Xylella, indirizzi e progressi della ricerca

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Il controllo dei vettori, la resistenza varietale, lo studio di mezzi di contrasto della malattia e della prevenzione per le aree ancora indenni: dello stato della ricerca si è parlato al convegno Olea 2019 organizzato dall’istituto agrario di Pescia

Si è tenuto sabato scorso, 23 novembre, il convegno Olea 2019, appuntamento annuale organizzato e ospitato dall’Istituto Tecnico Agrario “D. Anzilotti” di Pescia, nella Valdinievole nota per il vivaismo olivicolo e punto di riferimento dell’olivicoltura italiana e internazionale.

Durante il convegno ci sono state alcune relazioni sulla biodiversità olivicola e sulla selezione di nuove varietà; gli studenti sono stati protagonisti della dimostrazione di assaggio dell’olio, frutto delle conoscenze acquisite sulla tecnica di assaggio degli oli.

L’edizione di quest’anno ha riservato un focus particolare sull’epidemia di Xylella, tema rilevante per il futuro dell’olivicoltura nazionale e mediterranea, e importante per gli studenti, professionisti futuri del settore.

Cambiamenti climatici e cambiamenti globali

Mauro Centritto
Mauro Centritto

Ad introdurre l’argomento Xylella è stato Mauro Centritto, direttore dell’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante (Ipsp), che ha inquadrato il problema dell’epidemia di Xylella fastidiosa nello scenario dei cambiamenti che l’agricoltura si trova ad affrontare oggi:

  • i cambiamenti climatici, che modificano gli areali di diffusione dei patogeni e delle avversità biotiche;
  • l’introduzione di patogeni in conseguenza dei cosiddetti cambiamenti globali, come l’intensificazione degli scambi commerciali, ivi inclusi i commerci di materiale vivaistico e prodotti agroalimentari.

Ricerca su Xylella, lo stato dell’arte

Pierfederico La Notte
Pierfederico La Notte

Il convegno si è aperto con la relazione di Pierfederico La Notte, dell’IPSP di Bari, che ha riassunto le attuali conoscenze del batterio richiamando alcuni dei risultati fondamentali ottenuti negli ultimi anni nei due progetti europei Ponte e Xfactors:

  • la mappatura del genoma del batterio Xylella fastidiosa,
  • lo studio dei diversi ceppi che interessano i focolai europei, tra cui quello della sottospecie pauca responsabile dell’epidemia salentina;
  • il chiarimento dell’eziologia della malattia, causata dal solo batterio anche senza la concomitanza di altri fattori biotici o ambientali.

Sui progressi più recenti, il riferimento di La Notte è stato alle ultime conoscenze emerse ad Ajaccio in occasione della seconda conferenza europea su Xylella fastidiosa. Nella conferenza si è discusso, ad esempio, dei più recenti studi sulla biologia e sulla velocità di movimento dei tre vettori, da cui dipende la dispersione del batterio, fondamentali per adeguare le misure di contenimento e la definizione delle zone delimitate.

Rilevanti sono stati gli ultimi risultati presentati sulla suscettibilità varietale, da cui sono emerse alcune varietà (Toscanina, Termite di Bitetto, Maiatica, Dolce di Cassano, Oliastro e Nocellara Etnea) che, pur risultando ben lontane dal Leccino in termini di resistenza, hanno mostrato una progressione dei sintomi più lenta rispetto alle varietà suscettibili al batterio.

La Notte ha infine parlato di XylOR, un’iniziativa di citizen science, cioè un’attività di ricerca di germoplasma resistente/tollerante in cui viene coinvolta la cittadinanza, chiamata a segnalare piante di olivo asintomatiche, o con sintomi ridotti, che si trovano nell’area infetta, in particolare nelle aree interessate da più tempo dal batterio.

Le segnalazioni, possibilmente georeferenziate, potranno riguardare varietà minori o olivi da semenzali spontanei, e verranno vagliate dall’IPSP di Bari; l’obiettivo è quello di ottenere nuovo germoplasma, di origine autoctona, da valutare e su cui verificare la resistenza al batterio (per maggiori informazioni e come partecipare).

Resilienza: azioni per convivere con X. fastidiosa

A fianco della ricerca di misure attuabili nelle zone delimitate, ad Ajaccio si è anche discusso delle prospettive sul lungo termine: la possibilità che la malattia si espanda, con conseguenze economiche tali da rendere X. fastidiosa una delle priorità fitosanitarie a livello europeo, rende necessario pensare anche alle strategie con cui l’olivicoltura mediterranea potrà convivere con il batterio.

Claudio Cantini
Claudio Cantini

Su queste prospettive è intervenuto Claudio Cantini, dell’Istituto per la BioEconomia (IBE-CNR), presentando alcuni risultati preliminari del progetto europeo Life Resilience, il cui obiettivo finale è quello di aumentare la resistenza complessiva del sistema oliveto tenendo conto della qualità dei prodotti e della sostenibilità ambientale.

Il progetto quadriennale, di cui si è concluso il primo anno, si occuperà di mettere a punto e attuare strategie per prevenire e mitigare la diffusione di Xylella fastidiosa nei sistemi di produzione del Mediterraneo: lavorando sullo sviluppo di varietà di olivo resistenti e mettendo a punto pratiche di produzione sostenibili, tra cui i metodi naturali di controllo dei vettori.

Cantini ha in particolare riportato alcuni risultati preliminari sull’effetto dell’uso di preparati biologici, come quello a base di del fungo Beauveria bassiana, e dell’utilizzo di specifici inerbimenti sull’insetto vettore Philaenus spumarius (vedi anche l’articolo Trattamenti e trinciature contro il vettore di Xylella su Olivo e Olio n. 5/2019).

Xylella, indirizzi e progressi della ricerca - Ultima modifica: 2019-11-29T15:20:40+01:00 da Barbara Gamberini

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