I percorsi formativi sulla potatura dell’olivo

formazione sulla potatura dell'olivo
La richiesta di manodopera specializzata per eseguire una corretta gestione della chioma ha guidato la crescente offerta di corsi di potatura. Alcune informazioni utili per investire al meglio nella formazione

In olivicoltura, la potatura è la pratica colturale che ha il maggiore impatto sull’equilibrio tra l’attività vegetativa e quella produttiva degli alberi, e quindi sull’abbondanza e sulla costanza della produzione, e, dopo la raccolta, sui costi di produzione. Inoltre, la potatura è molto importante per strutturare le piante in maniera che possano rispondere bene all’impiego delle macchine per la raccolta. Nonostante ciò, in tante situazioni non c’è una piena consapevolezza sulla sua importanza e, cosa più grave, non c’è un’adeguata e diretta competenza da parte delle aziende. Ne è dimostrazione il fatto che, spesso, è eseguita secondo schemi legati alla tradizione, che non tengono conto dell’evoluzione che c’è stata negli ultimi anni in termini di intensificazione colturale (coltivazione specializzata e maggiori possibilità di intervento con concimazioni, irrigazioni, difesa antiparassitaria, ecc.) e sulle tecniche con cui questa pratica può essere eseguita. Inoltre, la potatura è spesso affidata a squadre di potatori, che in molti casi non hanno seguito percorsi formativi, che sono scelte soprattutto sulla base del compenso che chiedono e non in funzione della loro professionalità.

Una pratica decisiva

La conseguenza di questa situazione è che frequentemente le basse produzioni degli oliveti e la bassa rispondenza degli alberi all’utilizzo della macchine per la raccolta sono il risultato di una non razionale esecuzione di questa pratica. In effetti, errori nella sua applicazione, come ad esempio un’eccessiva intensità dei tagli, compromettono la buona riuscita produttiva delle piante e vanificano gli effetti positivi che possono derivare da una buona applicazione delle altre tecniche colturali, quali concimazione, irrigazione e difesa antiparassitaria. Pertanto, è molto importante eseguire correttamente questa pratica, in maniera da far esprimere alle piante tutta la loro potenzialità produttiva, che dipende dall’ambiente di coltivazione, dal genotipo e dalle tecniche colturali impiegate, e, al tempo stesso, minimizzare i costi e massimizzare le condizioni di sicurezza per gli operatori.

È evidente che la potatura deve essere fatta considerando il contesto in cui si opera e le interconnessioni con le altre tecniche colturali. In effetti, l’intensità di potatura deve tener conto della fertilità del suolo, del vigore della cultivar considerata, delle disponibilità di acqua e della possibilità di applicare l’irrigazione, mentre la struttura data alla pianta con la potatura (sia in allevamento, sia in fase di produzione sia al momento dell’eventuale ristrutturazione) deve considerare il sistema di raccolta utilizzato (agevolato o meccanizzato). Ciò implica che chi coordina la potatura deve avere competenze che gli permettono di interpretare la situazione in cui si trova e di decidere la strategia e la tecnica migliore da applicare.

Da quanto esposto, emerge chiaramente che bisogna investire molto in formazione per dare alla potatura l’importanza che merita e per formare i responsabili di azienda e gli operatori. Effettivamente, negli ultimi anni, l’offerta di corsi di formazione su questa pratica è aumentata e questo rappresenta un passo avanti nella direzione giusta, ma c’è ancora molto da fare.

Corsi di potatura, linee guida

Per un’efficace azione formativa potrebbero essere tenute presenti le seguenti indicazioni.

In termini di tempistica, preferibilmente, i corsi di potatura dovrebbero essere tenuti prima (es. da dopo la raccolta a gennaio) del normale inizio dell’esecuzione di questa pratica o comunque nella prima parte del periodo in cui la potatura è eseguita, in maniera che i partecipanti ai corsi possano mettere in pratica quanto appreso subito dopo il completamento della formazione e comunque già nell’annata in corso.

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Lezione teorica in aula.

I corsi con bacino di utenza nazionale ed internazionale dovrebbero avere un’impostazione di ampio respiro, che permetta di dare indicazioni di valenza generale ed al tempo stesso fornire una casistica che consenta di evidenziare i distinguo dovuti alle diverse situazioni ambientali, strutturali e colturali, che caratterizzano i diversi areali olivicoli.

I corsi con bacino di utenza locali, accanto alle indicazioni di valenza generale, dovrebbero affrontare le specificità dell’area, con riferimento, ad esempio, alla tipologia degli oliveti e delle piante (es. tradizionali o intensivi e dimensione degli alberi), alle cultivar, che potrebbero avere particolari habitus vegetativi, alla disponibilità di acqua.

Riguardo al numero dei partecipanti ai corsi, non ci sono limitazioni particolari per la parte teorica, se l’aula e gli strumenti didattici sono adeguati, mentre per quella pratica in campo sarebbe opportuno non superare il numero di 20 discenti per ogni docente. Pertanto, in caso di partecipazione molto numerosa, sarebbe utile avere più docenti in campo. Il numero di discenti/docente è un elemento che contribuisce al livello di specializzazione del corso.

I contenuti dei corsi dovrebbero essere stabiliti in funzione della durata e del livello di conoscenze/esperienza dei partecipanti. In caso di corsi brevi (es. 2 giorni) rivolti a principianti, si dovrebbe sempre prevedere una parte teorica, nell’ambito della quale bisognerebbe dare indicazioni su struttura, componenti e “funzionamento” dell’albero, termini tecnici, obiettivi e basi fisiologiche della potatura, forme di allevamento e tecnica di potatura di allevamento e produzione, attrezzature utilizzabili e come lavorare in sicurezza. Quest’ultimo aspetto ha grandissima importanza nel caso di principianti, che devono prima di tutto imparare ad evitare situazioni di rischio. Inoltre, dovrebbero sempre prevedere anche una parte pratica in cui viene eseguito (in genere da parte del docente – azione dimostrativa) quanto spiegato a livello teorico.

Il tempo complessivo dovrebbe essere suddiviso in parti uguali tra teoria e pratica (es. 7 + 7 ore). In caso di corsi relativamente lunghi (es. 3-4 giorni o più), potrebbero essere previste delle esercitazioni. Quest’ultime sono soprattutto importanti per i principianti. Inoltre, il programma potrebbe essere allargato a cenni sulle tecniche colturali ed alla potatura di ristrutturazione (ringiovanimento, riforma o risanamento da danni causati da avversità – es. gelate).

Per potatori più esperti

In caso di corsi rivolti a partecipanti che hanno già una preparazione di base (es. corsi avanzati e/o di aggiornamento), i contenuti dovrebbero essere allargati all’interazione pianta-ambiente, agli schemi ed alle tecniche colturali, alle tipologie degli oliveti (es. tradizionali, intensivi, alta densità), dando particolare importanza alle connessioni/interazioni tra tali fattori e la potatura.

A riguardo, grande rilevanza dovrebbe essere data alle relazioni tra potatura e sanità della pianta, irrigazione/disponibilità idrica, concimazione e meccanizzazione della raccolta.

Inoltre, il corso potrebbe concentrarsi anche sulla scelta delle diverse attrezzature (soprattutto se ci sono nuove proposte sul mercato) in funzione degli interventi da effettuare (es. potatura di produzione o di ristrutturazione) e della orografia e tipologia degli oliveti e degli alberi (es. dimensione), sulla tipologia di intervento da applicare tenendo conto anche dell’eventuale multifunzionalità degli alberi (es. se le piante sono monumentali e/o svolgono funzione paesaggistica, ecc.), e, aspetto molto importante, sulle tecniche di semplificazione, che consentono di velocizzare le operazioni di potatura. Quest’ultimo aspetto assume fondamentale importanza nelle potature aziendali, soprattutto nel caso di imprese di grandi dimensioni. Ovviamente, il corso avanzato, a seconda della sua durata e del livello di approfondimento che intende fornire, può trattare un numero più o meno elevato degli aspetti sopra indicati fino a concentrarsi solo su uno di essi.

Quando possibile, potrebbe essere utile strutturare il corso su più anni. Ad esempio, si potrebbero fare due giorni di corso ogni anno per un triennio, in maniera da vedere i risultati degli interventi fatti gli anni precedenti e da iniziare con dei contenuti di base e affrontare successivamente quelli più avanzati. Ciò potrebbe essere utile per tutti i tipi di potatura (di allevamento, produzione e ristrutturazione).

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Lezione pratica in campo.

Formazione continua

Per i professionisti e per gli operatori professionali la formazione deve sempre intendersi come un percorso e non come una fase puntuale della loro attività lavorativa. Pertanto devono frequentare tutti i corsi necessari per raggiungere il livello indispensabile per un’efficiente svolgimento del loro lavoro. Dopodiché, devono mantenersi aggiornati, anche partecipando a giornate dimostrative, di aggiornamento e/o di approfondimento, nonché ad incontri tecnici e convegni.

Riguardo al livello di preparazione necessario per essere all’altezza del proprio ruolo, bisogna distinguere chi opera solo come esecutore tecnico (potatore) da chi, essendo il responsabile generale o tecnico dell’azienda, definisce o contribuisce a definire la strategia aziendale di cui la potatura rappresenta uno strumento di intervento fondamentale. Nel primo caso può essere sufficiente che l’operatore abbia una padronanza della tecnica e che sia in grado di seguire le indicazioni di intervento date dal responsabile aziendale. Nel secondo caso, oltre ad avere una completa padronanza della tecnica, è necessario avere le competenze necessarie per definire gli schemi di potatura da applicare in relazione a tutti i fattori che interagiscono con la potatura ed agli obiettivi produttivi dell’azienda. Tutto ciò è necessario per una moderna olivicoltura in cui produttività, meccanizzazione, sicurezza e riduzione dei costi e redditività sono le parole chiave.

Leggi l’articolo pubblicato su Olivo e Olio n. 2/2019

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I percorsi formativi sulla potatura dell’olivo - Ultima modifica: 2019-03-21T17:02:20+01:00 da Barbara Gamberini

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