La stagione meteorologica primaverile è trascorsa all’insegna di una generale tendenza al rialzo termico, con valori al di sopra elle medie di riferimento; ha tuttavia fatto eccezione il mese di maggio durante il quale i valori termici sono risultati quasi ovunque leggermente inferiori alla media. Questo andamento ha protratto in avanti la fase di fioritura dell’olivo, fino all’inizio di giugno quando la prima ondata di calore (con valori massimi in molte aree di produzione prossimi o superiori a 35 °C) ha accompagnato le fasi di allegagione e primo ingrossamento delle drupe che alla metà del mese di giugno risultano comunque di ridotte dimensioni e sicuramente non recettive agli attacchi di mosca dell’olivo (Bactrocera oleae).
Con lo sguardo alla stagione invernale appena trascorsa non rigida e con una piovosità nei primi mesi 5 dell’anno sostanzialmente in linea con le medie di riferimento e con i valori di precipitazione più elevati nel mese di marzo è ragionevole attendersi una presenza consistente delle popolazioni adulte di mosca.
Per contro l’andamento fenologico di maggio potrebbe in qualche modo influenzare negativamente lo sviluppo del fitofago se si verificassero sfarfallamenti in assenza di olive recettive con un inizio di deposizione nei mesi più caldi dell’anno (luglio e agosto) durante i quali i valori termici elevati possono indurre il fenomeno della diapausa estiva dell’insetto.
Con queste congetture altalenanti gli olivicoltori si preparano comunque a difendersi dagli attacchi di mosca, installando in campo le trappole per il monitoraggio dei voli e/o i sistemi di cattura attract & kill e di cattura massale. Nelle zone raggiunte da notiziari tecnici settimanali l’andamento del volo nelle aziende pilota viene monitorato in genere a partire da luglio in corrispondenza di uno sviluppo delle drupe sufficiente a renderle recettive alle infestazioni di mosca. La fase indurimento del nocciolo, che fino ad alcuni anni fa veniva individuata come indicatore di suscettibilità delle drupe, non rappresenta più “l’interruttore biologico” per l’inizio degli attacchi di mosca che troppe volte ha iniziato a deporre le uova su olive in pieno accrescimento ben prima dell’indurimento dei tessuti del nocciolo.
Mosca dell’olivo, l’insetto chiave dell’estate
Per il monitoraggio degli adulti sono sufficienti n.2-3 trappole per ettaro ed è preferibile installare sistemi di cattura sia di maschi sia di femmine, queste ultime facilmente distinguibili per la presenza di un ovopositore sclerificato al termine dell’addome (foto 1, in apertura). I sistemi di lotta con l’impiego di trappole risultano maggiormente efficaci in presenza di bassi livelli di popolazione del fitofago.

Dopo l’inizio del volo, nella fase di inizio della deposizione, in piena estate, sono applicabili anche somministrazioni di caolino, distribuito in maniera omogenea sulla vegetazione a formare una patina che ricopre la superficie delle drupe con effetto antideposizione (foto 2). Altri interventi a scopo adulticida si possono effettuare con la tecnica del bait spray. Questo tipo di soluzione fitoiatrica si esegue mediante applicazione di un prodotto insetticida di contatto (a base di spinosad, acetamiprid o cyantraniliprole), miscelato ad un’esca attrattiva di natura proteica, su ridotte porzioni di chioma, impiegando volumi di distribuzione fino a 30 litri per ettaro che in molti casi si possono ridurre fino a 5 litri per ettaro. Sono presenti in commercio diversi formulati sia già miscelati e pronti per essere diluiti e distribuiti sulla vegetazione, sia con vendita accoppiata dell’insetticida e dell’esca, da miscelare al momento della preparazione del trattamento.
Sono infine possibili trattamenti a finalità adulticida di pieno campo con formulati commerciali a base di piretrine naturali o piretroidi di sintesi (questi ultimi sono esclusi dai disciplinari di difesa integrata delle colture) e trattamenti di pieno campo con prodotti efficaci nei confronti di diversi stadi dell’insetto a base di Azadiractina o del fungo Beauveria baussiana. Dopo l’inizio delle deposizioni, con una infestazione attiva del 2-5%, l’attività ovo-larvicida più efficace si ottiene con prodotti a base di acetamiprid e flupyradifurone che grazie alla loro capacità sistemica penetrano nella polpa delle drupe. Frequentemente i migliori risultati di lotta alla mosca dell’olivo si ottengono con un sistema misto di interventi adulticidi e larvicidi che in funzione del ciclo biologico del fitofago riducono a livelli accettabili le infestazioni.
Molti prodotti adulticidi sono tuttavia dilavati dalle piogge e vanno quindi ripetuti a seguito di temporali estivi. I sistemi di avvertimento regionali, o su scala territoriale più ridotta, possono aiutare il produttore olivicolo nelle decisioni sulle modalità e le epoche di intervento e di norma i notiziari settimanali riportano indicazioni e consigli tecnici mirati sia per la difesa in regime di agricoltura biologica sia integrata.
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Prays oleae, riconoscere e contenere la generazione carpofaga
Oltre alla mosca anche la tignola dell’olivo (Prays oleae) rappresenta un temibile fitofago in grado di colpire le olive in fase di accrescimento e in grado di compromettere la produzione nelle annate particolarmente favorevoli all’insetto. La generazione carpofaga si sviluppa tra fine maggio e inizio luglio, a seconda dell’andamento climatico e in questo periodo le femmine dopo l’accoppiamento depongono le uova sul calice delle olivine appena formate. Alla schiusa, le larve penetrano direttamente nel frutto, scavando gallerie fino a raggiungere il nocciolo ancora tenero.
Nella fase iniziale della deposizione è molto importante verificare la percentuale di drupe attaccate raccogliendo un campione casuale di olive per controllare la presenza di uova o larvette attraverso l’uso di lenti di ingrandimento (contafili o di altro tipo). La soglia da tenere in considerazione per le varietà da olio oscilla tra il 7% ed il 15% di infestazione. Al superamento di tali valori è consigliato intervenire con prodotti fitosanitari insetticidi a base di spinetoram (impiegabile solo fino al 30 dicembre 2025) o cyantraniliprole (autorizzato per uso emergenziale dal 7 aprile 2025 al 4 agosto 2025), ritenendo utile riservare l’impiego di acetamiprid per il controllo della mosca dell’olivo.
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Saissetia oleae, intervenire nel momento ottimale

Nel mese di luglio la cocciniglia mezzo grano di pepe (Saissetia oleae) inizia la deposizione delle uova (foto 3). Per il controllo delle infestazioni bisogna avvalersi dei risultati delle verifiche effettuate in primavera quando il campionamento ha consentito di stabilire se è stata superata la soglia di 2-5 neanidi per foglia. In tal caso si deve intervenire in questo periodo quando il 90% delle femmine hanno uova schiuse irrorando soluzioni insetticide contenenti oli minerali bianchi che, coprendo le giovani neanidi con una sottile pellicola, ne provocano la morte essenzialmente per asfissia. Il trattamento, ammesso anche in oliveti a conduzione biologica, può essere ripetuto a distanza di 15-20 giorni.
Il coleottero notturno che minaccia la chioma

Altri fitofagi come l’oziorrinco (Otiorhynchus cribricollis) possono danneggiare la vegetazione dell’oliveto. Si tratta di un coleottero appartenente alla famiglia dei curculionidi, di 6-8 mm di lunghezza, di colore bruno nerastro lucente, con rostro corto. Gli adulti sono di difficile individuazione perché durante il giorno si nascondono nel terreno o tra i residui vegetali, mentre di notte risalgono i tronchi per attaccare le giovani foglie, nutrendosi dei margini fogliari e provocando caratteristiche erosioni a forma di semicerchio. Gli adulti compaiono negli oliveti già a maggio e giugno, ma in caso di forte infestazione i maggiori danni si possono riscontrare nel periodo estivo.
La lotta con prodotti chimici è di norma sconsigliata; sulle piante si possono collocare barriere per impedire il passaggio degli adulti a livello del tronco. Si possono realizzare fasce di circa 20 cm di altezza invischiate di materiale collante non siccativo o, meglio, fasce di fibre sintetiche di consistenza spugnosa (es. resinato di lana) che vanno applicate intorno al tronco, collocate ad un’altezza di circa 50 cm dal suolo per evitare che si sporchino a contatto con il terreno (foto 4). L’efficacia migliora se le fasce sono legate con lacci elastici nella parte superiore in modo da formare un imbuto rovesciato.
Cercosporiosi e occhio di pavone, patogeni favoriti dalle piogge
Per quanto riguarda i patogeni anche a seguito dell’andamento meteorologico descritto e in considerazione delle piogge di metà giugno in estate sono attese manifestazioni evidenti della presenza di avversità quali l’occhio di pavone, la lebbra e la cercosporiosi. In particolare, le sporificazioni fungine di cercospora (Pseudocercospora cladosporioides) sono state già riscontrate nel mese di aprile. La malattia si manifesta sulle foglie con estesi ingiallimenti della pagina superiore che non rispettano l’andamento delle nervature, a volte demarcati da zone di tessuto che assume colorazione verde brillante (foto 5).

In corrispondenza, sulla pagina inferiore, si formano macchie vellutate di colore grigiastro che tendono a confluire ed a conferire un aspetto uniforme al tessuto vegetale da cui fuoriescono le sporificazioni fungine. Le foglie nella fase terminale dell’attacco assumono colorazione marrone, disseccano e cadono a terra (filloptosi); in alcuni casi sono stati osservati danni anche a carico dei frutti su cui si formano tacche depresse color cuoio.
Nel corso degli ultimi anni la malattia è stata riscontrata in numerosi comprensori olivicoli destando la preoccupazione dei produttori ed è quindi opportuno porre attenzione alla presenza di sintomi in campo già a partire dal periodo estivo per ottimizzare il controllo delle epidemie. La difesa nei confronti della cercosporiosi viene tradizionalmente eseguita in maniera indiretta quando si effettuano trattamenti fitoiatrici per il controllo dell’occhio di pavone; tuttavia, quando si manifestano infezioni gravi ed estese, possono rendersi necessari interventi mirati, disgiunti da quelli per il contenimento del cicloconio.
Risultati soddisfacenti nella lotta alla cercosporiosi si ottengono eseguendo due trattamenti specifici, nei mesi di luglio ed ottobre, irrorando la vegetazione prodotti fitosanitari a base di sali di rame.
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