Olio di oliva, ottobre: il mercato è sempre in tensione

mercato olio ottobre 2023
Si sta assottigliando il divario nel mercato dell’olio tra evo italiano e quello degli altri paesi competitor. Livelli record anche per l'olio lampante, mediamente sopra i 6 euro al chilo. C’è da fare i conti con il livello di spesa a cui i consumatori sono disposti ad arrivare (fonte dati: Ismea)

Ancora un mercato fortemente caratterizzato da tensioni al rialzo. Nelle prime settimane di settembre i listini alla produzione sono rimasti saldamente sopra i nove euro nell’areale Barese, mentre in Abruzzo, ad esempio, è ormai stabilmente sopra i 10 euro al chilo. A mantenere alta la tensione sul mercato sono i timori rispetto alla prossima raccolta.

In Spagna, al di là delle oscillazioni importanti nelle previsioni comunicate, è certo comunque che la produzione sarà ben al di sotto delle potenzialità e anche in Italia si sa da tempo che non sarà un anno di piena carica.

Tutto questo preoccupa gli operatori, soprattutto gli imbottigliatori, che vedono ridursi le disponibilità anche perché le scorte, stando alle stime della Commissione, per la Ue, a fine campagna le scorte potrebbero restare abbondantemente sotto le 300 mila tonnellate (solo nel 2015 si era scesi più in basso).

Prezzo dell’olio extravergine di oliva

Da sottolineare che in questa situazione di importanti incrementi dei listini si sta assottigliando il gap tra l’evo italiano e quello degli altri paesi competitor. Basti considerare che

  • in Spagna l’evo ha raggiunto in media 8,44 euro al chilo
  • e anche Grecia e Tunisia hanno sfondato il tetto degli otto euro.

Intanto hanno aperto i primi frantoi e sono iniziate le prime contrattazioni sulle olive ma è ancora prematuro per trarre qualsiasi conclusione soprattutto in merito alle quotazioni della materia prima.

Olio lampante, prezzi record

Le tensioni rialziste non si limitano all’extravergine, ma si trasferiscono a tutti i segmenti del settore e il lampante ne è una dimostrazione: non si era mai visto un prezzo medio sopra i sei euro al chilo, a fonte degli oltre sette euro dell’analogo prodotto iberico. E, diretta conseguenza, gli aumenti alla produzione hanno ricadute anche all’ingrosso e più in là nella filiera fino al consumo.

E anche questo è un nodo importante perché c’è da fare i conti con il livello di spesa a cui i consumatori sono disposti ad arrivare.

Nel frattempo, a tale proposito, i dati Ismea/Nielsen segnalano che nei primi nove mesi del 2023 gli acquisti nei format della distribuzione moderna sono scesi del 6% in volume a fronte di una spesa salita del 10%.

Euro/ kg Prezzo minimo Prezzo massimo
Olio extravergine di oliva alla produzione (1)
Bari 9,00 9,30
Brindisi 8,80 9,30
Catanzaro 7,90 8,40
Chieti 10,00 12,00
Cosenza 7,80 8,40
Foggia 9,00 9,00
Pescara 10,00 12,00
Reggio Calabria 7,80 8,50
Taranto 8,80 9,30
Olio extravergine di oliva di origine nazionale  all’ingrosso (2)
Genova 9,40 9,40
Imperia 9,40 9,40
Olio vergine di oliva alla produzione (1)
Brindisi 7,40 8,00
Lecce 7,40 8,00
Taranto 7,40 8,00
Olio vergine di oliva nazionale all’ingrosso (2)
Genova 7,70 7,70
Imperia 7,70 7,70
Olio lampante alla produzione (1)
Brindisi 6,40 6,80
Catanzaro 5,50 6,10
Gioia Tauro 6,00 6,20
Lecce 6,40 6,80
Rossano 5,40 5,85
Taranto 6,40 6,80
1) prezzi alla produzione, Iva esclusa, franco frantoio, in cisterne
2) prezzi all’ingrosso; prodotto in cisterne, franco arrivo imbottigliatore
Fonte: dati Ismea - Aggiornati al 10/10/2023

Aggiornamento settimanale dei prezzi

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Olio di oliva, ottobre: il mercato è sempre in tensione - Ultima modifica: 2023-10-11T13:12:49+02:00 da Barbara Gamberini

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