Le recenti, per certi versi paradossali, vicende giudiziarie che stanno interessando i principali attori della lotta al batterio da quarantena Xylella fastidiosa in Puglia hanno una forte attenzione mediatica. Uno degli effetti è che basta un generico disseccamento di olivo per far scattare allarmi che poi si rivelano ingiustificati.
Il pericolo che X. fastidiosa si diffonda, non solo sugli olivi, resta elevato e concreto ma per fortuna, allo stato attuale, le problematiche fitosanitarie dell’olivo nel resto di Italia restano di altra natura. Nel periodo invernale, la potatura è una buona occasione per controllare da vicino degli alberi e valutare se effettuare eventuali interventi fitosanitari.
La carica della lebbra
La meccanizzazione non consente la completa raccolta dei frutti per cui molte olive restano sugli alberi e possono diventare serbatoio di inoculo (ad es. per gli agenti della lebbra).
Negli oliveti dove si sono osservati attacchi sulle foglie di occhio di pavone (Spilocea oleagina) o cercosporiosi (Mycocentrospora cladosporioides) e sui frutti di lebbra (Gloeosporium olivarum, G. acutatum) o del fungo Camarosporium dalmaticum (diffuso dalla Prolasioptera berlesiana, insetto predatore delle uova di mosca delle olive), è consigliabile effettuare un trattamento con prodotti rameici che disinfettano le ferite causate durante la raccolta dagli agevolatori meccanici o dai tagli dei rami e che tengono a freno le malattie crittogamiche e la rogna batterica.
Per abbattere la carica di inoculo della lebbra, più che i trattamenti invernali, sono utili quelli contro le infezioni latenti primaverili. In primavera, infatti, il fungo colonizza i residui fogliari, le olivine, i teneri rametti e le foglie e si mantiene in forma di micelio fino alle prime piogge autunnali, quando differenzia i conidi e diffonde l’infezione sulle drupe. Pertanto, dove si è avuto un forte attacco nell’anno scorso, sarà utile programmare un trattamento alla ripresa vegetativa con prodotti specifici.
Slupatura e “srognatura”
Durante la potatura, si raccomanda di eliminare i rami infetti da “rogna” (noduli provocati dal batterio Pseudomonas syringae subsp. savastanoi), soprattutto negli impianti giovani. Si ricorda che le gelate primaverili possono provocare microfessurazioni della corteccia che, al pari delle grandinate, favoriscono la penetrazione del batterio. Pertanto, dopo un evento meteorico avverso è buona norma eseguire un trattamento rameico.
Un’altra operazione sanitaria importante durante la potatura è la slupatura delle parti legnose attaccate da carie: dopo aver rimosso il legno alterato è necessario disinfettare e coprire con appositi mastici o soluzioni anticrittogamiche le ferite aperte.