Coldiretti/Unaprol: solo +15% per l’olio di oliva nuovo, ma qualità ottima

olio oliva nuovo
Presentate a Sortino (Sr), in collaborazione con Ismea, le prime stime sull’andamento della produzione olivicola nazionale. Annata di carica segnata dalla siccità, olio di oliva nuovo al di sotto delle attese. Il rilancio del comparto è possibile attraverso la realizzazione di nuovi oliveti, la costruzione di impianti di irrigazione, pozzi e laghetti, l’ampliamento della raccolta meccanizzata
Elio Menta
Elio Menta

Per l’annata 2021-2022 la produzione di olio di oliva in Italia potrebbe attestarsi intorno ai 315 milioni di chili, in leggero aumento (+15%) rispetto ai 273,5 milioni di chili dell’annata scorsa, in media con i risultati delle campagne precedenti ma meno delle attese. In compenso la qualità si preannuncia ottima. Sono le prime stime sull’andamento della produzione olivicola nazionale, presentate da Coldiretti e Unaprol, in collaborazione con Ismea, in occasione della raccolta delle olive (la prima in Italia) a Sortino, in provincia di Siracusa, nell’azienda Terra Surti di Elio Menta, neopresidente di FOA Italia – Frantoi Oleari Associati.

Stagione segnata da assenza di piogge e da siccità

La stagione è stata influenzata negativamente dall’assenza di piogge e dalla siccità che hanno colpito il polmone olivicolo dell’Italia, la Puglia, regione che produce la metà dell’olio di oliva nazionale. Nonostante un possibile incremento produttivo a doppia cifra rispetto allo scorso anno, frutto di un concreto miglioramento di alcune aree (punte del +40%), compensato al ribasso da altre zone, in generale la produzione pugliese resterà ben distante dagli standard tipici delle annate di carica (200 milioni di kg).

La Sicilia, dopo tre stagioni di difficoltà, potrebbe tornare sopra la soglia dei 40 milioni di kg. Invece qualche problema in più si registra in Calabria, con un leggero incremento molto lontano dalla produzione massima regionale.

Negativa appare l’annata per Toscana e Umbria (con punte di -50%), che scontano un andamento climatico incerto e potrebbero patire, a causa dell’elevata umidità di inizio autunno, possibili attacchi della mosca delle olive. Invece il Lazio mantiene pressoché invariata la produzione del 2020.

Ancora più negative sono le stime per le regioni del Nord, Lombardia in testa, colpite da periodi di gelo e grande caldo che hanno ridotto al minimo la produzione (il calo oscilla fra -60% e -80%).

Avvio raccolta olive, momento importante per comparto

L’avvio della raccolta rappresenta un momento importante dal punto economico e occupazionale per un comparto che, evidenziano Coldiretti e Unaprol, conta in Italia oltre 400 mila aziende agricole specializzate, un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà di olive, il più vasto tesoro di biodiversità olivicola nel mondo, e il maggior numero di oli extravergine di oliva a denominazione di origine nell’Unione europea (42 Dop e 7 Igp).

Coldiretti: reti d’impresa per futuro dell’olio d’oliva

Ettore Prandini
Ettore Prandini

Proprio per sostenere e incrementare la produzione nazionale di olio extravergine d’oliva, Coldiretti ha presentato nell’ambito del Recovery Plan un progetto specifico legato alle reti d’impresa per il futuro dell’olio d’oliva. «L’obiettivo è rilanciare la produzione nazionale dell’olio d’oliva per confermare il primato di qualità del Made in Italy – spiega il presidente della Coldiretti Ettore Prandini –. Un rilancio possibile attraverso la realizzazione di nuovi oliveti, la costruzione di impianti di irrigazione, pozzi e laghetti, anche in maniera consorziata, l’ampliamento della raccolta meccanizzata delle olive con macchinari che ne riducano tempi e costi».

Difficoltà su quantità, occorre rinnovamento strutturale

David Granieri
David Granieri

Le prime stime danno un quadro complessivo della situazione produttiva in Italia, ma, naturalmente, tutto andrà verificato con l’inizio della raccolta in tutte le regioni e i primi dati sulle rese, dichiara il presidente di Unaprol David Granieri. «Tutti attendevamo l’annata di carica ma, purtroppo, l’andamento climatico e la grande siccità hanno colpito duramente le aziende olivicole del nostro Paese, che hanno incrementato i propri investimenti irrigui per salvare la produzione. Conserveremo ancora il primato sulla qualità ma siamo in difficoltà sulle quantità di prodotto. Perciò non sono più rinviabili interventi strutturali di rinnovamento degli impianti e recupero degli oliveti abbandonati per consentire alla produzione di tornare sui livelli di eccellenza di dieci anni fa».

Coldiretti/Unaprol: solo +15% per l’olio di oliva nuovo, ma qualità ottima - Ultima modifica: 2021-09-27T10:12:07+02:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome