L’olivicoltura gardesana, senza aiuti, rischia di scomparire

olivicoltura gardesana
Il Dm 23 novembre 2021 esclude quasi totalmente i produttori dell’olio Garda Dop dagli aiuti alla filiera

Il Dm 23 novembre 2021 “Interventi per la filiera olivicola ai sensi dell'art. 1, comma 128, della legge 30 dicembre 2020, n. 178 che istituisce il «Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell'acquacoltura»”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 5 dell’8 gennaio 2022, esclude quasi totalmente i produttori dell’olio Garda Dop dagli aiuti alla filiera. Dopo due campagne di raccolta pari a zero, è stata una doccia fredda per i 470 soci del Consorzio di tutela dell’olio extravergine di oliva Garda Dop.

Olivicoltura gardesana esclusa da aiuti del Dm 23 novembre 2021

lago di Garda
Oliveti sulle rive del lago di Garda

Il comparto olivicolo-oleario gardesano, in un anno particolarmente complicato per l’olivicoltura locale (dopo la raccolta del 2019, anche quella del 2021 è stata nulla), attendeva il sostegno economico. Ma il tanto atteso decreto, che assegna alla filiera olivicolo-olearia nazionale 30 milioni di euro per investimenti e ammodernamenti degli impianti, esclude, di fatto, la maggior parte dei produttori di olio Garda Dop dai contributi. Infatti delle risorse del “Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura” potranno beneficiare solamente “i produttori olivicoli associati a organizzazioni di produttori riconosciute” e con una “superficie minima interessata pari a 2 ha”.

Turri: «Contributi solo ad aziende legate a Op, scelta sbagliata»

Laura Turri
Laura Turri

La decisione di elargire i contributi esclusivamente alle aziende legate a organizzazioni di produttori riconosciute di fatto esclude le aziende associate solo al Consorzio di tutela: «È una scelta – sottolinea la presidente del Consorzio, Laura Turri – che a noi produttori appare in contrasto gli obiettivi del Dm e con il ruolo del Consorzio di tutela che, come riconosciuto dal Mipaaf, è non solo tutelare e promuovere il prodotto Garda Dop ma anche assistere i soci nel perseguire la qualità dell’olio e la sostenibilità della filiera di cui facciamo parte».

«Contributi solo a 2 o più ettari: escluso 80% olivicoltori»

Garda DopAltro tema fondamentale è l’ammissibilità al contributo solo per le aziende la cui superficie a oliveto sia pari o superiore a 2 ha, limite che, per il Garda Dop, vuol dire non concedere aiuti a oltre l’80% degli olivicoltori.

«L’olivicoltura del Garda è molto simile ad altri comparti, come quello del vino, dove spesso le produzioni più blasonate provengono da piccole particelle di territorio, come nel caso della menzione “Vigna” per l’Amarone della Valpolicella Docg o della menzione “Rive” per il Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene Docg. Ma, se nel comparto vitivinicolo i sostegni vengono erogati anche a chi possiede piccolissimi appezzamenti di vigneto, salvaguardando così produzioni storiche e di nicchia, non altrettanto avviene per la filiera olivicolo-olearia; anzi, come sottolineato nel Decreto, il Mipaaf preferisce dare priorità agli investimenti nelle aree di maggiore superficie e caratterizzate da una grande densità. Purtroppo questo significa non tenere conto della particolarità del nostro territorio, la cui morfologia non consente l’ampliamento degli oliveti».

«Olivicoltura gardesana: è il territorio che fa la qualità»

Garda
È il territorio che fa la qualità dell'olivicoltura gardesana

Ma è proprio la conformazione territoriale, fra le montagne e il lago, aggiunge Turri, a garantire l’altissima qualità del prodotto (oggi l’olio Garda Dop è fra le prime dieci Dop olivicole d’Italia) e a disegnare i confini degli oliveti, con la conseguente parcellizzazione delle produzioni: basti pensare che la superficie totale iscritta alla denominazione è di 793 ha, distribuita tra 549 olivicoltori. «Paradossalmente è proprio questa particolare struttura geografica a escluderci dai sostegni economici destinati alla filiera di cui facciamo parte. Ma dopo le difficili campagne di raccolta 2019 e 2021, in cui la produzione di olio Garda Dop è stata praticamente azzerata, viviamo una situazione di totale incertezza che i soci del consorzio non potranno sostenere a lungo senza aiuti economici».

«Il rischio è il definitivo abbandono degli oliveti»

Oliveti sul Garda
L'abbandono degli oliveti causerebbe un gravissimo danno al patrimonio paesaggistico del Garda

Il rischio conseguente, teme Turri, è il definitivo abbandono degli oliveti, «che, oltre alla perdita di un olio a Dop tra i più preziosi, causerebbe anche un gravissimo danno al patrimonio paesaggistico del Garda, di cui l’olivo è una delle piante più rappresentative e identitarie. Perché è proprio la suddivisione della superficie produttiva in tanti piccoli oliveti, curati “maniacalmente” come giardini e non come aree agricole, ad aver reso le sponde del Garda ciò che oggi il mondo conosce: la “Riviera degli olivi” dove, sulle “terrazze” affacciate sul lago, nasce da secoli un prodotto di altissima qualità, celebrato già a partire dal Medioevo».

«Auspichiamo che grido di aiuto venga ascoltato»

turri risorse
Turri chiede risorse per gli olivicoltori che coltivano e proteggono gli olivi del Garda

Come Consorzio di tutela dell’olio Garda Dop, conclude Turri, «auspichiamo che questo nostro grido di aiuto sia ascoltato da chi potrà trovare soluzioni e risorse da destinare al sostegno dei nostri olivicoltori che coltivano e proteggono gli olivi del Garda, nonostante un risultato economico sempre meno soddisfacente. L’alternativa sarà la scomparsa dell’olivicoltura gardesana e, con essa, la perdita di un patrimonio di cultura, storia, tradizioni, valori e biodiversità di cui noi produttori siamo, ormai, gli ultimi custodi».

L’olivicoltura gardesana, senza aiuti, rischia di scomparire - Ultima modifica: 2022-02-01T09:09:18+01:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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