Verticilliosi, nuovi approcci e trattamenti sperimentali

controllo della verticilliosi dell'olivo
Il controllo di Verticillium dahliae con nuove strategie di disinfezione del suolo e metodi biologici è stato oggetto di due recenti studi condotti in Spagna

La verticilliosi dell’olivo è una malattia vascolare diffusa in molte aree olivicole del Mediterraneo, che nelle cultivar sensibili si manifesta con disseccamenti localizzati o diffusi, a carico di foglie e rami, ma anche di organi fiorali; tale quadro sintomatico, soprattutto su alberi giovani nei primi anni dal trapianto, può arrivare a determinare la morte della pianta.

L’agente della malattia è Verticillium dahliae, un fungo che si conserva nel terreno e infetta la pianta attraverso micro ferite dall’apparato radicale. Dalle radici si sviluppa e colonizzare i vasi xilematici della parte aerea, determinando i tipici appassimenti e disseccamenti.

Controllo della verticilliosi dell’olivo: un problema ancora irrisolto

Le difficoltà di controllo di questa patologia risiedono nella localizzazione del patogeno, all’interno dei tessuti xilematici, e alla sua presenze nel suolo in strutture particolarmente resistenti (microsclerozi). Inoltre, l’ampio numero di piante ospiti, la variabilità della virulenza di diversi ceppi e l’attuale indisponibilità di metodi di lotta realmente efficaci lo rendono una problematica difficile da debellare.

In Andalusia il problema è particolarmente sentito, a causa della diffusione del patotipo altamente virulento “D” (defoliante), della coltivazione di varietà particolarmente suscettibili come Picual, e dell’adozione di sistemi intensivi o altissima densità dove l’irrigazione crea condizioni ospitali per il patogeno e ottimali per la sua diffusione nel terreno.

Proprio in quest’area della Spagna si sono sviluppati i lavori di ricerca oggetto di due recenti pubblicazioni che analizzano nuove strategie di disinfezione del suolo e metodi biologici per contrastare il patogeno.

Disinfettanti nell’acqua di irrigazione contro V. dahliae

Il lavoro di ricerca di Gómez‐Gálvez et al. (2019) ha investigato la fattibilità dell’utilizzo, attraverso il sistema di irrigazione (irrigazione a goccia), con l’obiettivo di contrastare il patogeno direttamente nel suolo, di due prodotti disinfettanti, la cui efficacia sul fungo V. dahliae era stata precedentemente testata in vitro.

Il primo ha una formulazione a base di perossido e acido acetico e peracetico (detta di “perossido attivato”); il secondo è a base di sali quaternari di ammonio.

La prova è stata condotta su piante radicate di un anno di età della varietà Picual, allevate in vaso con un substrato inoculato con un patotipo altamente virulento di V. dahliae.

Tutti i vasi sono stati sottoposti a irrigazione, differenziata con l’aggiunta dei due tipi di disinfettante con frequenze di somministrazione variabili (1,2,3 volte al mese); nel trattamento di controllo non sono stati aggiunti prodotti disinfettanti all’acqua di irrigazione. Le osservazioni sono state condotte su due stagioni estive consecutive (da aprile a settembre dell’anno successivo).

Tra i trattamenti testati, quello che è apparso più efficace, guardando l’insieme delle variabili considerate dai ricercatori, è stata la somministrazione bisettimanale di perossido attivato.

Infatti, il 42% delle piante così trattate non ha espresso sintomi di infezione, mentre tutte le piante di controllo sono risultate affette dalla malattia (100%), e lo stesso trattamento ha fatto registrare anche una severità più contenuta dei sintomi (appassimenti dei rametti, disseccamenti, perdita di foglie), in media del 27% contro il 52% del controllo non trattato.

Questi due dati tuttavia non sono risultati significativi da un punto di vista statistico, forse per il numero ridotto delle piante in prova; gli autori del lavoro sottolineano, però, che il numero di piante asintomatiche (5 su 12) e la riduzione di circa il 40% della gravità dei sintomi del trattamento bisettimanale delle acque irrigue con perossido attivato è comunque rilevante, soprattutto perché il carico di inoculo iniziale della prova in vaso era particolarmente elevato.

Con il perossido attivato i primi promettenti risultati

Altro aspetto interessante emerso dallo studio è stata l’osservazione di due picchi di infezione (maggio giugno del 1° anno, e novembre-aprile successivi) in cui si sono espressi maggiormente i sintomi, alternati a periodi di “remissione” in cui è stato invece osservato un miglioramento dei sintomi, dovuto ad esempio all’emissione di nuova vegetazione da polloni o succhioni.

Il grado di ripresa dai sintomi, la quantificazione cioè di quanto è diminuita la severità del danno sull’intera pianta alla fine dell’esperimento, è stato nettamente più elevato in tutti i trattamenti con disinfettante a prescindere dal tipo e dalla frequenza di somministrazione.

Questo risultato va anche affiancato dall’azione dei disinfettanti sulla densità dell’inoculo nel terreno che si è gradualmente ridotta nel tempo fino a risultare significativamente inferiore al controllo alla fine dell’esperimento. Anche in questo caso il trattamento bisettimanale con perossido attivato ha fatto segnare uno dei migliori risultati: il contenuto di propaguli del fungo nel substrato così trattato era il 24% rispetto al controllo, mentre la densità di microsclerozi era il 14% rispetto al substrato irrigato con la sola acqua.

Anche se sono necessarie delle valutazioni in pieno campo per valutare la sostenibilità e l’efficacia alle condizioni di inoculo naturale di V. dahliae, l’uso dei prodotti disinfettanti studiati dai ricercatori spagnoli, si pone come una misura promettente soprattutto per ridurre la presenza del fungo nel terreno: non necessariamente risolutiva ma senz’altro di aiuto soprattutto nel caso di giovani impianti che risultano più suscettibili al patogeno.

Dalla chimica al biologico

Con un lavoro pubblicato quasi in parallelo, Mulero-Aparicio et al. (2019) hanno invece selezionato, partendo da precedenti screening effettuati in vitro o su piante in ambiente controllato, 16 tra composti naturali e agenti di controllo biologici (ammendanti organici, mix di compost, formulazioni con microorganismi) per esplorare la possibilità di utilizzare uno o più in una strategia di difesa integrata alla verticilliosi dell’olivo.

L’efficacia di questi prodotti è stata testata in una varietà di condizioni differenti per tipo di coltivazione, livello di inoculo di V. dahliae e suscettibilità della cultivar (es. Picual, suscettibile, Arbequina, moderatamente suscettibile, e Frantoio, moderatamente resistente).

La variabilità delle condizioni sperimentali ha evidenziato una efficacia di questi composti altrettanto variabile; tuttavia, alcuni hanno evidenziato aspetti positivi e potenzialità di utilizzo.

Un prodotto commerciale costituito da una miscela di ossicloruro di rame e azoto organico, su un giovane impianto di Picual con un alto livello di V. dahliae nel terreno, ha ridotto più di tutti gli altri composti testati la severità dei sintomi della verticilliosi: a due anni dall’impianto l’incidenza della malattia era del 40% (contro il 71% del controllo) e la mortalità del 27% (contro il 49% del controllo).

Due prodotti studiati in vaso sono stati particolarmente efficaci nell’inibire il patogeno nel terreno utilizzato come substrato, un ceppo non patogenico di Fusarium oxysporum e l’olio essenziale di timo, riducendone l’inoculo dell’80% e 66% rispettivamente, dopo i primi due anni di esperimento.

Infine dei buoni risultati di riduzione dei sintomi a carico delle piante sono stati osservati con l’applicazione di un compost di vinacce. Questa applicazione ha ridotto l’incidenza della malattia (-58% circa) e la mortalità (-40%) su piante di 30 anni in un oliveto commerciale della cv. Picual.

 


Bibliografia

Gómez‐Gálvez, F. J., Vega‐Macías, V., Hidalgo Moya, J. C., Hidalgo‐Moya, J. J., e Rodríguez‐Jurado, D. (2019). Application to soil of disinfectants through irrigation reduces Verticillium dahliae in the soil and Verticillium wilt of olive. Plant Pathology. doi:10.1111/ppa.13114

Mulero-Aparicio, A., Varo, A., Agustí-Brisach, C., López-Escudero, F. J., e Trapero, A. (2019). Biological control of Verticillium wilt of olive in the field. Crop Protection. doi: 10.1016/j.cropro.2019.104993

Verticilliosi, nuovi approcci e trattamenti sperimentali - Ultima modifica: 2019-11-11T09:00:26+01:00 da Barbara Gamberini

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome