I prezzi dell'olio extra vergine d'oliva sono aumentati in maniera vertiginosa negli ultimi mesi e continueranno ad aumentare anche nel prossimo futuro. Sugli scaffali della grande distribuzione sono cresciuti, rispetto al 2021, in media del 40%. È quanto afferma Mario Rocchi, socio amministratore dell'Oleificio R.M. spa di Lucca, leader nella produzione e commercializzazione, in Italia e all’estero (Canada, Germania e altrove), come dimostrano alcuni numeri: area complessiva occupata dallo stabilimento: oltre 18.000 m²; produzione oraria: 50.000 bottiglie; capacità di stoccaggio: 4.600 t; capacità produttiva annua: 50.000.000 litri.
Siccità ha fatto schizzare prezzi dell’extra vergine d’oliva
«La ragione principale dell’aumento dei prezzi dell’olio extra vergine d’oliva è stata la siccità che, nel 2022, ha imperversato in tutte le aree olivicole mondiali e in particolare nel bacino olivicolo mediterraneo, facendo crollare la produzione – spiega Rocchi –. L’anno scorso in Italia le condizioni per un’annata molto sfavorevole, con un calo della produzione di olive del 30%, sono state il caldo anomalo, che a maggio ha compromesso la fioritura e l’allegagione, e il deficit idrico, che da luglio in poi ha danneggiato l’accrescimento delle olive. In Spagna la siccità e le ondate di calore hanno determinato nell’annata 2022-2023, secondo il ministero dell’Agricoltura, un calo di produzione di olio d’oliva del 55%: 660.000 tonnellate rispetto a 1,48 milioni di tonnellate nell’annata 2021-2022».
L’allarme di Assitol su scarsa disponibilità e prezzi alti
Oltre alla siccità, con riduzione della produzione e delle scorte, altri fattori che hanno spinto verso l’aumento dei prezzi dell’olio extra vergine d’oliva all’origine e quindi al consumo, sono stati l’aumento dei costi di produzione e la domanda globale maggiore dell’offerta. Partendo da queste considerazioni, già lo scorso maggio il direttore generale di Assitol, Andrea Carrassi aveva denunciato la scarsa disponibilità di olio d’oliva: «Le cause della ridotta disponibilità di olio d’oliva, e in particolare di olio extra vergine d’oliva, sono la scorsa disastrosa annata olivicolo-olearia, su cui hanno inciso siccità ed episodi di meteo estremo, e i rincari della materia prima. Sta succedendo quello che avevamo paventato agli inizi della campagna: a causa della scarsa produzione, il nostro comparto rischia di non avere a disposizione la quantità di olio sufficiente a rifornire il mercato nei prossimi mesi».
La scarsa disponibilità di olio d’oliva, ha confermato di recente Assitol, riprendendo l’analisi sul mercato dell’olio d’oliva presentata a Bruxelles dal Civil Dialogue Group, il gruppo di esperti della Direzione Agricoltura presso la Commissione europea, ha provocato la crescita delle quotazioni in tutta Europa, determinando un ulteriore decremento dei consumi di olio d’oliva, già gravati dall’inflazione.
Timori per il futuro del comparto sono stati espressi di recente anche dai dirigenti di Fooi – Filiera olivicola olearia italiana, cioè la presidente Anna Cane e il vicepresidente Tommaso Lodioice, in un incontro con il sottosegretario per l’Agricoltura e la sovranità alimentare, Patrizio Giacomo La Pietra. In particolare l’organismo interprofessionale ha sottolineato come la ridotta quantità di olio e le tensioni sui prezzi abbiano determinato il calo dei consumi degli ultimi mesi.
Tendenza al rialzo confermata fino a novembre 2024
E questa tendenza è destinata ad essere confermata, sostiene Rocchi, perché anche la campagna olivicolo-olearia 2023-2024 non si preannuncia molto felice, con cali di produzione sia in Spagna (sotto il 50% del proprio potenziale), sia in Turchia (diventato lo scorso anno secondo paese produttore al mondo), sia in Italia e altrove. Questo significa che un olio extra vergine d’oliva di media qualità nei supermercati potrebbe arrivare a costare anche 8-9 euro al litro.
«I prezzi potrebbero abbassarsi da novembre 2024, se ci sarà l’anno prossimo una campagna decisamente migliore. Solo a quel punto il prezzo dell’olio d’oliva in generale, e quello dell’olio extra vergine d’oliva in particolare, potrebbero scendere al livello di due-tre anni fa».
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