Se un “cibo di laboratorio” rischia il semaforo rosso, basta modificare gli ingredienti e il gioco è fatto. Il Nutri-Score premia i laboratori e non i campi agricoli. Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ritorna su Nutri-Score, il sistema nutrizionale messo a punto da una società francese che si basa su un algoritmo che classifica ogni alimento in base al livello di zuccheri, grassi e sale.
Nutri-Score non va bene per l’olio di oliva
Ad avviso di Confagricoltura, non è accettabile un sistema nutrizionale “a fisarmonica” degli alimenti, che gratifica quelli che possono essere modificati perché frutto di un processo di trasformazione di ingredienti, magari di origine sintetica, e penalizza quelli che sono il frutto di cultura enogastronomica, tradizioni, territori, clima.
![Massimiliano Giansanti](https://olivoeolio.edagricole.it/wp-content/uploads/sites/17/2021/02/Giansanti-1-225x300.jpg)
«Il cibo di laboratorio si può modificare, l’olio extravergine no. Lo hanno compreso gli stessi Spagnoli che si sono resi conto che il Nutri-Score non va bene per l’olio di oliva che è un prodotto monoingrediente – sostiene Giansanti –. Il Nutri-Score tende a dividere tra alimenti che fanno bene e quelli che fanno male in modo standardizzato; così però i profili nutrizionali non vengono incontro alle reali esigenze di miglioramento della salute del consumatore. È noto che ogni singolo consumatore ha una sua dieta che dipende dal proprio stato di salute e dall’attività fisica, a cui può essere associata la riduzione di acquisizione giornaliera dei singoli ingredienti e nutrienti».
Superare la parzialità di valutazione
Per Giansanti bisogna superare la parzialità di valutazione. «Per questo – sottolinea – va promosso il battery pack che si basa su dati certi: non i singoli alimenti ma la loro incidenza all’interno della dieta. L’etichetta è pensata come una batteria e reca l’indicazione di tutti i valori nutrizionali apportati dalle singole porzioni. Il mangiare è un atto democratico di per sé (come dice il detto “Paese che vai tradizioni che trovi”). Lo strumento del Nutri-Score alla fine che cosa porta? A un’omologazione dell’alimentazione, che è l’esatto contrario di quello che serve al nostro Paese, conosciuto e apprezzato nel mondo per la qualità e le peculiarità del made in Italy agroalimentare».