Potatura di produzione, linee guida

potatura di produzione olivo
La potatura richiede capacità acquisibili solo attraverso la pratica di campo. Talvolta, la principale difficoltà consiste nel mettere a fuoco gli obiettivi e i criteri per operare in maniera rapida ed efficace

La potatura è un’operazione indispensabile nella gestione dell’oliveto. Essa può incidere in modo rilevante sull’entrata in produzione, sulla produttività e sui costi di produzione. Di per sé la potatura non è particolarmente difficile, ma l’abbondanza di vegetazione della chioma e le vigorose risposte ai tagli possono confondere l’esecutore, che cerca di orientarsi attraverso schemi e geometrie che spesso non danno i migliori risultati in termini di produzione ed economia di gestione.

Di seguito si riportano alcune considerazioni pratiche che possono aiutare ad eseguire la potatura. Sebbene di immediata comprensione capita spesso di vederle disattese nella pratica col risultato di errori ripetuti negli anni. Vale la pena di ricordare che i motivi principali per cui si potano olivi in piena produzione sono di ottenere abbondanti produzioni, rinnovare la superficie fruttificante, mantenere la struttura scheletrica secondo la forma di allevamento impostata, migliorare la penetrazione della luce e contenere le dimensioni della chioma.

I rami produttivi

Il tipico ramo a frutto dell’olivo comprende una parte terminale vegetativa sviluppatasi nella stagione corrente e una parte più vecchia, sul legno di un anno, dove avvengono la fioritura e la fruttificazione. Dato che lallegagione è scarsa, la produzione per ciascun ramo è direttamente proporzionale al numero di infiorescenze presenti, per cui quanto maggiore il numero di nodi nella parte terminale del ramo a frutto, tante più infiorescenze si avranno nell’anno successivo.

oliveto
La crescita vegetativa nella parte distale dei rami fruttiferi produce i nodi necessari per la fioritura dell’anno successivo.

Quindi, per ciascun ramo a frutto, le risorse devono essere distribuite in modo da consentire la produzione dell’anno in corso contemporaneamente alla crescita vegetativa della parte distale del ramo stesso che, a sua volta, produrrà i nodi necessari per la produzione dell’anno successivo. Questo equilibrio tra attività vegetativa e riproduttiva nel ramo a frutto deve essere mantenuto anno dopo anno per assicurare produzioni stabili.

Dal punto di vista pratico, dato che la crescita della parte terminale del ramo a frutto tende a rallentare dopo due - tre anni di elevate produzioni, i rami a frutto e le branchette fruttifere devono essere rinnovate con la potatura una volta esaurite. L’esaurimento dei rami a frutto diviene evidente quando si vedono delle foglie disposte quasi a rosetta all’apice di una lunga porzione di legno nudo.

Penetrazione della luce

La luce è il fattore che guida la fotosintesi e quindi determina la quantità di carboidrati ed energia prodotti dall’albero. L’intercettazione luminosa è correlata con lo sviluppo dell’area fogliare, che nell’oliveto diventa spesso il fattore limitante per la produzione di biomassa e quindi di frutti.

I tagli devono essere orientati a alleggerire la parte superiore della chioma consentendo una buona penetrazione della luce nella porzione basale.

Le parti alte della chioma ricevono maggiori quantità di luce rispetto a quelle inferiori, per cui la potatura deve servire a favorire la penetrazione della luce anche nelle zone meno esposte. La potatura, quindi, deve iniziare dalla parte alta, seguendo il percorso dei raggi luminosi e alleggerire la vegetazione in alto che tenderebbe a bloccare molta della radiazione creando condizioni di ombreggiamento in basso. In termini pratici nella sequenza di interventi di potatura ricordarsi che è la parte superiore della chioma che condiziona quella inferiore e non viceversa.

Limitare l’intensità di potatura

Molto spesso, spinti dalla volontà di dare una forma ben definita all’albero e soprattutto di cercare di regimare la chioma tendenzialmente disordinata dell’olivo si finisce per eliminare troppi rami con la potatura e di formare degli spazi vuoti molto ampi. Per dirla in parole povere per tenere sotto controllo la chioma si finisce per potare troppo intensamente e di conseguenza si ottengono chiome molto spoglie, con ampie aree sguarnite di foglie, che si traduce in una diminuzione del potenziale produttivo.

L’obiettivo, invece, deve essere di stendere la superficie fogliare il più uniformemente possibile sulle strutture dell’albero in modo da ottenere il massimo dell’intercettazione luminosa e una buona penetrazione della luce nella chioma, come indicato nel paragrafo precedente.

Quindi dal punto di vista della produttività è importante avere il massimo rapporto superficie/volume della chioma e che tale superficie sia bene esposta alla luce in modo da fotosintetizzare attivamente e differenziare le gemme a fiore.

Risposta alle inclinazioni

La forma di un olivo è il risultato sia del gradiente basitono di crescita dei rami che della tendenza a produrre numerosi germogli a partire dalle gemme avventizie. I rami inseriti nella parte prossimale dell’asse si sviluppano più di quelli che hanno origine nelle parti distali del ramo stesso. Tale tendenza non è comune nelle specie arboree da frutto, ma si ritrova sovente in arbusti e cespugli. Nel momento in cui viene inclinato un ramo o una branca dell’olivo, la tendenza a prevalere dei rami inseriti in posizione prossimale rispetto a quelli distalmente si accentua. Inclinare i rami serve per ridurne il vigore e favorire la fruttificazione, ma se utilizzata eccessivamente nell’olivo può portare all’emissione di succhioni nella parte superiore della struttura inclinata.

Dal punto di vista pratico, quindi, è bene impiegare con moderazione le inclinazioni ed impostare degli angoli di non oltre 45 rispetto alla verticale per le branche principali.

Ridurre le dimensioni della chioma

Gli alberi hanno crescita indeterminata per cui continuano ad aumentare di dimensioni negli anni. La potatura è l’unica pratica con cui possiamo riportare indietro l’altezza o l’espansione laterale della chioma una volta che l’olivo ha superato le dimensioni ottimali ai fini della gestione dell’oliveto. Vengono normalmente eseguiti dei tagli di ritorno, cioè si taglia la struttura eccedente le dimensioni fino ad una ramificazione piuttosto sviluppata in modo da evitare un ricaccio troppo vigoroso di rami in corrispondenza del punto di taglio.

Adeguare la potatura al carico di frutti

Nel susseguirsi delle annate produttive capita quasi sempre che si verifichi un’alternanza tra produzioni abbondanti e altre scarse nell’anno successivo. Non è sempre chiaro come regolarsi con la potatura in funzione dell’annata di carica o meno.

L’obiettivo dovrebbe essere di ridurre l’effetto alternante, cioè in previsione di un’annata di prodotto abbondante la potatura invernale dovrebbe essere un po’ più severa del solito in modo da prevenire un carico eccessivo, che inevitabilmente comporterebbe una scarsissima produzione nell’anno successivo.

Al contrario, in previsione di un’annata di scarica la potatura dovrebbe essere molto leggera. Si tenga comunque conto che, per quanto utile per evitare di amplificare l’alternanza di produzione, la potatura non consente di evitare del tutto il fenomeno.

Olive da mensa

Nell’olivicoltura per la produzione di olive da tavola interessa soprattutto ottenere elevata pezzatura e qualità dei frutti. I principi della potatura non differiscono da quelli per la produzione di olio, ma l’intensità di potatura è maggiore per diminuire la competizione tra i frutti in crescita e favorire quanto più possibile la penetrazione della luce nei vari strati della chioma. Vi è, infatti, una relazione inversa tra il numero di frutti presenti sull’albero e il peso medio del frutto.

Se il carico di frutti è limitato la pezzatura aumenta e ciò si traduce in maggior valore della produzione. Pertanto, la potatura per le varietà da tavola serve anche per effettuare il diradamento dei frutti sull’albero, oltre che per aumentare la penetrazione della luce e migliorare le caratteristiche qualitative delle drupe. Il numero di rami e frutti da rimuovere con la potatura deve essere ovviamente calcolato in modo da ottenere la pezzatura più remunerativa.

Sulle varietà da mensa viene spesso impiegata la potatura verde che agisce anche come diradamento dei frutti. Le forme di allevamento più comuni sono a vaso o a vaso cespugliato. Tuttavia, in climi ove la radiazione incidente è elevata è consigliabile lasciare i rami posti nella zona centrale della chioma per proteggere i tessuti sottostanti e la corteccia delle branche.

Esperti potatori o principianti?

La domanda potrebbe sembrare retorica. È ovvio che è meglio fidarsi di un esperto. Il problema però è che oggi spesso gli esperti potatori sono persone di una certa età, formatisi in periodi in cui la manodopera costava poco e che conducono questo lavoro prettamente stagionale come integrazione di reddito di altre attività. Il risultato è che tali figure professionali sono talvolta restie ad accettare concetti nuovi e, soprattutto, adattare la propria tecnica alle esigenze moderne di gestione della chioma in olivicoltura.

Pertanto, in moltissimi casi è meglio partire da zero, cioè da giovani privi di esperienza che abbiano voglia di imparare e comprendono la necessità di adeguare la loro tecnica alle esigenze del committente. Questo concetto, apparentemente banale, viene spesso ignorato con il risultato di errori di impostazione che si tramandano da generazioni.

Leggi l’articolo su Olivo e Olio n. 2/2020

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Potatura di produzione, linee guida - Ultima modifica: 2020-03-23T14:30:43+01:00 da Barbara Gamberini

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