Biosensore elettronico per scovare le piante infette da Xylella

biosensore elettronico xylella
Fonte: Franco Nigro (Uniba)
Ricercatori dell’Università di Bari e del Cnr, in collaborazione con la Agritest srl, hanno realizzato un biosensore elettronico per scovare le piante infette, rivelando in maniera rapida e accurata la presenza di un singolo batterio di Xylella fastidiosa direttamente in campo. Il risultato, pubblicato su Advanced Science, permetterebbe di risparmiare nel monitoraggio e migliorare l'efficacia delle azioni di contenimento

Un biosensore elettronico per scovare anche un singolo batterio di Xylella fastidiosa in tempi rapidi, prima che ne siano visibili gli effetti, permettendo così interventi più efficaci. È l’obiettivo di uno studio realizzato dai ricercatori dell’Istituto per la protezione sostenibile delle piante (Cnr-Ipsp) e dell’Istituto di fotonica e nanotecnologie (Cnr-Ifn) del Consiglio nazionale delle ricerche, in collaborazione con i Dipartimenti di Chimica, Farmacia-Scienze del Farmaco e Fisica dell’Università di Bari e con il contributo di Agritest srl. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Advanced Science, prestigiosa rivista internazionale a elevatissimo Impact Factor (16.8).

Biosensore elettronico rivela Xylella in 30 minuti

«La rivelazione ultrasensibile di X. fastidiosa si è avvalsa finora di test di rilevamento molecolare, che impiegano come target il Dna del batterio stesso. Tali analisi, tuttavia, prevedono l’impiego di infrastrutture di laboratorio, assieme a tempi di analisi di almeno tre ore.

L’innovativa piattaforma elettronica proposta dal team di ricercatori baresi consentirebbe invece la rivelazione del singolo batterio in appena 30 minuti direttamente in campo» spiega Luisa Torsi, professoressa ordinaria di Chimica analitica dell’Università di Bari e vicepresidente del Consiglio scientifico del Cnr, che ha coordinato la ricerca.

«Al momento la rivelazione precoce del batterio e le misure di contenimento messe in atto sui territori regionali sembrano aver rallentato la corsa del batterio – aggiunge Donato Boscia, responsabile della sede barese dell’Istituto per la protezione sostenibile delle piante (Cnr-Ipsp) e tra i pionieri nella lotta a X. fastidiosa in Puglia –.

Servono strumenti rapidi e affidabili per diagnosticare e intervenire precocemente cercando di arrestare la malattia, per la quale finora non sono state trovate cure capaci di risanare le piante infette».

Grande rilevanza per rivelazione precoce di organismi patogeni

Il risultato ottenuto ha grande rilevanza per la rivelazione precoce di organismi patogeni delle piante e per l’attuazione di misure preventive.

«Ad esempio – afferma Eleonora Macchia, ricercatrice del Dipartimento di Farmacia-Scienze del Farmaco dell’Università di Bari, vincitrice di un progetto ERC Starting Grant – i biosensori basati sulla tecnologia dei transistori a singola molecola (SiMoT) hanno prospettiva concreta di poter essere impiegati per la diagnostica in campo di malattie infestanti delle piante».

«I principali limiti dei metodi “classici” di laboratorio riguardano la necessità di dover ricorrere a personale specializzato e l’impiego di strumentazioni complesse – conclude Gaetano Scamarcio, professore ordinario presso il Dipartimento Interateneo di Fisica dell’Università di Bari e associato della sezione Cnr-Ifn di Bari –.

È evidente come una piattaforma così robusta consenta una analisi accurata, veloce e ultrasensibile, rappresentando quindi uno strumento potentissimo contro la diffusione di X. fastidiosa».

Biosensore elettronico per scovare le piante infette da Xylella - Ultima modifica: 2022-10-11T10:01:23+02:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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