Nell’ultimo decennio in Italia c’è stata una grande espansione dell’olivicoltura irrigua, grazie, non solo all’impianto di nuovi oliveti dotati di impianti di irrigazione, ma anche alla conversione di oliveti maturi dalla coltura asciutta a quella irrigua. I motivi di questi cambiamenti sono stati già descritti in precedenti articoli comparsi sui fascicoli di Olivo e Olio (n. 3 e 6-2020; n. 3-2021; n. 3-2022) e possono essere sintetizzati nei seguenti vantaggi principali:
- minori fallanze dovute alla crisi di attecchimento nel primo anno dopo la messa a dimora,
- aumento della crescita in fase di allevamento con anticipo dell’entrata in produzione nei giovani impianti,
- aumento della produzione in età adulta e miglioramenti nella qualità del prodotto finale (frutto per l’olivicoltura da mensa, olio per quella da olio)
Inoltre, proprio in questi ultimi anni si stanno manifestando segnali chiari delle conseguenze dei cambiamenti climatici con l’allungarsi dei periodi siccitosi, la diminuzione delle precipitazioni e l’aumento delle temperature massime nel periodo estivo contro le quali l’irrigazione è l’arma principale a disposizione degli agricoltori.
L’espansione dell’olivicoltura irrigua, però, aumenta anche la domanda di acqua in aree ove questa risorsa è tipicamente scarsa per cui ci sono implicazioni di natura ambientale e soprattutto la necessità di dosare i volumi in modo preciso per minimizzare il consumo idrico dell’oliveto e così risparmiare acqua ed energia. In assenza di una gestione oculata c’è il rischio di ridurre notevolmente la capacità delle nostre regioni olivicole di adattarsi a periodi di siccità. Ciò è particolarmente rilevante nelle regioni meridionali ed insulari, sebbene il problema climatico e il consumo idrico siano, ormai, un’emergenza anche in Italia centro-settentrionale.
Data la necessità di ottimizzare l’uso dell’acqua per l’irrigazione, è necessario trovare e diffondere pratiche che migliorino e mantengano la qualità del frutto aumentando la produttività dell’acqua nell’oliveto, così come per altre colture arboree. L’obiettivo di questo articolo è di passare in rassegna i passi in avanti compiuti dalla ricerca nello sviluppo di tecnologie che consentono di misurare tempestivamente e con precisione lo stato idrico dell’albero in modo da ridurre l’impiego di acqua irrigua.
Misura dello stato idrico dell’olivo
Lo stato idrico dell’olivo può essere misurato direttamente come potenziale idrico o contenuto idrico relativo fogliare. Il potenziale idrico è il parametro più utilizzato per descrivere lo stato idrico e varia durante il giorno e la stagione in funzione della traspirazione. (…)
L’articolo è disponibile per i nostri abbonati su Olivo e Olio n. 3/2023
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