposta nello spettro elettromagnetico delle piante di olivo. Di recente il consorzio del progetto Redox, con la collaborazione dell’Università di Palermo, ha eseguito le prime attività di sorvolo di oliveti con lo scopo di individuare, per mezzo di dati telerilevati da sensori iperspettrali e termici imbarcati su drone, la presenza di infezione causata da Xylella. L’area soggetta all’attività sperimentale è situata nella zona cuscinetto a pochi chilometri a ovest di Monopoli (Bari) ed è caratterizzata dalla presenza di olivi secolari potenzialmente infetti. I dati telerilevati provenienti dall’osservazione aerea sono stati confrontati e validati attraverso i dati ottenuti dal prelievo sul campo di campioni di piante».

Altri progetti: E-crops, Olimpolli, Infoliva, Olivosmart

olimpolliNon mancano tuttavia altri progetti, ha concluso Zelasco. «E-crops intende sviluppare e integrare nuove tecnologie anche nel comparto olivicolo: esse saranno impiegate per la mappatura della variabilità spaziale dei singoli appezzamenti, il monitoraggio eco-fisiologico delle colture, la stima di parametri produttivi, l’allerta precoce di rischio fitosanitario, la zonazione a livello di comprensorio aziendale, l’identificazione e validazione di un sistema di supporto decisionale per la gestione sito-specifica di zone omogenee definite come “Management Zones”. Olimpolli si basa su una sperimentazione che mira a effettuare una impollinazione artificiale degli olivi attraverso l’aspersione di polline tramite drone. Infoliva lavora all’acquisizione di informazioni utili per la tracciabilità dell’olio (origine geografica) e per la garanzia di qualità del prodotto utilizzando strumenti ICT a basso costo (dal campo alla bottiglia). Olivosmart è lo sviluppo di un sistema automatico, sicuro, completo e versatile di tracciabilità (dalla pianta al prodotto finale) che il consumatore può utilizzare all’atto dell’acquisto: dati veri, completi e oggettivi generati e gestiti senza alcun intervento o manipolazione umana».


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Olivicoltura, ancora indietro nell’agricoltura di precisione - Ultima modifica: 2022-03-02T10:15:56+01:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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